L’intelligenza artificiale come leva strategica per superare il nodo della produttività e rilanciare la competitività del sistema industriale italiano. È questo il messaggio centrale emerso dall’Assemblea Generale 2025 di Assolombarda, svoltasi al Teatro Dal Verme di Milano, con il titolo “ReThinking Industry”.
La prima Assemblea da Presidente per Alvise Biffi ha visto la partecipazione di importanti rappresentanti istituzionali e del mondo industriale: Giuseppe Sala, Sindaco di Milano; Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia; Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy; Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria; Roberto Cingolani, Amministratore Delegato di Leonardo. A chiudere i lavori, l’imprenditore visionario Dhiraj Mukherjee, cofondatore di Shazam e partner strategico di realtà globali come OpenAI e Google.
Il nodo della produttività: l’Italia ferma da un decennio
Biffi ha aperto la sua relazione con un’analisi impietosa dello stato della produttività italiana: “Negli ultimi dieci anni, la crescita media annua della produttività in Italia è stata pari a zero. Una leggera progressione del +0,1% nel quinquennio 2014-2019 e una flessione del -0,1% dalla pandemia ad oggi. Nello stesso periodo, l’Unione Europea cresceva del +0,7% annuo e gli Stati Uniti del +1,3%”.
Nonostante questo scenario, il territorio del Quadrilatero di Assolombarda (Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia) continua a essere la locomotiva del Paese: 516mila aziende, 2,1 milioni di lavoratori, 299 miliardi di euro di ricchezza prodotta ogni anno, circa un settimo del PIL nazionale. La Lombardia nel suo complesso conta 965mila imprese, 3,9 milioni di occupati e un PIL di 503 miliardi di euro annui.
Tuttavia, il Presidente ha lanciato l’allarme: “Anche la locomotiva, se non accelera, rischia di essere superata”. Per il 2025 si prevede una crescita del PIL lombardo di appena lo +0,6%, con aspettative per il prossimo anno contenute al +0,8%. “Sono ritmi troppo modesti per chi vuole restare protagonista. Non si può tornare ad accontentarsi di una crescita prossima allo ‘zero-virgola’”, ha sottolineato Biffi.
L’allarme dazi: a rischio 900 milioni di vendite estere
Tra gli ostacoli esterni che frenano la crescita, Biffi ha evidenziato l’impatto dei dazi imposti dall’amministrazione americana: “Nel breve periodo l’impatto sulle imprese italiane è di oltre 7 miliardi, con il rischio concreto che i nostri prodotti vengano sostituiti. Nel nostro territorio sono a rischio 900 milioni di euro di vendite estere, ma nel lungo termine questa cifra può quasi triplicare”.
Queste stime tengono conto non solo dell’impatto diretto dei dazi, ma anche dell’attuale debolezza del dollaro sull’euro, che agisce come un “dazio implicito” per le imprese. La risposta, secondo il Presidente di Assolombarda, deve essere duplice: “Serve investire in innovazione e qualità per rendere sempre più strategico il Made in Italy nelle catene globali. E occorre diversificare i mercati – dal Mercosur all’India, fino al Golfo Persico, passando dal Canada – per ridurre le dipendenze”.
Il gap degli investimenti in Ricerca e Sviluppo
Un altro punto critico riguarda gli investimenti in Ricerca e Sviluppo. In Lombardia vengono destinati a R&S l’1,19% del PIL, meno di 6 miliardi di euro, mentre regioni europee comparabili sono già oltre il doppio. “Il nostro obiettivo deve essere il 3% e mancano circa 9 miliardi per arrivarci”, ha dichiarato Biffi, sottolineando come questa cifra, sebbene elevata, non sia impossibile e dovrebbe essere considerata nelle valutazioni sulla Legge di Bilancio.
Sul fronte dei Fondi di Coesione, Biffi ha ribadito la necessità di un’allocazione delle risorse che tenga conto delle specificità locali: “Va scongiurata l’uniformità forzata dei diversi bisogni, il rallentamento delle tempistiche, l’indebolimento delle leve locali di sviluppo, perché si andrebbero a penalizzare le aree più dinamiche del Paese”.
