Lavoratori autonomi e infortuni: come tutelarsi?

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In Italia, un infortunio sul lavoro può avere conseguenze molto diverse a seconda che si sia lavoratori dipendenti o autonomi. Cambiano le coperture, le procedure e persino le difficoltà da affrontare per ottenere un indennizzo. Conoscere queste differenze è fondamentale per proteggersi e, se necessario, agire nel modo più efficace.

Dipendenti e autonomi: due tutele molto diverse

Per i lavoratori dipendenti la protezione offerta dall’INAIL è ampia e automatica. In caso di infortunio o malattia professionale, l’ente eroga prestazioni economiche e sanitarie senza che il lavoratore debba preoccuparsi di versamenti contributivi: anche se il datore di lavoro non è in regola, il diritto resta intatto. Gli indennizzi vengono calcolati in base alla gravità della menomazione, con erogazione in capitale per danni dal 6% al 15% e in rendita per invalidità pari o superiori al 16%.

Per i lavoratori autonomi, invece, la situazione è più articolata. L’assicurazione INAIL è obbligatoria solo per alcune categorie, come artigiani o agricoltori, e il premio va pagato personalmente. Inoltre, qui non vale il principio di automaticità: chi non è in regola con i versamenti rischia di vedere sospesa la prestazione finché non salda i contributi dovuti. Chi non rientra nell’obbligo o vuole estendere la propria protezione deve valutare una polizza privata contro gli infortuni, che può offrire indennizzi per invalidità, diarie per ricoveri e rimborsi spese mediche. Queste coperture, tuttavia, spesso prevedono franchigie, esclusioni per attività considerate rischiose e limiti che vanno letti con attenzione.

A chi rivolgersi e quali danni richiedere

In caso di infortunio, il primo interlocutore è l’INAIL, se si è coperti. L’ente riconosce prestazioni per eventi che rientrano nella definizione di “infortunio sul lavoro” o “malattia professionale” e agisce secondo regole precise. Chi ha una polizza privata dovrà invece attivare la compagnia assicurativa, rispettando le procedure indicate nel contratto e fornendo tutta la documentazione necessaria.

Quando l’incidente è causato da un terzo, la strada è quella del risarcimento civile. Il principio di responsabilità extracontrattuale stabilisce che chi causa un danno ingiusto è tenuto a risarcirlo. Per ottenere il riconoscimento, però, occorre dimostrare l’esistenza del fatto, la colpa del responsabile, il nesso di causalità e l’entità del danno subito. Nel caso dei lavoratori dipendenti, se l’infortunio è dovuto a terzi o al datore di lavoro, è possibile chiedere anche il cosiddetto “danno differenziale”, cioè la parte di risarcimento che supera quanto già liquidato dall’INAIL.

I danni che si possono richiedere si dividono in due grandi categorie. Il danno biologico riguarda la lesione all’integrità fisica o psichica e viene quantificato secondo parametri medico-legali. Il danno patrimoniale, invece, comprende sia le spese sostenute (danno emergente) sia il mancato guadagno (lucro cessante). Quest’ultimo, per un autonomo, può essere la voce più pesante e difficile da dimostrare: servono dati contabili, contratti, storico dei redditi e qualsiasi elemento che provi in modo credibile l’ammontare delle perdite.

Perché il supporto legale può fare la differenza

Leggere una polizza privata non è mai semplice: tra franchigie, scoperti, esclusioni e condizioni particolari, capire se e quanto si verrà indennizzati può essere complicato. Lo stesso vale per la responsabilità civile, dove la prova di quanto accaduto e del danno subito è a carico della persona che richiede il risarcimento. Un avvocato specializzato in infortunio sul lavoro può interpretare correttamente le clausole contrattuali, individuare tutte le coperture attivabili, raccogliere e organizzare la documentazione necessaria e, soprattutto, quantificare in modo corretto voci delicate come il lucro cessante. Può inoltre gestire i rapporti con INAIL e compagnie assicurative, negoziare per conto del cliente e, se necessario, avviare un’azione giudiziaria.

Un approccio consapevole per tutelarsi

Il lavoratore dipendente può contare su una tutela pubblica ampia e garantita, mentre l’autonomo deve spesso costruirsi da solo la propria rete di protezione, combinando assicurazioni obbligatorie, polizze integrative e la possibilità di agire contro terzi responsabili. In entrambi i casi, la tempestività e la precisione nella raccolta delle prove sono fondamentali, così come la conoscenza delle procedure. Quando poi entrano in gioco clausole assicurative complesse o il calcolo di perdite economiche significative, affidarsi a un professionista esperto diventa non solo utile, ma strategico per ottenere un indennizzo equo.

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