Al via oggi la ricerca Fim-Cisl su smart working, in collaborazione con ADAPT e Università Cattolica

 Al via oggi la ricerca Fim-Cisl su smart working, in collaborazione con ADAPT e Università Cattolica

Fim-Cisl, Adapt e Università Cattolica lanciano oggi una grande campagna di ricerca per sondare le reali condizioni dei lavoratori metalmeccanici in smart working. 

Secondo i dati Istat, a più di un anno dallo scoppio della pandemia sono oltre 500mila i lavoratori metalmeccanici che lavorano in modalità agile. E proprio la diffusione capillare di questa modalità di lavoro, fino a poco tempo fa riservata a poche migliaia di lavoratori, motiva la campagna di ricerca promossa dalla Fim-Cisl, che consiste in un questionario online, di facile e rapida compilazione, volto a conoscere la qualità del lavoro in smart-working e il suo impatto sulla vita personale e familiare. Il questionario avrà inoltre una funzione autovalutativa, permettendo al lavoratore di verificare subito se l’esperienza di lavoro agile è legalmente genuina o no, e di esprimersi in merito al welfare contrattuale.

Secondo Emmanuele Massagli, Presidente ADAPT, tale questionario sullo smart-working è anche un ottimo strumento per fotografare cosa sta succedendo nelle imprese metalmeccaniche valorizzando lo sguardo dei lavoratori e non solo delle imprese. “I risultati” prosegue Massagli “saranno un prezioso supporto a chi sarà chiamato a impostare la riforma della legge 81/2017, come più volte annunciato dalla politica”.

L’auspicio del Segretario generale della Fim-Cisl Roberto Benaglia è che il lavoro agile, superata questa fase emergenziale legata al contenimento del contagio da Coronavirus, possa essere regolato dalle parti sociali, che dovranno intervenire su aspetti fondamentali quali il diritto alla disconnessione, la conciliazione vita-lavoro, la promozione della formazione professionale e la garanzia della sicurezza sul lavoro. È su questi aspetti che si concentra il questionario, che fornirà così non solo un quadro della situazione attraverso le elaborazioni di Adapt e dell’Università Cattolica, ma contribuirà a dare forma alle politiche sindacali sul lavoro agile partendo dall’ascolto dell’esperienza dei singoli lavoratori.

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