Il problema delle microimprese
Il cuore del problema della produttività italiana risiede nelle microimprese, che rappresentano il 95% delle imprese italiane, ben più di quanto accade in Germania o Francia. “Dovrebbero essere la nostra forza diffusa, ma non lo sono perché da sole non hanno la capacità di innovare e investire come servirebbe”, ha spiegato Biffi.
I numeri sono eloquenti: nelle microimprese industriali e nei servizi di mercato, il gap italiano di produttività è del 33% rispetto alla Germania (36.400 euro contro 56.600 euro di valore aggiunto per addetto). Anche nel territorio lombardo, pur più performante, le microimprese hanno un ritardo del 16% rispetto alle tedesche. Al contrario, le piccole e medie aziende lombarde battono ampiamente i competitor tedeschi, con un’efficienza superiore di almeno il 20%.
L’intelligenza artificiale: un’opportunità ancora poco sfruttata
L’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità straordinaria per colmare questo gap. Nel 2024, il mercato italiano dell’IA ha raggiunto 1,2 miliardi di euro, trainato dalle soluzioni di Intelligenza Artificiale Generativa (43% degli investimenti). Tuttavia, l’adozione riguarda principalmente le grandi imprese: solo il 15% delle medie imprese ha avviato progetti in questa direzione, percentuale che scende al 7% per le piccole imprese.
Nasce ForgIA: l’ecosistema per “forgiare” l’intelligenza artificiale
La risposta di Assolombarda a questa sfida si chiama ForgIA, il primo dei 42 progetti promossi da Biffi nel suo mandato. Si tratta di un ecosistema aperto ma tutelato, basato sul principio della sovranità del dato, che permette alle imprese concorrenti di collaborare in alcune aree strategiche, continuando a competere in altre.
“Dovete immaginare questo ecosistema come parte di una vera e propria piramide dell’innovazione, fatta non di pietre, ma di dati, infrastrutture e applicazioni intelligenti”, ha spiegato Biffi. “Con ForgIA vogliamo costruire un ecosistema di dati condivisi dalle filiere e dai distretti industriali, messi a disposizione per forgiare soluzioni di Intelligenza Artificiale”.
Il progetto nasce nell’ambito dell’accordo “ReThinking Industry”, firmato oggi da Assolombarda insieme all’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale per l’Industria, Italian AI Factory for Leading Innovation AI e il Politecnico di Milano, con il supporto di Regione Lombardia, Comune di Milano e in partnership con Unione Industriali Torino.
L’impatto economico: 2,4 miliardi per il territorio
I benefici potenziali di ForgIA sono significativi. Secondo le stime presentate da Biffi, un aumento della produttività del 10% delle micro, piccole e medie imprese industriali nel Quadrilatero di Assolombarda può generare un incremento di 2,4 miliardi di euro di valore aggiunto, pari a una maggiore crescita di PIL di 0,8 punti percentuali per l’intera economia locale.
Considerando anche Torino, grazie alla partnership con Unione Industriali, il valore aggiunto incrementale sale a 3,2 miliardi di euro. A livello nazionale, ipotizzando una crescita della produttività delle micro, piccole e medie industrie del 5%, il beneficio potrebbe arrivare a quasi 9 miliardi di euro, generando uno stimolo pari allo 0,4% del PIL italiano.
Legge di Bilancio: “Serve più coraggio”
Sul fronte della Legge di Bilancio, Biffi ha lanciato un appello chiaro al Governo: “Serve più coraggio: il momento è adesso. Ci aspettiamo di più sul fronte innovazione. È fondamentale spostare tutte le risorse possibili per generare investimenti su una partita chiave per la competitività e per la crescita”.
Il paragone con la Germania è impietoso: nel 2024 il governo tedesco ha dedicato 44,9 miliardi di euro alla ricerca e sviluppo, contro i 13,5 miliardi italiani. In termini di spesa per abitante, la differenza è più che doppia: 538 euro in Germania contro 229 euro in Italia.
