Aree geografiche a confronto: il sud è più felice al lavoro

 Aree geografiche a confronto: il sud è più felice al lavoro

La terza analisi dellAssociazione “Ricerca Felicità” sullo stato di felicità e benessere dei lavoratori italiani evidenzia che il sud rappresenta, al momento, l’area geografica italiana più felice e soddisfatta del proprio impiego. La survey, che ha coinvolto 1314 lavoratori attivi, fornisce il primo sistema di misurazioni oggettive in Italia e invita istituzioni, organizzazioni profit e non profit, scuole, enti educativi e media al confronto, fornendo il punto di partenza di un’analisi che sarà svolta anno su anno.

Abbiamo voluto approfondire quanto i lavoratori attivi hanno voluto segnalarci attraverso il primo questionario dell’Osservatorio. Sentivamo la necessità di scaglionare ulteriormente i dati dividendoli per genere, generazione e area geografica” afferma Sandro Formica, Vice Presidente e Direttore scientifico dell’Associazione Ricerca Felicità. “Se alcuni dati erano già visibili a occhio nudo, analizzando in maggior dettaglio la significatività statistica, ci siamo sorpresi di alcuni risultati, soprattutto per quanto riguarda le differenze per aree geografiche, dove è emerso un sud più felice sul posto di lavoro ma, di contraltare, un nord-est in sofferenza.”

Alla domanda “Quando mi sveglio per andare a lavorare mi sento felice?” si delinea una forte positività al sud – una concentrazione di risposte con punteggio tra 4 e 6 su una scala da 1 a 6, dove 1 corrisponde a “per niente d’accordo” e 6 a “totalmente d’accordo”- ma una forte negatività al nord-estdove la maggior parte delle persone ha risposto con una concentrazione di risposte da 1 a 3.
Il sud risponde positivamente anche alle domande “Quando lavoro mi appassiono tanto da dimenticare tutto il resto?” con il 67.7% della popolazione ponderata, “Sento un forte senso di appartenenza alla mia organizzazione?” con il 68.7% e “I miei meriti vengono riconosciuti?”con il 58.2%.
Il nord-est risponde rispettivamente con il 57.0%, 55.5% e 41.0%.

“Quest’analisi ci ha stupito e interrogato perché ha messo in evidenza come la presunta correlazione tra felicità e produttività non sia stabile nelle regioni italiane del nord-est. Oggettivamente parlando si tratta di regioni con un alto tasso di produttività, che tuttavia non si sentono pienamente appagati sul lavoro. Sarebbe molto interessante approfondire questo aspetto per comprenderne le ragioni di fondo.” afferma Elga Corricelli, co-founder dell’Associazione Ricerca Felicità. 

Ci sono differenze importanti anche tra i due estremi settentrionali della Penisola, dove il nord-est – formato da Triveneto e l’Emilia-Romagna – sembra segnalare un maggior senso di isolamento (34.4%), meno felicità (65.6%) e una maggior sensazione di essere tagliati fuori rispetto (34.4%) al nord-ovest – formato da Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia relativamente con il 20.4%, 79.4% e 19.7%.

Complessivamente, dunque, il nord-ovest presenta una popolazione attiva che si ritiene felice e per nulla isolata dagli altri, ma non molto gratificata del proprio impiego e delle opportunità che offre, fatta eccezione per il senso di appartenenza all’organizzazione, che invece è ben sentito dai lavoratori (62.6%).
Spostandosi al centro Italia si denota un benessere stabile e una forte coesione sociale, sebbene, anche in questo caso, emerga l’insoddisfazione riguardo l’attività lavorativa. Questo malcontento aumenta volgendo lo sguardo verso le opportunità professionali.

“In linea generale, escludendo le regioni meridionali non vi è una forte soddisfazione tra i lavoratori: la popolazione attiva del sud è l’unica a rispondere positivamente anche all’affermazione “Quando lavoro mi appassiono tanto da dimenticare tutto il resto”. Possiamo quindi affermare che il sud Italia è più felice, più appagato e appassionato alla sua attività lavorativa, nonostante provi un leggero senso di isolamento” afferma Elisabetta Dallavalle, Presidente dell’Associazione Ricerca Felicità. “Non abbiamo risposte certe e non le cercavamo, volevamo avere dei dati oggettivi su cui partire per farci le giuste domande. Il nostro invito alle istituzioni e ad ogni sorta di organizzazione per un confronto costruttivo su cosa si celi dietro alle sensazioni emerse, è sempre valido.” 

La survey ha coinvolto 1314 partecipanti suddivisi in lavoratori dipendenti (72,3%) e liberi professionisti (27,7%), nello specifico 759 uomini e 555 donne, appartenenti a diverse generazioni (Baby Boomers – Generazione X – Millennials – Generazione Z) e dislocati sul territorio nazionale (Nord-Ovest – Nord-Est – Centro – Sud), con l’obiettivo di ottenere una panoramica sullo stato di felicità e soddisfazione lavorativa della popolazione italiana attiva.

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