Occupazione: nella Pa un fabbisogno di oltre 740mila dipendenti entro il 2025
Nei settori privati fabbisogno compreso tra 2,8 e 3,2 milioni di lavoratori.
Nei settori privati fabbisogno compreso tra 2,8 e 3,2 milioni di lavoratori.
IV trimestre 2020: deficit/PIL al 5,2%, reddito disponibile delle famiglie -1,8% dopo il rimbalzo del trimestre scorso.
Il sondaggio sui consumatori: incertezza contagia anche l’estate, 6 milioni di prenotazioni congelate dall’attesa delle restrizioni.
Espansione della produzione e dei nuovi ordini ai tassi più veloci in oltre tre anni. Aumenta la pressione sui prezzi per via del peggioramento delle interruzioni sulla catena di distribuzione. L’ottimismo rimane elevato, e incrementa la creazione occupazionale.
PMI finale del manifatturiero dell’eurozona di marzo a 62.5 (stima flash: 62.4, finale di febbraio: 57.9). Incremento record di produzione, nuovi ordini, esportazioni e attività di acquisto. I ritardi senza precedenti sulle forniture hanno causato il maggiore aumento dei costi di acquisto in dieci anni.
Gli ultimi numeri Istat ci descrivono un Paese in cui diminuisce l’occupazione e in cui si registra un aumento concreto sia degli inattivi che dei disoccupati.
Milano Exe: “Il 55% degli imprenditori è al primo posto come strumento per conoscere il candidato, sostituendo i test psicoattitudinali. Il 49% ne verifica l’attendibilità prima dell’assunzione e l’etica professionale”.
L’impatto della pandemia sul mercato del lavoro: l’analisi del Centro Studi di Assolombarda. Tra i settori più penalizzati: commercio, alberghi, ristorazione e servizi. Aumentano i lavoratori nell’industria e nella logistica, nelle costruzioni e nell’agricoltura.
L’attuale emergenza sanitaria da COVID-19 era ed è destinata ad impattare su società e imprese che, nonostante le varie restrizioni, continuano ad esercitare la propria attività e, con ciò, necessariamente anche sull’eventuale aggiornamento del modello di organizzazione e gestione ex D.lgs. 231/2001 e sull’attività dell’Organismo di Vigilanza che se ne siano dotate.
La concorrenza sleale dell’abusivismo, ampliata a seguito dei lockdown e la chiusura delle attività del benessere nelle aree a maggiore rischio, determina gravi effetti negativi sulle imprese regolari del settore.