Transizione 5.0 e Industria 4.0: criticità e proposte
Biffi ha criticato duramente l’evoluzione delle politiche di incentivo all’innovazione: “Con Industria 4.0 l’Italia ha dimostrato che, quando gli strumenti sono semplici ed efficaci, le imprese rispondono, investono e crescono. Poi, con l’ultima legge di bilancio, l’impatto di Industria 4.0 si è molto ridotto e il Piano Transizione 5.0, pur ricco di ambizioni, ha visto la sua forza vanificata dall’estrema complessità delle procedure: su 6,3 miliardi, le stime ci dicono che il programma si chiuderà avendone utilizzati solo 3”.
Per la prossima legge di bilancio, il Presidente di Assolombarda ha indicato alcuni punti imprescindibili: uno strumento immediatamente applicabile come l’originale 4.0; aliquote premiali almeno al 45% per sostenere investimenti in soluzioni sperimentali di intelligenza artificiale; un ruolo centrale del software, dei servizi e dei beni immateriali.
Sul fronte dei capitali di rischio, Biffi ha evidenziato un altro gap: in Italia gli investimenti in Private Equity e Venture Capital sono appena lo 0,4% del PIL nel 2024, contro lo 0,9% della Francia. In valori assoluti: 9 miliardi in Italia contro 26 in Francia, una mancanza che si traduce nella difficoltà a generare startup scalabili e unicorni.
Competenze: serve un piano nazionale
“Dietro ogni innovazione ci sono donne e uomini in carne e ossa”, ha ricordato Biffi, sottolineando come il territorio di Assolombarda sia un hub che crea conoscenza complessa: 9 università con 265mila studenti, 12 ITS, 2.700 startup innovative (il 22% di quelle italiane), producendo il 17% degli articoli scientifici nazionali di maggiore qualità e il 29% dei brevetti italiani.
Tuttavia, il problema del mismatch tra domanda e offerta rimane critico: il 47,2% dei candidati che ricercano le imprese lombarde risultano introvabili, in particolare figure specializzate necessarie per supportare la trasformazione digitale.
“Non basta una misura estemporanea, serve un piano nazionale strategico delle competenze, con crediti d’imposta robusti e impegni pluriennali”, ha affermato Biffi, sottolineando la necessità di potenziare l’alleanza tra scuole, università, centri di ricerca, ITS e imprese.
Energia: il peso del divario competitivo
Il costo dell’energia rimane un altro grande ostacolo alla competitività. A settembre 2025, il Prezzo Unico Nazionale in Italia era di 109,08 euro/MWh, contro i 34,81 della Francia, gli 83,51 della Germania e i 61,04 della Spagna. “Le nostre imprese pagano l’energia fino a tre volte di più rispetto ad altre grandi economie”, ha denunciato Biffi.
Il divario è dovuto al fatto che l’Italia utilizza molto più gas rispetto agli altri Paesi europei per produrre elettricità, e il prezzo dell’energia elettrica nell’UE è legato al prezzo del gas naturale. La soluzione proposta è duplice: nel breve termine, accelerare sullo sviluppo delle rinnovabili mature come fotovoltaico ed eolico; nel medio-lungo periodo, guardare con coraggio ai gas verdi (biometano e idrogeno) e al nucleare di nuova generazione.
Biffi ha anche evidenziato l’opportunità del teleriscaldamento alimentato da calore di recupero, come quello dei data center. La Lombardia è un polo strategico in questo settore, con 74 data center nel Quadrilatero (Milano da sola copre il 46% della potenza nazionale). In uno scenario di pieno sviluppo, la loro applicazione integrata consentirebbe un risparmio di 5,7 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, con un beneficio economico stimato di circa 1,7 miliardi di euro.
L’AI divide: la nuova frattura nell’epoca della velocità
Biffi ha concluso la sua relazione con una riflessione sul futuro: “Dopo il digital divide, arriverà l’AI divide: il divario tra chi sarà in grado di comprendere, applicare e governare l’Intelligenza Artificiale, e chi, invece, la subirà. Un divario che non si misura in megabyte o in connessioni, ma in capacità di adattamento”.
La risposta a questa sfida, secondo il Presidente di Assolombarda, richiede un duplice patto: “Un patto generazionale tra chi ha la visione del domani e chi ha costruito l’esperienza di ieri. E un’alleanza tra grandi e piccole imprese, perché la forza delle une diventi opportunità per le altre. Solo insieme possiamo affrontare la velocità del nostro tempo”.