Quanto volte un imprenditore vorrebbe avere contezza del valore di un’azienda cui ha dedicato una vita?
Si tratta – in effetti – di una conoscenza che prescinde dall’effettuazione di un’operazione cosiddetta “straordinaria” (pensiamo a un conferimento, una trasformazione o a una operazione di M&A) o di una esigenza dettata da questioni generazionali (pensiamo all’impostazione di un patto di famiglia).
L’esigenza può semplicemente nascere da una finalità conoscitiva, per comprendere l’evoluzione del valore aziendale da un anno a un altro.
Il guaio è che spesso l’azienda di piccole dimensioni incontra serie difficoltà a essere “inquadrata” nell’ambito dei principi valutativi vigenti nel nostro Paese (i Piv) a causa del fatto che un’impresa di ridotte dimensioni non può permettersi personale adibito in toto alla pianificazione. Non dispone, quindi, di budget economico e patrimoniale. Non è in grado di programmare la propria attività con un orizzonte temporale che vada oltre un certo numero di mesi (anche a causa di un contesto macroeconomico turbolento, com’è quello attuale). Presenta certe dinamiche di commissione impresa-famiglia. Dipende da alcune persone-chiave.
Cosa fare?
Cinque consigli per calcolare il valore di un’impresa di ridotte dimensioni
Il primo consiglio è quello di rivolgersi a un professionista abituato a stimare le aziende, che padroneggi i Principi Italiani di Valutazione, garanzia di una stima di una certa qualità perché volta a limitare le soggettività che possono nascere nel processo valutativo allorché una stessa azienda venga stimata da professionisti differenti.
Il secondo consiglio consiste nell’individuare prima della stima la motivazione che ci induce a chiedere il valore della vostra azienda (tecnicamente si tratta infatti di individuare la configurazione di valore: in ipotesi di recesso si riconosce al socio uscente un valore differente rispetto al valore di mercato nel caso di vendita esterna della quota).
Il terzo consiglio sta nel mettere a disposizione del professionista una base informativa adeguata: se la vostra azienda non dispone di budget né tantomeno formalizza la propria strategia, cercate di far comprendere il vostro business compilando una tabellina di analisi SWOT, evidenziando al professionista i vostri punti di forza e di debolezza, le opportunità e le minacce che caratterizzano il quadro in cui opera la vostra azienda. Fornitegli il nome dei vostri diretti concorrenti. Fategli capire perché la vostra azienda guadagna (o perde).
Veniamo al quarto consiglio: chiedete al professionista di venire nella vostra azienda. Per evitare stime “sulla carta”. I numeri hanno certamente un significato, ma occorre raccontare e far riscontrare al professionista la vostra storia aziendale. Solo così avrete la certezza che un terzo esterno (il professionista) comprenda veramente il vostro business.
Quinto consiglio – un consiglio più al professionista che non all’imprenditore: non ostinarsi a voler applicare formule teoriche perfette in un contesto aziendale in cui quelle formule non avrebbero significato. In altre parole: sì applicazione dei principi italiani di valutazione, ma con i dovuti accorgimenti.
Un webinar in cui parliamo di valutazione, ma SOLO di valutazione di Pmi, il prossimo 28 novembre. Anche con un filosofo.
Il prossimo venerdì 28 novembre, dalle 17,00 alle 19,00, in occasione dell’uscita di un mio libro per l’editore Eutekne (“Guida pratica alle perizie di stima. Un approccio pragmatico alle valutazioni d’azienda”), parleremo di valutazione aziendale. Ma SOLO di valutazione di imprese di ridotte dimensione. Perché?
Perché in Italia prevalgono le imprese sotto i 250 addetti, per non parlare poi della forte incidenza delle microimprese o delle nanoimprese (a seconda dei parametri che prendiamo in considerazione).
Non è forse importante stimare il valore di un negozio? Di un’azienda agricola? O di un bar/ristorante? O di una piccola azienda terzista?
Ecco, parleremo di queste realtà con un webinar in cui farò da moderatore e interverrò come relatore dato che nel mio studio valuto imprese di ridotte dimensioni.
Chi mi affiancherà?
Il prof. Silvano Corbella dell’Università di Verona, dottore commercialista in Milano.
Il dott. Marco Billone, dottore commercialista in Firenze.
Il dott. Federico Guatri, dottore commercialista in Milano.
Ma anche un filosofo, youtuber e performer teatrale: Riccardo Dal Ferro, alias Rick Dufer, che ho avuto il piacere di conoscere grazie alla lettura dei suoi numerosi libri.
Che ci farà un filosofo?
Vi faccio io una domanda: non è forse con la tecnica del porsi le domande giuste che facciamo emergere la realtà? Bene, approccio socratico allora. Anche per stimare le aziende di ridotte dimensioni.
Vedete che quindi siamo “obbligati” a chiamare il filosofo?
Vi aspetto al webinar, impareremo e ci divertiremo!
Link per le iscrizioni al webinar:
https://formazione.eutekne.it/formazioneinaula/giornatedistudio/dettaglio.aspx?id=12721
Odcec di Vicenza, Consigliere in Confprofessioni Veneto
