Con il rilancio del terziario, ostacolato dal peggioramento della contrazione manifatturiera, l’indice PMI Flash segna il valore minimo in tre mesi

 Con il rilancio del terziario, ostacolato dal peggioramento della contrazione manifatturiera, l’indice PMI Flash segna il valore minimo in tre mesi

Secondo gli ultimi dati dell’indagine HCOB PMI Flash prodotta da S&P Global di maggio, l’economia dell’eurozona segna il quinto mese consecutivo di crescita, registrando una forte espansione economica nel secondo trimestre. Tuttavia, il tasso di crescita è diminuito a causa del flusso dei nuovi ordini quasi allo stallo, generando una crescita sempre più disomogenea. Il forte aumento del settore terziario si è contrapposto ad un calo maggiore della produzione industriale, legati a loro volta al divario sempre più ampio tra il rilancio della domanda dei beni e dei servizi.

Settorialmente, anche l’andamento dell’inflazione ha indicato tassi diversi. La ripresa della domanda post pandemica ha aumentato il potere sui prezzi del terziario, consentendo il trasferimento dei costi più alti, soprattutto salariali, sui clienti. Tutto ciò si è trasformato in un tasso di inflazione dei prezzi di vendita forte e accelerato nel settore dei servizi, mentre il manifatturiero, a causa della debole domanda e dei bassi prezzi dei materiali dovuti all’eccedenza delle scorte, ha spinto i prezzi di vendita al ribasso per la prima volta da settembre 2020.

Visti i crescenti timori sul futuro dell’economia, la fiducia sull’attività futura è nel frattempo crollata ai minimi in cinque mesi, continuando a calare al di sotto della media di lungo termine dell’indagine, ma mantenendo comunque valori superiori ai minimi dello scorso anno.

L’ottimismo è stato particolarmente debole nel manifatturiero ma è rallentato anche nel settore terziario.

Produzione e domanda

L’Indice HCOB PMI Flash della Produzione Composita dell’eurozona destagionalizzato, calcolato sulla base di circa l’85% delle consuete risposte dell’indagine, ha registrato a maggio la quinta espansione mensile. Posizionandosi su 53.3 rispetto a 54.1 di aprile, il flash ha segnalato un rallentamento del tasso di crescita segnando il valore minimo in tre mesi ma indicando comunque una crescita robusta, la terza più alta in un anno.

Il divario di crescita tra manifatturiero e terziario si è tuttavia ampliato ancora di più, sottolineando una ripresa sempre più disomogenea. Mentre la crescita dei servizi è salita al secondo valore più rapido dell’ultimo anno, rallentando il livello di espansione rispetto all’apice di aprile, la produzione manifatturiera si è contratta fortemente, segnando il crollo più veloce in sei mesi. Lo scarto tra la migliore prestazione del terziario e quella del manifatturiero è stato il più ampio da gennaio 2009. L’indagine non aveva mai segnalato un’espansione di tale portata dei servizi contemporanea ad una contrazione del settore manifatturiero.

Il divario settoriale è stato ancora più elevato nei nuovi ordini, che nel terziario hanno indicato il quinto mese consecutivo di aumento, nonostante sia stato il più debole in tre mesi. Nel manifatturiero invece, la ricezione dei nuovi ordini ha indicato una maggiore contrazione, registrando un divario rispetto ai servizi che non si vedeva dal 2008. Complessivamente i nuovi ordini sono aumentati solo marginalmente e al tasso più lento in quattro mesi, indicando quasi uno stallo della crescita complessiva della domanda.

Di conseguenza, l’aumento della produzione dell’eurozona ha superato quella dei nuovi ordini ad un livello mai osservato dall’inizio del 2009. Il tasso relativamente più rapido di crescita della produzione è stato di nuovo sostenuto dal completamento degli ordini che le aziende avevano ricevuto nei mesi precedenti, causando un tasso maggiore di calo del lavoro inevaso, anche se solo nel manifatturiero (sebbene le commesse inevase del terziario siano aumentate solo leggermente).

Occupazione

Anche l’andamento del mercato del lavoro ha indicato valori settoriali diversi. Se l’occupazione manifatturiera è aumentata solo lievemente, indicando il minor tasso di creazione occupazionale in 28 mesi, le assunzioni del terziario hanno riportato il secondo valore più alto in un anno. La crescita complessiva di posti di lavoro è stata quindi più debole di aprile, restando comunque la seconda maggiore negli ultimi 11 mesi.

Prezzi

Dopo l’ampio rallentamento registrato nell’arco dell’ultimo anno, i prezzi medi di vendita di beni e servizi hanno indicato a maggio il rialzo più lento in 25 mesi. Rispetto alla media storica, tuttavia, il tasso di incremento si è mantenuto elevato e nettamente superiore alla media del decennio pre-pandemico. Anche se i prezzi di fabbrica sono diminuiti per la prima volta da settembre 2020le tariffe medie applicate dai servizi hanno comunque indicato un brusco rialzo, con un’accelerazione del tasso di inflazione rispetto ad aprile.

