All’inizio del quarto trimestre, il PMI Flash dell’eurozona segnala di nuovo un calo

 All’inizio del quarto trimestre, il PMI Flash dell’eurozona segnala di nuovo un calo

Nel mese di ottobre, l’attività economica dell’eurozona ha riportato di nuovo una contrazione poiché l’accelerazione della crescita della produzione manifatturiera è stata superata dal peggioramento della flessione del settore terziario causato dalle crescenti preoccupazioni sul Covid-19. La Germania rappresenta l’unica nota positiva visto che la Francia ed il resto dell’eurozona hanno complessivamente registrato un declino più forte.

I tagli sull’occupazione si sono attenuati, mentre sono peggiorati gli indici che anticipano le tendenze. Il flusso dei nuovi ordini ha di nuovo segnato un calo e l’ottimismo sui prossimi dodici mesi è scivolato ai minimi da maggio. Allo stesso tempo, con il più rapido aumento dei costi, le pressioni deflazionistiche si sono allentate.

L’indice Flash IHS Markit PMI Composito dell’eurozona di ottobre è diminuito per il terzo mese consecutivo, scendendo a 49.4 da 50.4 di settembre e registrando dunque la prima contrazione dell’attività da giugno. Sebbene si sia mantenuto nettamente superiore al record minimo storico toccato durante il picco della pandemia nel secondo trimestre, questo nuovo declino aumenta la possibilità che nel quarto trimestre l’economia dell’eurozona indichi una nuova contrazione.

Oltretutto, l’indagine rivela tendenze di settore sempre più divergenti: la crescita della produzione manifatturiera, dovuta all’impennata dei nuovi ordini che hanno registrato il più rapido tasso di incremento da gennaio 2018, mentre l’attività del settore terziario ha indicato la seconda contrazione mensile consecutiva, registrando il calo più marcato da maggio. Escludendo il periodo di picco delle restrizioni da Covid-19 che va da marzo a maggio, quest’ultima contrazione dei servizi segna il valore peggiore in otto anni, con il flusso delle commesse in entrata anch’esso ridotto ad un tasso accelerato.

Anche all’interno dell’eurozona sono state registrate tendenze divergenti.

La Germania ha continuato a riportare una crescita costante, segnando una marginale riduzione da 54.7 a 54.5 e mostrando una forte espansione per il quarto mese consecutivo. Nonostante la produzione manifatturiera sia cresciuta ad un tasso che è stato superato solo due volte dall’inizio dell’indagine nel 1996, l’attività terziaria ha indicato la prima contrazione da giugno.

Allo stesso tempo la Francia ha osservato un deterioramento dell’attività economica per il secondo mese consecutivo, con il PMI flash composito che ha indicato un tasso di contrazione più forte scendendo da 48.5 a 47.3. Il secondo calo mensile consecutivo dei servizi è stato accompagnato da un indebolimento del tasso di crescita industriale.

Nel resto dell’eurozona, l’attività ha indicato il terzo mese consecutivo di contrazione, registrando il più rapido tasso di calo dall’inizio del 2013, escluso il periodo di picco pandemico. La forte espansione della manifattura è stata più che controbilanciata da un settore terziario in crescente contrazione.

Per l’ottavo mese consecutivo, l’occupazione si è a sua volta ridotta nell’intera eurozona. Il tasso di licenziamento si è però progressivamente ridotto dal record dello scorso aprile, indicando il valore più debole da marzo, all’inizio del periodo pandemico. Ciononostante, si è registrata la maggiore riduzione degli organici da giugno 2013, ovvero prima della pandemia.

Il calo dei posti di lavoro è stato riportato sia nel manifatturiero che nel terziario, con il primo settore che ha registrato il valore più alto. La riduzione del personale si è osservata in Germania, Francia e nel resto dell’eurozona ma l’economia tedesca ha mostrato segnali incoraggianti di un mercato del lavoro quasi stabile.

L’attuale necessità di ridurre il personale è stata in parte motivata all’eccesso di capacità operativa, come anche indicato dall’ennesima diminuzione degli ordini in giacenza. Il calo di commesse inevase si è limitato al settore terziario, mentre il manifatturiero ha riportato l’espansione maggiore da febbraio 2018, con la Germania in cima alla classifica, sottolineando pertanto le tendenze sempre più divergenti dei due settori.

In merito ai prezzi, ad ottobre le pressioni deflazionistiche si sono moderate. I prezzi medi di vendita di beni e servizi sono diminuiti per l’ottavo mese consecutivo, ma ad un tasso minore fino a segnare il valore più debole della sequenza. Nel manifatturiero i prezzi medi di vendita sono leggermente aumentati, mentre nel terziario hanno continuato a ridursi. La Germania, con il primo rialzo dei prezzi di vendita da febbraio, ha registrato il maggior aumento della pressione sui prezzi.

Con il maggiore aumento dei prezzi di acquisto da febbraio, riportati sia dal manifatturiero che dal terziario, sono apparsi evidenti i segnali di una crescente pressione sui costi.

In merito alle prospettive future, le aspettative economiche sui prossimi 12 mesi sono crollate al valore minimo da maggio, peggiorando sia nel manifatturiero che nel terziario, e soprattutto quest’ultimo che ha indicato un calo severo dell’ottimismo. La Francia ha registrato un livello di fiducia particolarmente contenuto.

Commento

Commentando i dati PMI Flash, Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit ha dichiarato: “Ad ottobre, a causa dell’ennesimo crollo dell’attività per via della seconda ondata di infezione, il settore dell’eurozona rischia sempre di più di precipitare in una doppia contrazione. L’indagine ha rilevato un’economia divisa in due. Quella manifatturiera si sta godendo la crescita più veloce da inizio 2018 causata del forte aumento dei nuovi ordini per via dell’incremento della domanda globale. L’intensificarsi delle restrizioni da Covid-19 ha avuto però un impatto negativo sempre più forte sul settore dei servizi, dovuto soprattutto al massiccio indebolimento della domanda nell’industria ricettiva. La divergenza è ancora più estrema a livello nazionale. Mentre la Germania è favorita dalla piena espansione del settore manifatturiero ad un livello superato solo due volte nel corso storico di 25 anni dell’indagine, il resto della regione è caduta in una sempre più profonda contrazione. Malgrado la contrazione generale sia rimasta solo modesta, e molto più lieve di quanto osservato durante il secondo trimestre, l’idea di scivolare nuovamente in recessione di certo eserciterà una maggiore pressione sulla BCE per aggiungere nuovi stimoli e sui singoli governi nazionali nell’attutire l’impatto delle misure di contenimento da Covid-19. Tale situazione non solo diventerà ad ottobre sempre più rigida, ma pare che a novembre si intensificherà ulteriormente”.

Foto di Karolina Grabowska da Pexels

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