CGIA: nel 2020 è crollato l’artigianato a Venezia

 CGIA: nel 2020 è crollato l’artigianato a Venezia

Nel primo trimestre di quest’anno il numero complessivo delle aziende artigiane presenti in provincia di Venezia è diminuito di 122 unità. Questo risultato è stato ottenuto a seguito di 430 nuove iscrizioni e di 552 cessazioni avvenute presso la Camera di Commercio di Venezia-Rovigo. Rispetto allo stesso periodo del 2019 la situazione è leggermente peggiorata: nel primo trimestre dell’anno scorso il saldo era stato più contenuto e pari a -86.

“Quando si faranno sentire anche gli effetti negativi del Covid 19, l’artigianato rischia di subire una contrazione pesantissima, in particolar modo nei piccoli Comuni. Molte attività – segnala il Presidente Roberto Bottan – a fronte dell’azzeramento degli incassi, degli affitti insostenibili e di una pressione fiscale eccessiva, non reggeranno il colpo e saranno costrette a chiudere. Se la ripartenza di tutti i settori non avverrà entro il prossimo mese di maggio, è verosimile che entro quest’anno il numero complessivo delle aziende artigiane presenti nel nostro territorio scenderà di almeno il 20-25 per cento”.

Dalla CGIA fanno sapere che chi è stato costretto a chiudere per decreto dallo scorso 12 marzo a causa del Covid-19 è allo stremo. Orafi, sarti/abbigliamento, pasticcerie, gelaterie, calzolai, barbieri, parrucchieri, estetiste, edili, fioristi, fabbri, metalmeccanici, etc., attendono di poter riaprire per recuperare nella seconda parte dell’anno almeno una parte dei mancati incassi persi fino ad ora.

Ma anche chi ha potuto tenere aperta l’attività non ha incassato pressoché nulla. Non essendoci persone in circolazione, taxisti, autonoleggiatori, ottici, fotografi, pulitintolavanderie, carrozzieri e autoriparatori non hanno battuto chiodo.

Lo stato di crisi in cui versa l’artigianato in provincia di Venezia ha comunque radici lontane che risalgono alla crisi 2008-2009. Negli ultimi 10 anni, infatti, in provincia di Venezia abbiamo perso oltre 2.600 aziende artigiane (-12,4%): una vera ecatombe. Al 31 dicembre 2019 le aziende artigiane attive ammontavano a 18.622.

“Quasi il 60 per cento della contrazione delle imprese artigiane registrata in questi ultimi 10 anni – conclude Bottan – riguarda attività legate al comparto casa. Edili, lattonieri, posatori, dipintori, elettricisti, idraulici, etc. hanno vissuto anni difficili e molti sono stati costretti a gettare la spugna. La crisi del settore e la caduta verticale dei consumi delle famiglie sono stati letali. Certo, molte altre professioni artigiane, soprattutto legate al mondo del design, del web, della comunicazione, si stanno imponendo. Purtroppo, le profonde trasformazioni in atto e la drammatica crisi dovuta al Coronavirus che vivremo nei prossimi mesi cancelleranno molti mestieri che hanno caratterizzato la storia dell’artigianato e la vita di molti quartieri e città”.

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