Se il divario settoriale del trend inflazionistico rispecchia in parte la differenza delle condizioni della domanda, con il settore terziario che sta registrando un maggiore potere sui prezzi visto il rilancio della domanda mentre i produttori di beni riportano la crescente necessità di offrire sconti per stimolare le vendite, l’indagine ha mostrato anche un più ampio divario di costi sostenuti.

prezzi di acquisto del settore manifatturiero sono diminuiti per il terzo mese consecutivo e al tasso più elevato da febbraio 2016, spinto al ribasso dai ridotti costi dell’energia e di molti altri beni per la sovrabbondanza dell’offerta. I tempi medi di consegna si sono accorciati per il quarto mese consecutivo, con migliorate condizioni di approvvigionamento dovute anche al crollo della domanda di materie prime. Le aziende manifatturiere hanno registrato il più rapido ridimensionamento degli acquisti di materie prime in tre anni, causando il più veloce calo di scorte in tre anni e mezzo.

I prezzi di acquisto del terziario invece hanno continuato a salire vertiginosamente, ad un tasso che si è mantenuto elevato spesso a causa dei maggiori costi salariali. L’inflazione dei costi dei servizi è tuttavia diminuita moderatamente toccando i minimi da agosto 2021, contribuendo inoltre ad abbassare ai minimi da gennaio 2021 l’inflazione complessiva dei costi di beni e servizi.

Prospettive future

In ultimo, l’ottimismo per l’anno a venire è sceso ulteriormente rispetto al picco in 12 mesi di febbraio, riducendosi soprattutto nel manifatturiero ma perdendo terreno anche nel terziario, e segnando il valore minimo in cinque mesi. Nonostante la percentuale di aziende ottimiste superi quelle pessimiste, il livello complessivo di fiducia è continuato a diminuire rispetto alla media di lungo termine, segnando un valore particolarmente basso nel manifatturiero rispetto alla media storica. Se l’ottimismo è considerevolmente migliorato dai minimi di fine 2022 dovuti ai timori sull’energia e sulla fornitura, nei mesi recenti abbiamo assistito ad una flessione legata alle crescenti preoccupazioni sull’indebolimento della domanda e l’aumento dei tassi d’interesse, che stanno alimentando le incertezze sul futuro economico e aumentando i rischi di recessione.

Tendenze nazionali

Osservando la crescita dell’eurozona, l’espansione di maggio è stata guidata dalla Germania, dove la produzione ha indicato il tasso di crescita maggiore in 13 mesi, anche se solo nei servizi. La più forte espansione dell’attività terziaria da agosto 2021 è stata controbilanciata dalla più severa contrazione della manifattura tedesca in sei mesi. La Francia ha registrato il più basso tasso di espansione degli ultimi quattro mesi di ripresa, con un indebolimento della crescita dei servizi unita ad un nuovo forte calo della produzione di beni. Il resto dell’eurozona, invece, ha complessivamente riportato una crescita per il quinto mese consecutivo, che si è però indebolita segnando i minimi da febbraio a causa di un rallentamento dell’espansione del terziario, che comunque ha indicato valori sostenuti, ed una produzione manifatturiera sempre più in contrazione.

Commento

Commentando I dati PMI flash, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Grazie alle buone condizioni di salute del settore dei servizi, nel secondo trimestre il PIL dell’eurozona sembra aver segnato una crescita. Il manifatturiero ha però rallentato lo slancio dell’economia generale. Le aziende tedesche manifatturiere hanno osservato una contrazione particolarmente elevata, i nuovi ordini hanno infatti riportato un calo ancora più significativo di quelle francesi, con un indice della produzione che inoltre mostra un forte ribasso. Le aziende del settore manifatturiero sono risultate nel complesso meno ottimiste sulla loro produzione nei prossimi dodici mesi, a ciò si aggiunge non solo il forte declino dei nuovi ordini, ma anche le minori giacenze dei beni intermedi e di conseguenza dei loro acquisti. Secondo l’Eurostat, la situazione degli ordini non è però per niente catastrofica, in quanto in questo secondo trimestre lo stato degli ordini delle principali nazioni dell’eurozona rimane ancora ben al di sopra delle rispettive medie a lungo termine. La Banca Centrale Europea avrà di certo qualche difficoltà con i dati PMI relativi ai prezzi. Quelli di vendita del terziario, infatti, sono al momento aumentati ad un tasso maggiore rispetto al mese precedente ed è proprio sullo sviluppo dei prezzi di questo settore che la BCE sta vigilando. Un possibile ulteriore incremento dei prezzi impedisce alla banca centrale di fermare il rialzo dei tassi di interesse. Uno sviluppo positivo per i cittadini dell’eurozona è rappresentato dal fatto che le aziende continuano ad assumere personale. L’indice del livello occupazionale, come mostrato dal rispettivo indice PMI, continua a crescere anche se il settore industriale è più debole. Il rischio di una spirale recessiva, sotto forma di una riduzione occupazionale, e quindi di una flessione della domanda, che a sua volta causerebbe un ridimensionamento dei livelli del personale, è pertanto piuttosto ridotto in questo momento di carenza di manodopera a livello demografico.”

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