Al lavoro fino al parto, oggi è possibile

Era attesa da tutti gli addetti ai lavori e da tutte le future mamme interessate che avevano già presentato domanda all’indomani dell’inserimento della misura nella legge di Bilancio 2019.
Con il consueto ritardo è arrivata la circolare dell’INPS, nello specifico la n° 148 del 12 Dicembre, che ha di fatto reso operativa la misura e fornito istruzioni in materia.
Ma vediamo nello specifico cosa cambierà davvero per le donne in gravidanza e maternità.
Le future mamme lavoratrici possono chiedere dunque di restare in ufficio o azienda fino al giorno prima della nascita del figlio, per stare a casa retribuite nei primi cinque mesi di vita del bebè, salvo il via libera del medico.
La nuova norma aumenta la flessibilità nella gestione del periodo di astensione obbligatoria di 5 mesi previsto dalla legge sulla tutela della maternità in Italia.
Ciò significa che, oggi, la donna lavoratrice ha un ventaglio di possibilità più ampio rispetto al passato. Ha la facoltà di scegliere la classica formula 2+3 (2 mesi prima e 3 dopo il parto) oppure 1+4 (1 mese prima e 4 dopo la nascita) oppure, novità, può decidere di godere dei 5 mesi di astensione obbligatoria esclusivamente dopo l’evento del parto.
Unica condizione richiesta, come riporta la circolare in commento, è la presentazione, di un valido certificato medico attestante che non ci sia pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro e che quindi si possa continuare a lavorare fino al giorno prima della data presunta del parto o comunque fino al giorno della nascita, nel caso fosse posticipata.
Nulla cambia dal punto di vista contributivo e previdenziale. Sul primo frangente, le indennità, riconosciute alla lavoratrice, garantiscono il 100% della retribuzione. Sul frangente previdenziale invece, continuerà ad operare la contribuzione figurativa garantita dall’INPS per tutto il periodo di astensione.
Tale opzione di astensione post-parto si applicherà anche alle lavoratrici iscritte alla Gestione separata INPS, in quanto le forme e le modalità di tutela della maternità sono le medesime di quelle previste per il lavoro dipendente.
Ma come impatta tale modifica sulle imprese?
Tale intervento si inserisce perfettamente nel solco creato dal recente legislatore, volto sempre più a flessibilizzare le modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, di cui il lavoro agile, o smart working per gli amanti degli inglesismi, ne è l’emblema.
Con questo tipo di congedo, magari affiancato al lavoro agile, si può, ad esempio, permettere alla madre lavoratrice di operare da casa o da qualsiasi luogo nel periodo dove non vige il divieto di prestare attività lavorativa, offrendo la possibilità di rendere compatibile la maternità con il proseguo dell’attività lavorativa il piu’ a lungo possibile.
Tutto ciò quindi potrebbe rappresentare per l’impresa un importante strumento gestionale, riducendo al massimo l’impatto che l’azienda deve sostenere per ri-organizzare il lavoro durante il periodo di assenza della lavoratrice dipendente.

Consulente del lavoro, Studio Mussi Restani & Partners
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