HCOB PMI®: produzione manifatturiera dell’eurozona in leggera salita ma ordini in stagnazione

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Allungando per l’ottavo mese consecutivo l’attuale fase di espansione, a ottobre, la produzione manifatturiera dell’eurozona è cresciuta ancora una volta. Il ritmo di crescita è tuttavia rimasto lieve a causa della stagnazione dei nuovi ordini e del calo occupazionale. La riduzione delle scorte è continuata, con un calo sia dei volumi dei fattori produttivi che dei prodotti finiti, prolungando così sempre più la fase di destoccaggio. I costi di acquisto in particolare sono rimasti invariati rispetto a settembre, mentre i prezzi di vendita hanno registrato un leggero aumento.

Guardando al futuro, le aziende manifatturiere dell’area dell’euro hanno espresso ottimismo riguardo a un aumento dei livelli di produzione nei prossimi 12 mesi. Le aspettative sono però leggermente calate nel corso del mese e sono risultate deboli rispetto agli standard storici.

L’HCOB PMI® del Settore Manifatturiero Eurozona, che misura lo stato di salute delle aziende manifatturiere dell’eurozona ed è redatto da S&P Global, a ottobre ha raggiunto 50.0, segnalando quindi nessuna variazione nelle condizioni operative rispetto al mese scorso. Tale stagnazione fa seguito al leggero peggioramento di settembre (49.8).

Nel mese di ottobre le condizioni manifatturiere sono state migliori nella parte sud dell’eurozona. La Grecia e la Spagna hanno riportato gli sviluppi più significativi, con indici in aumento rispetto al mese precedente. I Paesi Bassi, che a settembre avevano registrato le prestazioni migliori, hanno riportato un rallentamento della relativa crescita al minimo in quattro mesi, e anche la crescita in Irlanda ha perso vigore. Anche se con un tasso di declino con una perdita di vigore, continua la contrazione in Germania, Francia e Austria, mentre le condizioni manifatturiere in Italia sono rimaste sostanzialmente invariate.

L’indagine di ottobre è stata indicativa dell’ottavo mese consecutivo di crescita della produzione manifatturiera nell’eurozona, a un tasso che complessivamente è stato modesto e leggermente inferiore alla media registrata nell’attuale sequenza. La crescita del livello di produzione è stata raggiunta nonostante la stagnazione dei nuovi ordini. Negli ultimi tre anni e mezzo, la domanda di beni dell’area dell’euro è aumentata solo ad agosto. I nuovi ordini dall’estero, che includono il traffico intra eurozona, hanno continuato a pesare sulle vendite delle aziende manifatturiere diminuendo per il quarto mese consecutivo.

Allungando l’attuale sequenza di perdita di lavoro a poco meno di due anni e mezzo, le aziende manifatturiere dell’eurozona hanno registrato a ottobre livelli occupazionali minori. Il tasso di calo è stato leggermente più rapido e ha raggiunto il livello più elevato da giugno. Ciononostante, gli ordini in fase di lavorazione sono stati minori, indicando l’assenza di pressioni sulla capacità produttiva. Il tasso di esaurimento è stato modesto e il più basso degli ultimi tre mesi.

A ottobre il livello delle giacenze è ancora risultato inferiore in tutta l’eurozona, estendendo un periodo già lungo di tagli alle scorte. Inoltre, sia le scorte di materie prime e dei semilavorati che quelle dei prodotti finiti sono calate a tassi superiori alle rispettive medie di serie. A inizio del quarto trimestre, malgrado i tempi medi di consegna da parte dei fornitori abbiano continuato ad allungarsi, gli acquisti di materie prime e prodotti intermedi sono diminuiti per il quarantesimo mese consecutivo. Infatti, l’entità dei ritardi segnalati è stata la più elevata degli ultimi tre anni.

Analizzando la tendenza dei prezzi, secondo i dati dell’indagine di ottobre, dopo il leggero calo del mese scorso, i costi operativi non hanno segnalato variazioni. Tuttavia, i prezzi praticati sono aumentati per la prima volta da aprile, anche se i margini di profitto sono stati limitati, con un tasso di inflazione dei prezzi alla vendita solo marginale.

Guardando al futuro, le aziende manifatturiere dell’eurozona si sono dimostrate ottimiste riguardo alle prospettive di produzione per il prossimo anno. Detto ciò, il livello complessivo di ottimismo è diminuito per il secondo mese consecutivo e si è attestato al di sotto della sua tendenza a lungo termine.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di ottobre

Grecia 53.5 massimo in 2 mesi

Spagna 52.1 massimo in 2 mesi

Paesi Bassi 51.8 minimo in 4 mesi

Irlanda 50.9 minimo in 10 mesi

Italia 49.9 massimo in 2 mesi

Germania 49.6 (flash: 49.6) massimo in 2 mesi

Austria 48.8 massimo in 2 mesi

Francia 48.8 (flash: 48.3) massimo in 2 mesi

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “In merito al settore manifatturiero dell’eurozona, quello che possiamo fare al meglio è di riportare un debole barlume di speranza di una ripresa economica. La produzione è adesso incrementata per l’ottavo mese consecutivo, ma non siamo davanti a uno slancio vero e proprio, in quanto si tratta di una crescita modesta più o meno come quelle dei mesi precedenti. Allo stesso tempo, la domanda nell’economia dell’eurozona è rimasta debole, con i nuovi ordini in stagnazione allo stesso livello del mese precedente. I tagli occupazionali continuano e hanno persino registrato un leggero aumento. Ciò è dovuto alla debolezza della domanda, che costringe le aziende a ridurre i costi o ad aumentare la loro produttività. Le incertezze inerenti alla fornitura, in particolare per quanto riguarda i semiconduttori di base, potrebbero aver contribuito ad allungare i tempi di consegna e pesare sulla produzione in settori come quello automobilistico e dell’ingegneria meccanica. Solo per questo motivo, è improbabile che molte aziende abbiano nell’immediato intenzione di assumere nuovo personale. In sintesi, la situazione del settore manifatturiero dell’eurozona può essere descritta come fragile in Germania, in recessione in Francia, persistentemente debole in Italia e con una crescita solo modesta in Spagna. La situazione di tensione politica in Francia non solo sta chiaramente favorendo al relativo nuovo calo della produzione, ma si riflette anche in una notevole contrazione dell’indice riguardante alla produzione futura. La Francia, che è uno dei principali partner commerciali, sta frenando in modo significativo la domanda di beni industriali negli altri paesi dell’eurozona. Il ciclo delle scorte non mostra alcun segnale di inversione di tendenza. Le aziende continuano a ridurre i livelli delle giacenze, sia in termini di beni intermedi che di prodotti finiti. A breve termine, ciò potrebbe anche essere collegato ai problemi con le consegne di semiconduttori. Ma la ragione più importante della riduzione delle scorte è probabilmente semplicemente attribuibile alla debolezza della domanda nel settore industriale.”

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