Qual è la tua Nutella?

Ha costruito una delle più grandi aziende alimentari del mondo partendo da un’idea semplice e rigorosa: il successo non va moltiplicato, va protetto.

Michele Ferrero forse non è stato un imprenditore “visionario” nel senso spettacolare del termine. Parlava poco, decideva molto, non rinunciava mai alla qualità. E soprattutto aveva un’ossessione che oggi definiremmo strategica: difendere i pilastri irrinunciabili del suo business.

La sua idea di impresa

Per Ferrero l’azienda non era un catalogo di merci o una macchina di business con il motore sempre spinto al massimo.

Era un sistema coerente, dove pochi prodotti dovevano essere riconoscibili ovunque nel mondo, in grado di mantenere la stessa promessa nel tempo, di non tradire mai la fiducia del cliente.

La domanda che guidava le sue scelte non era: Cosa possiamo aggiungere? Ma: Cosa non dobbiamo rovinare?

I pilastri irrinunciabili secondo Michele Ferrero

Ferrero non ha mai dichiarato ufficialmente una “lista”, ma dalla sua storia decisionale emergono con chiarezza alcuni prodotti considerati intoccabili.

Nutella, il pilastro assoluto.

Grazie a una ricetta immutabile, nonostante le pressioni interne su costi e margini, la qualità delle materie prime non è mai stata negoziabile. La migliore garanzia della stessa esperienza di gusto ovunque nel mondo.

Ferrero considerava Nutella un patto di fiducia con il consumatore. Toccarla per inseguire il margine avrebbe significato tradire quel patto.

Kinder Cioccolato, il secondo grande pilastro.

Un prodotto semplice, quasi elementare, pensato per bambini e famiglie, con caratteristiche di sicurezza, qualità, riconoscibilità. Kinder Cioccolato rappresenta l’idea di cura.

Tic Tac, un pilastro diverso, ma strategico.

Prodotto iconico, identità fortissima, cambiamenti solo su gusti e formati, non sull’essenza. Per Ferrero era la dimostrazione che si può innovare un prodotto senza snaturarlo.

Ferrero Rocher, il pilastro della “regalabilità”.

Eleganza e coerenza estetica, posizionamento chiaro. Non doveva diventare popolare nel senso banale, ma restare speciale.

Cosa Ferrero NON ha fatto (ed è questa la lezione per noi)

  • Non ha moltiplicato le linee di prodotto solo perché il brand lo permetteva,
  • Non ha inseguito trend alimentari effimeri,
  • Non ha sacrificato la qualità per guadagnare di più.

Ha accettato di crescere più lentamente, pur di crescere in modo irreversibile.

La vera lezione manageriale

Michele Ferrero ci insegna che la vera forza di un’impresa matura non è aggiungere prodotti, ampliare continuamente l’offerta, ricercare il nuovo a tutti i costi.

È invece sapere cosa è intoccabile.

Ogni imprenditore, ogni manager dovrebbe potersi fermare e chiedersi:

  • Qual è la nostra “Nutella”?
  • Qual è il prodotto, il servizio o la competenza che non possiamo permetterci di rovinare?
  • Su cosa dobbiamo essere “conservatori”?

In un mondo che cambia vorticosamente, cavalca le mode del momento, e le brucia con la stessa rapidità, riflettere su cosa non cambiare è la nostra grande sfida.

Per Ferrero, la risposta a questa domanda veniva prima di ogni piano di sviluppo. Ed è per questo che la sua azienda non solo è cresciuta. Dura nel tempo.

La frase su cui riflettere

“Il futuro appartiene a chi sa rallentare prima di andare più veloce”, John Mainard Keynes economista britannico.

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