Ad aprile 2025 il mercato del lavoro italiano mostra un andamento anomalo, e presenta segnali contrastanti difficili da interpretare in modo univoco.
Il numero totale degli occupati resta stabile rispetto al mese precedente: 0 unità in più. Un equilibrio che nasconde però un importante ricambio interno: +34mila uomini occupati contro -34mila donne. Su base annua, la crescita occupazionale continua, ma rallenta: +282mila unità, ben al di sotto dei ritmi dei mesi precedenti.
Secondo Francesco Seghezzi, presidente di ADAPT, “i dati di aprile mostrano luci e ombre, con qualche segnale da monitorare attentamente: da un lato, il rallentamento della crescita occupazionale su base annua, dall’altro un calo preoccupante degli occupati stabili e un aumento degli inattivi”.
Nel dettaglio, la disoccupazione cala di 48mila unità, ma il dato è meno incoraggiante di quanto sembri: a fronte di ciò, infatti, crescono gli inattivi (+39mila). Il tasso di occupazione resta stabile al 62,7% – livello record – mentre la disoccupazione scende al 5,9% e l’inattività sale leggermente al 33,2%. Su base annua, il numero di disoccupati cala di 209mila unità, ma gli inattivi crescono comunque di 14mila.
Allarmante il calo degli occupati a tempo indeterminato, che diminuiscono di ben 74mila unità in un solo mese. “Un dato la cui causa difficile da spiegare con certezza – osserva Seghezzi, può essere legato a fenomeni come uscite pensionistiche, licenziamenti o il superamento di tre mesi di cassa integrazione, dopo i quali si risulta inattivi”. Al contrario, nello stesso mese aumentano i lavoratori autonomi (+53mila) e, in misura minore, gli occupati a termine (+21mila).
Nonostante il calo mensile, su base annua gli occupati stabili guidano ancora la crescita: +345mila, mentre i contratti a termine segnano una riduzione di 173mila.
Dal punto di vista anagrafico, la fascia 15-24 anni è stabile, mentre si segnala una crescita significativa tra i 25-34enni: +53mila occupati e un aumento del tasso di occupazione di 0,8 punti percentuali. In calo, invece, la fascia 35-49 anni, probabilmente collegata alla diminuzione dei contratti stabili. Dopo mesi di crescita, gli over 50 sono stabili nel mese, ma depurando l’effetto demografico, registrano una crescita occupazionale del 2,1% annuo, ben più marcata rispetto a quella giovanile (+0,1%).
Seghezzi conclude: “Aprile è un mese particolare per il mercato del lavoro. Dietro la stabilità apparente si celano segnali da non trascurare: il calo degli occupati stabili e l’aumento degli inattivi sono elementi preoccupanti. L’unica nota positiva arriva dalla fascia 25-34 anni, che sembra finalmente muoversi con dinamiche incoraggianti, probabilmente trainata da nuovi contratti a termine o da lavoro autonomo, non da occupazione a tempo indeterminato.”