HCOB PMI® Flash: l’attività dell’eurozona di dicembre aumenta completando un intero anno solare di espansione

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Dalla lettura dei dati previsionali dell’indagine PMI®, per la prima volta dalla pandemia da Covid-19 la crescita dell’attività economica dell’eurozona è durata un intero anno solare. Tuttavia, quest’ultimo incremento della produzione è stato modesto e il più lento degli ultimi tre mesi. Anche il rialzo dei nuovi ordini si è indebolito a causa della maggiore riduzione di commesse estere, ma le aziende hanno assunto personale aggiuntivo per il terzo mese consecutivo. La fiducia è diminuita poiché l’ottimismo registrato tra le aziende dei servizi è stato molto inferiore, ed ha controbilanciato il miglioramento delle previsioni future del manifatturiero. Sul fronte dei prezzi, i tassi di inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita di fine anno si sono rafforzati.

Produzione e domanda

Dopo essere stato destagionalizzato, l’Indice HCOB PMI Flash Composito della Produzione dell’Eurozona, basato su circa l’85% delle consuete risposte finali dell’indagine e redatto da S&P Global, a dicembre è sceso a 51.9 dal valore finale di novembre di 52.8, restando tuttavia al di sopra della soglia di non cambiamento di 50.0 e perciò segnalando una nuova espansione mensile dell’attività economica di fine 2025. Il modesto incremento di dicembre segna una crescita mensile dell’attività economica ininterrotta per tutto il 2025. Prima di quest’anno, l’ultima volta che la produzione ha indicato una crescita mensile per l’intero anno solare è stato il 2019.

La crescita è stata di nuovo trainata dal settore terziario, che peraltro con dicembre ha registrato il settimo mese consecutivo di espansione dell’attività economica. Il tasso di espansione è stato elevato, ma indebolito rispetto a quello osservato a novembre. La produzione manifatturiera di dicembre ha nel frattempo indicato un marginale calo, estendendo la sequenza di crescita a nove mesi.

In linea con l’intero quadro economico dell’eurozona, la maggiore economia del blocco monetario (la Germania) ha indicato a dicembre un rialzo più lento della produzione. L’ultimo incremento è stato infatti modesto e il più debole degli ultimi quattro mesi. Allo stesso tempo, la produzione in Francia ha quasi raggiunto lo stallo, indicando a fine 2025 solo un aumento marginale. Il resto dell’eurozona ha di nuovo mostrato una forte crescita dell’attività economica, ma anche in questo caso il tasso di espansione è rallentato rispetto a novembre.

Come per l’attività economica, anche i nuovi ordini di dicembre sono aumentati modestamente e ad un ritmo più debole rispetto a novembre. Tuttavia, quest’ultima espansione è stata la quinta in altrettanti mesi. I nuovi ordini esteri (che includono il commercio intra-eurozona) continuano a diminuire e l’ultima riduzione è stata la più elevata da marzo. Le commesse internazionali hanno registrato un maggiore rallentamento nel manifatturiero rispetto al terziario.

Occupazione

A dicembre e per il terzo mese consecutivo, i livelli occupazionali del settore privato dell’eurozona sono aumentati. Il tasso di creazione di posti di lavoro è salito rispetto a novembre, restando tuttavia lieve a causa dei continui tagli registrati nel manifatturiero. Si è tuttavia riscontrato un incremento complessivo degli organici dell’eurozona, nonostante la leggera riduzione avutasi in territorio tedesco. La Francia ha indicato un marginale rialzo ed i numeri del resto dell’eurozona hanno segnalato un modesto incremento.

Ancora una volta a dicembre, le aziende hanno potuto ridurre il lavoro inevaso, estendendo l’attuale sequenza di riduzione a 33 mesi. Quest’ultimo calo è stato modesto, ma il maggiore degli ultimi tre mesi.

