Artigiani e micro e piccole imprese milanesi hanno aderito al Patto per il lavoro

 Artigiani e micro e piccole imprese milanesi hanno aderito al Patto per il lavoro

“Il Patto per il lavoro vuole rappresentare l’alleanza di tutti gli attori pubblici e privati della Grande Milano per sostenere con misure concrete lo sviluppo economico delle imprese e l’occupazione. Misure che si possono identificare nella città della formazione, delle opportunità, del buon lavoro e del rilancio”.

Con queste parole Stefano Valvason, Direttore Generale di A.P.I., ha commentato l’adesione delle associazioni artigiane e delle piccole imprese industriali di Milano – Unione Artigiani, ACAI/Casartigiani, CNA, APA-Confartigianato, A.P.I. – al Patto sottoscritto ad aprile di quest’anno tra il Comune di Milano e otto soggetti coinvolti attivamente nei processi di impiego della città: CGIL, CISL, UIL, Camera di commercio, Confcommercio, Assolombarda, AFOL e Città metropolitana di Milano. In questi mesi hanno poi aderito le università milanesi, la rete Its, il Forum Terzo settore, Assolavoro, Associazione Enti di formazione, l’Alleanza cooperative.

Un Patto per il futuro dell’artigianato e delle PMI

27 mila imprese e oltre 50 mila lavoratori assunti: queste due cifre ben sintetizzano la forza del mondo che ha deciso di aderire al Patto del lavoro, uno strumento per far tornare Milano al livello delle maggiori città europee per occupazione, qualità del lavoro, sviluppo economico, attrattività e crescita dei talenti, ma anche tutela dei diritti, in particolare delle donne e dei giovani, e modalità di lavoro innovative.

L’adesione delle associazioni artigiane e piccole imprese industriali al Patto per il lavoro è dettata dalla necessità di rispondere alle sfide del futuro: la crescente disaffezione dei giovani al lavoro artigianale, il rischio estinzione per l’artigianato di qualità, la mancanza di tecnici specializzati, l’innovazione che impatta sui vecchi mestieri, l’impegno per la sostenibilità, il caro-prezzi e l’eccessivo carico burocratico.

“La firma del Patto per il lavoro da parte delle associazioni artigiane e del mondo delle piccole imprese non è burocrazia – ha commentato il Sindaco di Milano Giuseppe Sala -. Il periodo storico che stiamo vivendo ci impone di agire per creare lavoro. Questo è il momento delle idee e delle soluzioni, da trovare insieme, consapevoli del significativo contributo che il settore delle piccole imprese artigiane e industriali danno allo sviluppo e alla crescita di Milano e dell’intero Paese”.

“Il tessuto economico che nel nostro territorio è composto in gran parte da piccole imprese – ha dichiarato Alessandro Fedeli, Presidente ACAI/Casartigiani – se sostenuto da un rapporto stretto con le istituzioni, può produrre stimoli importanti verso l’innovazione ed è destinato a far crescere l’offerta favorendo l’occupazione soprattutto giovanile. Le imprese artigiane che operano a Milano stanno cercando soluzioni logistiche in un territorio fortemente trasformato. Il Patto per il lavoro può valorizzare i mestieri che si richiamano alla cultura artigiana favorendo una politica che consenta di conciliare produzione e rispetto dell’ambiente”.
“Il Patto per il lavoro – secondo Gianni Barzaghi, Apa-Confartigianato Milano – tocca temi fondamentali per le nostre imprese e i nostri artigiani, in primis quello di creare un humus favorevole alla crescita delle realtà che scelgono Milano per la loro avventura, con prodotti e servizi che nascono nella ‘city’ e trovano un pubblico che va ben oltre i confini cittadini. La cultura d’impresa è questione nodale perché permette di veicolare ai giovani il bello del saper fare, del mettersi in gioco in prima persona e guidare attività che diano lavoro e creino valore. In questo senso lo sguardo al futuro è l’elemento che può fare la differenza, lavorando per mitigare la distanza tra le esigenze delle imprese e il mondo della scuola. Lato aziende, il tema sta nel sostenere la transizione, che è insieme digitale ed ecologica, per costruire oggi radici solide assicurando sostenibilità e vita alle MPI, permeate di valore artigiano”.

Un Patto per la formazione e il ricambio generazionale

Il Patto per il lavoro, nell’intenzione dei sottoscrittori, dovrà anche porre rimedio alla ormai cronica mancanza delle figure professionali richieste dal mondo dell’artigianato e delle PMI. Alla presenza sempre più rara di figure artigiane come falegnami e tappezzieri e al rischio che gli antichi mestieri vadano persi per una disaffezione dei giovani, Milano risponderà investendo nella formazione e agevolando il ricambio generazionale, come ha affermato l’assessora allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro Alessia Cappello: “Riflettere sulla formazione, con riferimento a un ambito – quello dell’artigianato – che da tempo soffre la mancanza di un adeguato ricambio generazionale, è quanto mai necessario – ha evidenziato l’assessora Cappello –. Vuol dire uscire dalle enunciazioni astratte e cercare il modo, reale e concreto, per rispondere a un bisogno, per colmare un gap. È quello che vogliamo fare a partire da oggi, con questo incontro che non è solo un confronto ma è il proseguimento di un dialogo e di una collaborazione che, con l’adesione al Patto per il lavoro, non potranno che rafforzarsi. Per far sì che Milano sia città della formazione, delle opportunità, del buon lavoro e del rilancio serve impegnarsi coralmente, fare rete, cooperare e sostenersi a vicenda. E io ringrazio le associazioni di categoria che oggi, con la sottoscrizione del Patto, dimostrano di voler fare questo percorso con noi”.
“Formazione, innovazione, sinergia pubblico/privato e contaminazione di esperienze – ha aggiunto Paolo Galassi, Presidente A.P.I. – sono la chiave per il futuro delle PMI. Milano è la città del fare, con il Patto per il lavoro intendiamo contribuire sempre più fattivamente al rilancio imprenditoriale, all’incremento occupazionale e all’inclusività”.
“Con il Patto per il lavoro – ha sottolineato Stefano Fugazza, Presidente Unione Artigiani – dobbiamo avviare un progetto dal valore generazionale nella città simbolo dell’economia italiana. È una preziosa occasione per lanciare un messaggio forte e chiaro ai giovani: nell’artigianato ci sono spazi e opportunità di guadagno. Ripartiamo da loro, coinvolgiamoli già dalle scuole medie, promuoviamo incontri con i Maestri artigiani. Parliamo con i genitori. Pensiamo ai licei dei Made in Italy con un’attenzione alla rete, all’internazionalizzazione, alla Green Economy, alla capacità di fare impresa. Con la formazione e le politiche attive possiamo offrire una possibilità ai Neet come agli over 50 espulsi dal mercato di lavoro”.

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