Bankitalia, crescita moderata nel biennio 2014-15

In Italia il PIL, sostenuto dalle esportazioni e dalla variazione delle scorte, ha interrotto la propria caduta nel terzo trimestre del 2013. Sulla base dei sondaggi e dell’andamento della produzione industriale, la crescita del prodotto sarebbe stata appena positiva nel quarto trimestre. Gli indici di fiducia delle imprese sono ancora migliorati in dicembre, collocandosi sui livelli osservati all’inizio del 2011.
Il quadro congiunturale è tuttavia ancora molto diverso a seconda delle categorie di imprese e della localizzazione geografica. Al miglioramento delle prospettive delle imprese industriali di maggiore dimensione e di quelle più orientate verso i mercati esteri, si contrappone un quadro ancora sfavorevole per le aziende più piccole, per quelle del settore dei servizi e per quelle meridionali. Nonostante i primi segnali di stabilizzazione dell’occupazione e di aumento delle ore lavorate, le condizioni del mercato del lavoro restano difficili. Il tasso di disoccupazione, che normalmente segue con ritardo l’andamento del ciclo economico, ha raggiunto il 12,3 per cento nel terzo trimestre e sarebbe ulteriormente salito al 12,6 nel bimestre ottobre-novembre.
Le proiezioni sull’economia italiana per il prossimo biennio pubblicate nel Bollettino di Bankitalia confermano le indicazioni, presentate un anno fa e ribadite nello scorso luglio, che prefiguravano un punto di svolta dell’attività alla fine del 2013. Quest’anno si registrerebbe una moderata ripresa dell’attività economica, che accelererebbe, sia pur in misura contenuta, l’anno prossimo: dopo essersi ridotto dell’1,8 per cento nel 2013, il PIL crescerebbe dello 0,7 quest’anno e dell’1,0 per cento nel 2015.
La ripresa sarebbe trainata dalla domanda estera e dalla graduale espansione degli investimenti produttivi, favoriti dal miglioramento delle prospettive di domanda e dalle accresciute disponibilità liquide delle imprese, grazie anche al pagamento dei debiti commerciali pregressi delle Amministrazioni pubbliche. Le condizioni del credito rimarrebbero però ancora tese. Il rapporto tra investimenti e PIL si manterrebbe al di sotto della media storica. Resterebbero deboli i consumi. Il miglioramento dell’economia si trasmetterebbe con i consueti ritardi alle condizioni del mercato del lavoro: l’occupazione potrebbe tornare a espandersi solo nel 2015.
Le previsioni dell’inflazione al consumo per il biennio sono state riviste al ribasso, poco sopra l’1 per cento quest’anno, attorno all’1,4 il prossimo. Anche i prezzi interni, misurati dal deflatore del PIL, crescerebbero a un ritmo contenuto, per l’effetto degli ampi margini di capacità produttiva inutilizzata sulle politiche di prezzo delle imprese.
I rischi per la crescita, rispetto a questo scenario previsivo, restano orientati verso il basso. Se le condizioni di accesso al credito rimanessero restrittive più a lungo di quanto prefigurato o se i pagamenti dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche registrassero differimenti, la ripresa degli investimenti sarebbe ritardata. Il riaccendersi di timori sulla determinazione delle autorità nazionali nel perseguire il consolidamento delle finanze pubbliche e nell’attuare le riforme strutturali, o di quelle europee nel proseguire nella riforma della governance dell’Unione, potrebbe riflettersi sfavorevolmente sui tassi di interesse a lungo termine. Il rischio di una deflazione generalizzata resta nel complesso modesto, ma il calo dell’inflazione potrebbe essere più accentuato e persistente di quanto prefigurato, specie se la debolezza della domanda si riflettesse sulle aspettative.
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