4 domande che si pone un buon imprenditore oggi

 4 domande che si pone un buon imprenditore oggi

Il mondo è globalizzato e sempre più veloce. Non è facile competere. Adattarsi costantemente al cambiamento non è più una scelta. È questione di sopravvivenza. Imprenditori, imprenditrici, manager delle PMI ci interroghiamo costantemente. Meglio seguire un piano specifico di crescita o rimanere flessibili? Prestare ascolto all’intuizione o seguire il mercato?

Ecco 4 domande che ti guideranno nella riflessione, secondo il nostro modello di leadership essenziale: Pensa-decidi-agisci.

Chiediti:

  1. 1.In cosa sono bravo? Anzi in cosa sono migliore degli altri?
  2. quali sono i pilastri del mio vantaggio competitivo?
  3. Come si Incastrano i pilastri?
  4. Meglio seguire l’intuizione o il mercato?

1.In cosa sono bravo? Anzi in cosa sono migliore degli altri?

Identifica il tuo vantaggio competitivo.

Sotto quali aspetti sei il primo, l’unico, più veloce, migliore o più economico delle altre aziende che sanno svolgere la tua stessa attività?

Quali sono le caratteristiche difficili da trovare che tu offri? Quali i benefici rari e preziosi?

Devi saperlo con molta chiarezza per poterlo vendere.

2. Quali sono i pilastri del mio vantaggio competitivo?

il tuo vantaggio competitivo poggia su tre pilastri:

  1. I tuoi asset
  2. le tue aspirazioni e valori –
  3. cosa vuole il mercato.

A. I tuoi asset sono le frecce che hai già al tuo arco.

Hai due tipologie di asset: hard e soft.

asset hard: i prodotti- servizi, la tecnologia e le macchine con cui li realizzi, le risorse economiche, il capannone e gli uffici, tutto quello che scrivi sul bilancio.

asset soft sono le caratteristiche intangibili: velocità, precisione, affidabilità, problem solving.

Ed anche, come ti poni Tu come imprenditore, imprenditrice, manager di quella azienda. Tu “vendi” anche la tua capacità intellettuale, le tue competenze, la tua energia, la tua personalità…e vendi la capacità dei tuoi collaboratori di interagire con il mondo esterno, con i clienti, i fornitori, il territorio.

B. Le tue aspirazioni e i tuoi valori, cosa ti piace fare e in cosa credi.

Che cosa fai quando non hai nulla di urgente da fare? Il modo in cui passi il tempo libero può rivelare i tuoi veri interessi e le tue vere aspirazioni. Confrontali con gli interessi e le aspirazioni che dichiari di avere. Aspirazioni e Valori sono due componenti importanti del tuo vantaggio competitivo. Chi è appassionato di ciò che fa è destinato a battere, in termini di qualità del lavoro e di performance, chi è motivato unicamente dal guadagno.

C. Infine, la realtà del mercato, cioè cosa i tuoi clienti sono disposti a pagare di ciò che fai.

Un imprenditore in gamba sa che un prodotto non venderà se non risponde alle necessità di un mercato pagante. Ricorda inoltre che il «mercato» non è un’astrazione. Consiste nelle persone che prendono le decisioni che riguardano te, la tua azienda, i tuoi prodotti e servizi. Quanto bisogno o desiderio hanno di ciò che tu hai da offrire? E se ce l’hanno, tu offri un valore aggiunto migliore della concorrenza?

Perché, in ultima istanza, il successo di qualunque business dipende dal fatto che i clienti scelgano di firmare il contratto che gli proponi.

3. Come si Incastrano i tre pilastri?

Saperli incastrare farà la differenza fra avere successo in ciò che fai. Oppure no.

Il solo fatto che tu sia bravo in qualcosa (asset), che ti appassiona davvero (aspirazioni) non comporta necessariamente che qualcuno ti pagherà per fare questa cosa (realtà di mercato).

Pertanto, valuta ogni tessera del puzzle sulla base delle altre due. Fallo periodicamente: le tessere cambiano forma e dimensione nel tempo.

Il modo più semplice per accrescere il tuo vantaggio competitivo è potenziare e diversificare il tuo mix di asset, per esempio acquisendo nuove competenze.

Ma è altrettanto efficace posizionarti in una nicchia di mercato dove gli asset di cui già disponi brillano più di quelli della concorrenza.

I migliori giocatori di basket delle università americane che non sono abbastanza bravi per giocare professionalmente a livello nazionale negli USA, giocano in un campionato europeo. Invece di cambiare competenze, cambiano ambiente.

4. Meglio seguire un piano o rimanere flessibile? Seguire l’intuizione o il mercato?

La risposta è: entrambe le cose.

Un imprenditore di successo fa entrambe le cose. Avvia imprese coerenti alla propria visione, ma rimane abbastanza flessibile da potersi adattare.

È ossessionato nel cercare riscontri dai clienti, ma sa anche quando è meglio non prestarvi ascolto.

Fa piani per sviluppare un reale vantaggio competitivo sul mercato, ma è anche abbastanza agile da abbandonarli quando è il caso.

Sintesi: Impara facendo.

In qualunque situazione sono le azioni concrete, non i piani, a dare spunti per verificare empiricamente le tue ipotesi. I tuoi atti ti aiutano a scoprire dove vuoi andare e come arrivarci.

“Non sai mai qual è il piano migliore finché non provi ad attuarlo” – Reed Hastings, cofondatore di LinkedIn

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