Amazon all’attacco di Esselunga?

 Amazon all’attacco di Esselunga?

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[dropcap]I[/dropcap]n Italia l’eCommerce è una realtà solida con crescite a 2 cifre. Eppure, il cosiddetto reparto grocery – fatto per capirci delle cose che si comprano al supermercato – pesa soltanto l’1% del commercio online. Fino ad ora, almeno.

Andiamo per ordine. In Italia l’unico catena ‘tradizionale’ che venda i suoi prodotti anche su internet è Esselunga. È vero che anche Coop, almeno in alcune aree, offre un servizio di eCommerce; tuttavia, lo fa focalizzandosi su alcune merceologie. Il gruppo di Limito di Pioltello, invece, vende online quello che potreste trovare in un suo superstore o quasi.

Questo, per tornare da dove siamo partiti, giustifica anche la bassa incidenza del comparto alimentare in senso stretto sul commercio internet in Italia. Dei 15 miliardi circa che verranno spesi su internet nel 2015, solo l’1% viene dal grocery. Ma per dare la dimensione di quanto questo reparto non sia stato ancora sviluppato, basta far notare che ad oggi vale circa lo 0,1% del totale food che viene venduto in Italia on/offline (dati: osservatori.net).

L’opportunità, nel paese del cibo e nell’anno di EXPO, sembra enorme.

E alcune indiscrezioni dicono che Jeff Bezos, il numero 1 di Amazon, la voglia cogliere.

Anche qui va dato un po’ di background. Amazon ha già provato – almeno 2 volte – ad entrare con decisione in questo reparto. Lo scorso anno sembra lo abbia fatto in maniera più decisa che mai, partendo con un test in alcune città americane. Il test si chiama Amazon Fresh e il servizio offre quello che si può trovare in un supermercato, giù già fino ad un servizio di gastronomia con piatti pronti consegnabili in 1 ora.

Ora questo servizio sembra guadagnerà – dopo New York, San Francisco e poche altre città privilegiate e adatte ad un test – nuovi territori. Non solo, sul negozio online più grande del mondo arriveranno anche prodotti alimentari a marchio Amazon. In questo contesto si collocano le indiscrezioni di uno sbarco del servizio in Europa. E dell’Italia come paese prescelto per partire.

Per Amazon – se le voci verranno confermate – 3 saranno gli ostacoli per il lancio del servizio.

Il primo è il problema logistico: in Italia l’efficacia delle consegne espresso si scontrano con problematiche sia legate alla conformazione territoriale che alle inefficienze dei servizi di molti dei provider.

Il secondo è quello dei prezzi al consumo: in Italia i prezzi dei prodotti sono estremamente localizzati perché dipendono dalla frammentazione della distribuzione e dalle logiche di piazza, per cui punti vendita di una stessa area si fanno concorrenza tra loro e su questo basano le loro scelte di pricing; questo è un problema per Amazon nella misura in cui ad oggi i prezzi dei prodotti sullo shop sono gli stessi per tutta Italia.

Il terzo ostacolo si chiama Esselunga: il vantaggio competitivo del player di riferimento potrebbe dar fastidio, dalla periferia di Milano, al top e-retailer globale.

Federico Corradini
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