Con il rilancio dell’attività terziaria, il PMI Flash dell’eurozona segna un picco in 11 mesi

 Con il rilancio dell’attività terziaria, il PMI Flash dell’eurozona segna un picco in 11 mesi

All’inizio del secondo trimestre, gli ultimi dati raccolti da S&P Global durante l’indagine HCOB PMI Flash di aprile, l’attività dell’eurozona è accelerata segnando un picco di rialzo in 11 mesi ed indicando un maggiore slancio di espansione dell’economia. La crescita è legata al rilancio della domanda unito al più grande incremento occupazionale in quasi un anno. Le pressioni inflazionistiche, nel frattempo, sono diminuite ulteriormente, con un calo accelerato dei costi manifatturieri legato alla diminuzione record dei disagi della catena di approvvigionamento che ha a sua volta contribuito a ridurre il tasso d’inflazione complessivo dei prezzi di vendita, che ha segnato il valore più basso in due anni. Anche la fiducia sulle prospettive future ha resistito mantenendosi su valori nettamente più alti dei minimi dello scorso anno, nonostante le recenti tensioni del settore bancario.

Tuttavia, l’espansione si è mostrata sempre più sbilanciata, vista la sola spinta del terziario mentre la produzione del manifatturiero è ricaduta in contrazione a causa del crollo significativo della domanda di beni. Inoltre, nonostante abbiano indicato un ulteriore moderazione, i tassi di inflazione dei costi e dei prezzi di vendita sono rimasti elevati rispetto alla media storica, specialmente nel settore terziario.

Produzione e domanda

L’Indice Flash destagionalizzato HCOB PMI Composito della Produzione dell’Eurozona di aprile, che si basa su circa l’85% delle risposte finali, è aumentato per il sesto mese consecutivo salendo a 54.4 da 53.7 di marzo e toccando il valore più alto da maggio dell’anno scorso. L’ultima lettura ha indicato il quarto mese consecutivo di crescita registrando un tasso di espansione che sta accelerando da inizio anno, contrastando i sei mesi consecutivi di declino avutisi nella seconda metà del 2022.

Ad aprile, tuttavia, la crescita si è mostrata ancora più disomogenea, con il settore terziario che ha registrato la più forte espansione in un anno mentre la produzione manifatturiera ha indicato la maggiore contrazione da dicembre, ricadendo in contrazione dopo due mesi di marginale crescita. Lo scarto di crescita del terziario rispetto al manifatturiero è stato il più ampio da inizio 2009 e l’indagine non ha mai registrato finora valori di crescita così forti nel terziario contemporaneamente ad una contrazione del manifatturiero.

La migliorata prestazione è in parte dovuta alla crescita più veloce dei nuovi ordini. Misurati sia quelli del manifatturiero che quelli del terziario, i nuovi ordini di aprile sono aumentati per il terzo mese consecutivo segnando il più rapido tasso di espansione da maggio 2022. Va però aggiunto che, se la crescita del flusso delle commesse terziarie ha toccato un record da aprile 2022, i nuovi ordini del settore manifatturiero hanno indicato il calo più forte in quattro mesi.

La crescita degli ordini acquisiti è stata tuttavia inferiore a quella della produzione, il cui più rapido tasso di espansione ha beneficiato del supporto delle aziende che hanno evaso gli ordini ricevuti nei mesi precedenti, causando una riduzione degli ordini inevasi, anche se solo manifatturieri.

Occupazione

Se il calo degli ordini inevasi segnala minori necesssità produttive del manifatturiero nei mesi a venire, l’incremento delle commesse inevase terziarie annuncia una carenza di capacità operativa. Da qui, la crescita occupazionale nel manifatturiero è rallentata ai minimi negli ultimi 27 mesi, mentre le assunzioni del settore terziario sono salite al tasso più alto da luglio 2007. Nel complesso, si è registrato il maggiore aumento degli organici in 11 mesi.

