Il settore manifatturiero italiano ha registrato a novembre il miglioramento più cospicuo dello stato di salute del settore in oltre due anni e mezzo. La ripresa modesta riflette un livello dei nuovi ordini in crescita, rafforzato da una rinnovata espansione delle vendite estere. Sebbene i volumi di produzione siano risultati in crescita, l’espansione è stata solo leggera, che a sua volta ha fatto sì che le aziende mantenessero livelli del personale e degli acquisti più bassi. La pressione sui costi è tuttavia aumentata a un ritmo visibilmente più forte, il maggiore in tre anni.
Attestandosi a 50.6, l’Indice HCOB PMI® (Purchasing Managers’ IndexTM) sul Settore Manifatturiero Italiano, un valore composito a una cifra della performance manifatturiera derivato dagli indicatori relativi ai nuovi ordini, alla produzione, all’occupazione, ai tempi di consegna dei fornitori e alle scorte di acquisti, nel penultimo mese del 2025 è ritornato a crescere.
Rispetto a 49.9 di ottobre, l’indice ha riportato la prima crescita settoriale in tre mesi che, sebbene solo nel complesso marginale, è stata la più forte osservata dal marzo 2023. A supportare tale dato c’è stata la crescita della produzione e dei nuovi ordini, oltre all’allungamento dei tempi di consegna, che di solito segnalano maggiori pressioni sulla catena di approvvigionamento.
Il settore dei beni di consumo è andato contro la tendenza generale, con i sottosettori dei beni capitali e di investimento che hanno ambedue registrato a novembre crescite modeste.
Il miglioramento di novembre è stato causato principalmente dalla nuova espansione dei nuovi ordini ricevuti dalle aziende manifatturiere italiane. Sebbene l’aumento complessivo del volume dei nuovi ordini sia stato modesto, è risultato il migliore in oltre tre anni e mezzo. I dati raccolti hanno rivelato che le aziende hanno riscontrato un maggiore interesse sia da parte di clienti nazionali che internazionali. A novembre, i nuovi ordini esteri sono infatti aumentati, segnando il primo incremento in sei mesi. Il tasso di espansione non solo è stato elevato secondo gli standard storici, ma anche il più elevato degli ultimi 45 mesi.
A novembre, il volume di produzione nelle aziende manifatturiere italiane è cresciuto a un ritmo più lento e solo leggero. Un netto calo della produzione dei produttori di beni di consumo è stato appena superato dalla crescita nelle restanti categorie.
Con l’espansione della produzione al di sotto della tendenza, le aziende hanno continuato a ridurre i numeri dei loro dipendenti attraverso licenziamenti e optando per la non sostituzione del personale dimissionario. Il tasso di perdita di posti di lavoro è stato il più forte degli ultimi quattro mesi, con le aziende che hanno tuttavia dichiarato di aver una sufficiente capacità per completare i loro ordini in fase di lavorazione. Il tasso di smaltimento è stato generalmente in linea con quello osservato nei due mesi precedenti, risultando quindi nel complesso ancora relativamente netto.
Così come è costantemente accaduto negli ultimi tre anni e mezzo, a novembre l’attività di acquisto è nuovamente diminuita, anche se ad un tasso che è stato frazionale e il più debole di questo periodo.
Laddove le aziende hanno effettivamente acquistato beni aggiuntivi, sono state segnalate prestazioni dei fornitori peggiori, legate a problemi logistici e ritardi nella consegna di beni con una lavorazione più complessa.
Le aziende hanno usufruito delle giacenze degli acquisti esistenti per far fronte alle esigenze di produzione. Anche se solo marginalmente, ciò ha segnato la quarta diminuzione delle scorte consecutiva su base mensile.
Riflettendo prezzi delle materie prime più elevati, le spese operative affrontate dalle aziende manifatturiere sono aumentate ad un tasso maggiore mai visto in esattamente tre anni. Sebbene le aziende abbiano in parte trasferito parte degli aumenti ai loro clienti, l’incremento dei prezzi di vendita è risultato relativamente lieve.
Con l’obiettivo di migliorare le condizioni di mercato, le aziende del settore manifatturiero italiano sono rimaste fiduciose in un aumento della produzione nei prossimi 12 mesi. Sebbene in calo rispetto a ottobre, l’ottimismo è rimasto al di sopra della tendenza.
Commento
Analizzando i dati PMI, Nils Müller, Junior Economist, presso Hamburg Commercial Bank, ha riportato: “L’indagine di novembre ha portato con sé una gradita ripresa per il settore manifatturiero italiano. Attestandosi a 50.6, rispetto a 49.9 di ottobre, il PMI principale è tornato a crescere, anche se marginalmente, segnando il miglioramento più forte da marzo 2023. In generale la ripresa ha principalmente ricevuto la spinta dal rinnovato incremento dei nuovi ordini, cresciuto al ritmo più rapido in oltre tre anni e mezzo. Le esportazioni hanno dato un impulso significativo, ponendo quindi fine a una serie di calo di cinque mesi e registrando il suo aumento più netto dall’inizio del 2022. L’espansione della produzione è rimasta tuttavia indietro, con una crescita lieve e con un calo dell’attività riportata dai produttori di beni di consumo. Malgrado un notevole miglioramento degli ordini ricevuti, le aziende manifatturiere italiane sono rimaste caute in riguardo alle assunzioni, optando per licenziamenti e astenendosi dal sostituire il personale dimissionario. Anche l’attività di acquisto è calata, con le aziende che hanno utilizzato le giacenze esistenti per soddisfare le esigenze produttive. Le condizioni della catena di approvvigionamento continuano a riportare problemi, con tempi di consegna moderatamente più lunghi. Allo stesso tempo, le pressioni sui costi si sono intensificate notevolmente, con i prezzi di acquisto che sono aumentati al ritmo più rapido degli ultimi tre anni, favoriti dall’aumento dei costi delle materie prime. Sebbene i prezzi di vendita siano aumentati, il trasferimento ai clienti finali è stato limitato, indicando una contrazione dei margini. A novembre le aziende manifatturiere italiane sono rimaste ottimiste, e hanno previsto condizioni migliori per i prossimi 12 mesi. La speranza di una ripresa del mercato globale e di nuovi flussi di clienti hanno sostenuto tale fiducia, anche se l’ottimismo si è leggermente ridotto rispetto al mese precedente. Nel complesso, i dati di novembre indicano un fragile ritorno alla crescita per il settore manifatturiero italiano, sostenuto dalla domanda estera ma frenato da una persistente inflazione dei costi e da una maggiore cautela in termini di assunzioni.”
