HCOB PMI®Composito: il più rapido tasso di crescita dell’eurozona da maggio 2023

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L’economia dell’eurozona ha registrato a ottobre la più forte espansione da maggio 2023, con una crescita accelerata e concludendo provvisoriamente la debole tendenza osservata nei primi nove mesi dell’anno. Questa forte ripresa ha ricevuto il sostegno dalle condizioni migliori della domanda poiché i nuovi ordini hanno indicato il più rapido ritmo di crescita in due anni e mezzo. Allo stesso tempo, e malgrado l’indebolimento delle previsioni per l’anno a venire, la crescita occupazionale è accelerata toccando un record in 16 mesi.

In merito ai prezzi, l’inflazione dei costi è rallentata per il secondo mese consecutivo, spingendosi ulteriormente al di sotto della media storica. Tuttavia, le aziende dell’eurozona si sono mostrate più aggressive sulla politica dei prezzi di vendita, questi ultimi saliti al valore più alto in sette mesi.

Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB PMI® della Produzione Composita dell’Eurozona, che consiste in una media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, ha continuato a segnalare una crescita dell’economia del settore privato dell’eurozona, posizionandosi ad ottobre al di sopra della soglia di non cambiamento di 50.0 per il decimo mese consecutivo. In particolare, con 52.5, l’indice ha segnato un forte rialzo rispetto a 51.2 di settembre, toccando un record da maggio 2023 e concludendo il debole andamento di crescita osservato nel corso di quest’anno.

Manifatturiero e servizi hanno entrambi contribuito all’espansione dell’eurozona, anche se con valori differenti. Se la produzione industriale ha indicato un aumento della crescita, lo ha fatto in modo marginale. I servizi, invece, hanno registrato un’accelerata espansione.

Dal punto di vista nazionale, gli ultimi indici PMI hanno mostrato un diffuso miglioramento delle condizioni economiche dell’eurozona. La Spagna ha superato tutte le altre nazioni con i suoi dati PMI compositi e, con lieve margine, ha registrato un forte incremento dell’attività, peraltro il più rapido degli ultimi dieci mesi. La maggiore economia dell’eurozona, la Germania, ha contribuito sostanzialmente al rialzo della regione, con il più forte aumento dell’attività in quasi due anni e mezzo. Irlanda e Italia hanno entrambi registrato espansioni mensili forti e accelerate. Al contrario rispetto alle altre nazioni, il PMI composito francese si è mosso in controtendenza, scendendo ai minimi in otto mesi e peggiorando quindi la sua caduta in territorio di contrazione.

Ad ottobre, la domanda di merci e servizi dell’eurozona è migliorata per il terzo mese consecutivo, segnalando un solido miglioramento delle vendite del settore privato ed un tasso di crescita che è stato il più rapido in due anni e mezzo.

Analizzando i settori, si evince che la crescita dei nuovi ordini è stata interamente supportata dai servizi, poiché il volume dei nuovi ordini manifatturieri è risultato stagnante. E comunque tali valori segnalano un relativo miglioramento rispetto a settembre, mese in cui la vendita di beni ha indicato un calo.

Sono stati i mercati nazionali che ad ottobre hanno aumentato il flusso dei nuovi ordini del settore privato dell’eurozona. Ciò si evince dai dati raccolti sugli ordini esteri (inclusi quelli intra-eurozona), che hanno continuato a segnalare un deterioramento della domanda dei clienti stranieri. Tuttavia, la riduzione è stata solo marginale e la più lenta degli ultimi tre mesi.

Ad inizio del quarto trimestre, le aziende dell’eurozona che partecipano all’indagine hanno indicato una crescita del livello occupazionale, rovesciando il calo marginale di settembre. Il tasso di creazione di posti di lavoro è stato di fatto il più rapido da giugno 2024. Il maggiore aumento delle forze lavoro del terziario ha però mascherato i più rapidi tagli al personale avvenuti nel manifatturiero, come i mostrano i dati analizzati.

L’aumento della capacità operativa, unita alla crescita maggiore dei nuovi ordini, ha chiaramente permesso alle aziende dell’eurozona di gestire efficacemente il carico del lavoro. Il volume di ordini invasi di ottobre è infatti rimasto invariato.

