Fisco, incentivi e formazione: ecco cosa chiedono le donne d’impresa del turismo
Si ritengono più innovative e “sostenibili”, ma pensano ancora poco alle vacanze al femminile.
Si ritengono più innovative e “sostenibili”, ma pensano ancora poco alle vacanze al femminile.
A febbraio 2022 vendite +0,7% su gennaio, +4,3% su base annua.
Prenotato il 62,4% delle camere disponibili. Tornano stranieri ma turismo extra-europeo non c’è. Non pervenuti i viaggiatori da Asia orientale, Europa dell’est e Russia, ma si vede qualche americano.
La maggioranza resterà nel Belpaese (89,5%), giro di affari di 7 miliardi.
Bocca (Federalberghi): non si può cantare vittoria ma è un bel segnale. Le nostre strutture percepite sempre più come luoghi sicuri.
La società di consulenza appartenente al Gruppo Fortitude apre le porte a sei ragazzi offrendo loro le capacità necessarie a intraprendere un percorso di successo nel mondo IT assumendoli sin da subito. Subito un contratto a tempo indeterminato e 3 mesi di formazione gratuita.
Il 32% delle piccole e medie imprese italiane ha aumentato la propensione all’acquisto di polizze dopo l’emergenza sanitaria.
Il caro energia pesa sulle aziende italiane ed europee, che temono ulteriori rincari. Ma molte aziende affermano anche che la crisi porta opportunità: prima di tutto, modificare le catene di fornitura, migliorare l’efficienza energetica e introdurre misure europee contro il carbon leakage.
Dal quarto Osservatorio Piccole Imprese Italiane di Credimi emerge che nel 2021 sono diminuite le motivazioni «emergenziali» per richiedere un finanziamento (mancanza di liquidità, pagamento fornitori) e aumentate quelle «di prospettiva di investimento» (rinnovare magazzino, assunzioni, formazione personale, e-commerce, acquisto strumenti e software). Aumentano gli importi ipotizzati per il prossimo finanziamento (ben il 39% delle imprese richiederà più di 100mila euro).
La disoccupazione estesa scende al 9,9%. La variazione dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto sale al 5,3% annuo. Le persistenti pressioni sui prezzi continuano a vanificare, in termini di disagio sociale, i miglioramenti registrati sul versante del mercato del lavoro.
Nel 2021 potere d’acquisto delle famiglie +2,1% sull’anno precedente.