Prezzi

Le pressioni inflazionistiche in questo mese finale del 2025 si sono rafforzate, con sia i costi che i prezzi di vendita che hanno segnalato tassi di incremento maggiori di novembre. Nonostante questo, entrambe le medie annuali dei rispettivi indici hanno indicato il valore più basso dalla pandemia da Covid-19 (2020).

I dati di dicembre hanno indicato un forte aumento dei prezzi di acquisto, portando il tasso di inflazione al valore più alto in nove mesi. in entrambi i settori sono stati registrati incrementi più elevati, con il terziario che continua a segnalare rialzi più rapidi del manifatturiero. Quest’ultimo settore ha però indicato il più alto tasso di inflazione da agosto 2024. L’incremento dei costi in Germania ha toccato il record in un anno. Allo stesso tempo, aumenti più lenti sono stati registrati in Francia e nel resto dell’eurozona.

Il tasso di inflazione dei prezzi di vendita è rimasto modesto e solo lievemente più veloce rispetto a quello osservato nella precedente indagine. In quest’ultimo mese, il terziario ha indicato un rialzo più rapido mentre il manifatturiero ha segnalato prezzi di vendita pressoché invariati.

Scorte e catene di fornitura

A dicembre, le aziende manifatturiere dell’eurozona hanno fortemente ridotto la loro attività di acquisto ed al tasso più elevato da marzo. A loro volta anche le scorte degli acquisti sono diminuite, mentre la i tempi medi di consegna dei fornitori si sono allungati al livello massimo da ottobre 2022. Le aziende hanno ridotto le loro scorte dei prodotti finiti per il trentaduesimo mese consecutivo, anche se solo modestamente e al tasso più lento in cinque mesi.

Prospettive future

A dicembre, nei due settori monitorati si è riscontrata una notevole differenza tra le variazioni dei livelli di ottimismo. Le aziende del terziario hanno segnalato un crollo della fiducia che ha toccato i minimi da maggio, soprattutto a causa del repentino calo di ottimismo ai minimi in due anni e mezzo del terziario tedesco. D’altro canto, l’ottimismo dei manifatturieri dell’eurozona è salito al livello più alto da febbraio 2022. Combinando i due valori, la fiducia dell’eurozona è scesa ai minimi in sette mesi poiché il crollo dei servizi ha controbilanciato il miglioramento registrato dal manifatturiero.

Commento

Analizzando i dati PMI flash Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “A fine anno, la crescita economica è rallentata a causa di un lieve calo riportato dal settore manifatturiero e di un vigore più debole nel settore dei servizi, dovuto principalmente all’industria tedesca, dove la crisi si è intensificata. In Francia, invece, anche se un singolo valore mensile positivo non dovrebbe essere sopravvalutato, si sono registrati segnali di una cauta ripresa industriale. Tuttavia, il settore dei servizi, cresciuto nel mese scorso, è adesso in una fase di stagnazione, mentre le aziende terziarie tedesche hanno registrato un nuovo forte aumento dell’attività. In generale, il percorso verso il nuovo anno sembra piuttosto instabile. Nonostante un’espansione più lenta, il settore terziario continua a mostrare uno stato di salute relativamente buono. Le aziende non hanno motivo di lamentarsi dei nuovi ordini e quindi assumono nuovo personale. Guardando al futuro, le aziende hanno tuttavia espresso una maggiore cautela, in parte probabilmente dovuta al calo degli ordini in fase di lavorazione. Nel prossimo anno, prevediamo che il settore dei servizi continuerà ad avere un ruolo stabilizzante per l’intera economia, anche se una vera ripresa avrà successo solo se il settore manifatturiero riprenderà a crescere. A dicembre, l’inflazione dei costi nel settore dei servizi ha raggiunto il suo livello maggiore degli ultimi nove mesi. È probabile che la Banca Europea Centrale, che si riunirà il 18 dicembre e monitora particolarmente da vicino l’inflazione dei servizi, vedrà confermata la sua politica pubblica di mantenere invariati i tassi d’interesse, anche se è chiaro che la pressione sui prezzi, dovuta in parte agli aumenti salariali, è ancora notevole.”

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