Sulle previsioni dei prossimi 12 mesi, i risultati dell’ultima indagine hanno mostrato che le aziende dell’eurozona hanno fiducia nella crescita. Detto ciò, il livello di ottimismo è lievemente diminuito, con le aziende manifatturiere e terziarie che hanno segnalato minore positività rispetto a settembre.

In ultimo, la tendenza dei prezzi di ottobre ha mostrato una biforcazione. Se l’inflazione dei costi è scesa ai minimi in tre mesi, diminuendo ulteriormente rispetto alla media di lungo termine, le aziende di entrambi i settori monitorati si sono mostrate più aggressive nell’imporre i prezzi di vendita. Questi ultimi hanno indicato il maggiore aumento da marzo.

Classifica nazionale dell’Indice PMI della Produzione Composita: ottobre

Spagna56.0massimo in 10 mesi
Germania53.9 (flash: 53.8)massimo in 29 mesi
Irlanda53.7massimo in 5 mesi
Italia53.1massimo in 19 mesi
Francia47.7 (flash: 46.8)minimo in 8 mesi

HCOB PMI® del Terziario dell’Eurozona

Ad ottobre, L’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona è aumentato a 53.0, da 51.3 di settembre, indicando l’espansione più rapida della produzione in quasi un anno e mezzo.

Il volume dei nuovi ordini ha indicato un forte aumento su base mensile. Nonostante l’ulteriore (seppure debole) riduzione del flusso delle commesse provenienti da clienti esteri, la crescita delle vendite è salita ai massimi in 17 mesi posizionandosi al di sopra della media di lungo termine.

Il rialzo della crescita dei nuovi ordini di ottobre ha generato pressioni aggiuntive sulle capacità operative. Il livello di lavoro inevaso è aumentato per la prima volta in un anno e mezzo anche se il tasso di accumulo è stato marginale. La crescita occupazionale è quindi accelerata segnando il valore più forte da giugno 2024.

Le aspettative del terziario per l’anno a venire sono state positive, anche se l’ottimismo è diminuito rispetto al record in 11 mesi di settembre.

Le spese sostenute ad ottobre dalle aziende terziarie dell’eurozona hanno indicato un forte aumento, anche se è il secondo mese consecutivo in cui il tasso di incremento rallenta, riportando il tasso complessivo dell’inflazione su valori in linea con la rispettiva media d’indagine. I prezzi di vendita dei servizi hanno indicato l’aumento più rapido da marzo.

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Finalmente sull’economia dell’eurozona si può di nuovo parlare di qualcosa di positivo: ad ottobre, il settore terziario ha indicato un forte aumento. Quando si parla di nuovi ordini, è necessario tornare indietro a maggio dello scorso anno per trovare incrementi di simile portata. In uno scenario simile, le aziende terziarie hanno anche creato più posti di lavoro rispetto al mese precedente, offrendo quindi la speranza di una crescita sostenuta. Nel settore terziario, motore della crescita di ottobre è stato la Germania. Il salto in avanti dell’indice rispettivo, avanzato di più di tre punti e arrivato a 54.6, impressiona e più che controbilancia il declino francese, dove le tensioni politiche stanno affossando la volontà di spendere della gente. Nei prossimi mesi, non sarà facile mantenere alto questo forte slancio di crescita del settore terziario. In Francia aiuterebbe la stabilità politica, e l’approvazione del bilancio del 2026 sarebbe un passo nella giusta direzione. In Germania molto dipende da quanto il pacchetto di stimoli pianificati dal governo riesca a fornire ad aziende e famiglie adeguate motivazioni ad investire e spendere di più. L’inflazione dei costi del settore terziario è lievemente diminuita, ma quella sui prezzi di vendita è aumentata. Al momento però non ci sono segnali di diffusione delle pressioni inflazionistiche. E questo succede perché la crescita economica resta moderata e le dispute con gli Stati Uniti sui dazi stanno avendo conseguenze disinflazionistiche nell’eurozona, in parte a causa delle maggiori importazioni dalla Cina. I presenti valori PMI non dovrebbero generare problemi alla Banca Centrale Europea. La Francia sta chiaramente frenando la crescita dell’eurozona. Analizzando i dati positivi, non è solo la Germania a segnalare un significativo aumento del tasso di espansione. Anche se si escludono Germania e Francia, i PMI compositi del resto dell’eurozona mostrano la crescita più forte in due anni e mezzo. In questo senso, la ripresa sta guadagnando maggiore trazione.”

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