Prezzi

Anche l’andamento dell’inflazione ha indicato forti variazioni settoriali. I prezzi di acquisto del settore manifatturiero sono diminuiti per il secondo mese consecutivo e al tasso più alto da maggio 2020, spinti al ribasso soprattutto dalla riduzione dei costi energetici, come un’altra buona parte di beni. I costi del terziario, invece, hanno continuato ad aumentare vertiginosamente, mantenendo un tasso di crescita elevato, spesso a causa dei più alti costi del personale. Tuttavia, l’inflazione dei prezzi di acquisto del terziario è diminuita leggermente, segnando il valore minore da febbraio 2021 e riducendosi così per il settimo mese consecutivo, pur restando molto più alta della media di lungo termine.

Anche i prezzi di vendita medi di beni e servizi hanno continuato a salire ad un tasso nettamente superiore alla media di lungo termine dell’indagine, anche se il tasso di incremento si è fortemente ridotto scendendo al valore più basso in due anni.

Nonostante abbia toccato i minimi in 15 mesi, l’inflazione delle tariffe applicate ai clienti del terziario è rimasta piuttosto elevata e più alta di qualsiasi altro valore riportato in contesto prepandemico. I prezzi di vendita del manifatturiero invece sono aumentati solo modestamente, registrando il minor rialzo da novembre 2020, con un forte rallentamento del tasso di inflazione rispetto ai forti valori avutisi ad inizio anno.

Oltre ai costi energetici, il fattore chiave che ha ridotto la pressione sui prezzi manifatturieri è stata la recente riduzione delle carenze della catena di fornitura unita al crollo della domanda, quest’ultima inasprita da una crescente tendenza di ridurre gli inventari. Aprile ha segnato il secondo mese consecutivo di miglioramento record dei tempi medi di consegna, indicando il trasferimento del potere sui prezzi dal venditore all’acquirente. Sempre ad aprile, il volume di beni acquistati dalle aziende manifatturiere è nel frattempo diminuito, crollando al tasso maggiore da novembre, mentre il livello degli inventari dei fattori produttivi ha indicato la maggiore contrazione da novembre 2020, riducendosi per il terzo mese consecutivo.

Prospettive future

Per concludere, l’ottimismo per i prossimi 12 mesi è diminuito di nuovo rispetto al picco in un anno di febbraio, scendendo sia nel manifatturiero che nel terziario, ma restando tra i valori più alti avutisi in quest’ultimo anno. Rispetto ai minimi indicati a fine dello scorso anno, la fiducia è migliorata considerevolmente e le aziende lo hanno collegato alla diminuzione delle preoccupazioni collegate al mercato energetico, ai minori rischi di recessione, al miglioramento della catena di approvvigionamento e al picco ormai raggiunto delle pressioni inflazionistiche.

Tendenze nazionali

Guardando gli andamenti nazionali dell’eurozona, anche se la produzione è aumentata per il terzo mese consecutivo, e a tassi di accelerazione simili sia in Francia che Germania, la ripresa è stata guidata dal resto della regione, anche se la crescita media ha indicato una leggera scivolata rispetto al picco in 11 mesi di marzo. Tale ribasso è stato causato dal nuovo declino manifatturiero che ha pesato sulla ripresa dell’attività terziaria. In Germania, la crescita ha toccato il valore più alto in 12 mesi, grazie alla più rapida espansione del terziario in un anno che ha contribuito a compensare un settore manifatturiero quasi in stallo. La Francia ha indicato l’espansione maggiore in 11 mesi, grazie ad un rilancio dell’attività terziaria in contrasto al crollo sempre più forte del manifatturiero, la cui produzione ha registrato il tasso di contrazione più elevato da maggio 2020, attribuito in parte ai recenti scioperi.

Commento

Commentando i dati PMI flash, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato:

“Gli indici HCOB PMI della zona euro mostrano una gradevole immagine complessiva di un’economia in continua ripresa. Uno sguardo più attento mostra però che tale espansione è molto sbilanciata. Per esempio, sta diventando sempre più ampio il divario tra la crescita galoppante di parte del settore dei servizi e l’indebolimento del settore manifatturiero. È inoltre degno di nota il forte declino della produzione manifatturiera della Francia, mentre in Germania lo stesso settore è ancora in leggera espansione.

L’andamento dei prezzi nel settore dei servizi continuerà probabilmente a destare preoccupazione alla Banca Centrale Europea (BCE). Secondo l’indagine HCOB PMI sia i prezzi di acquisto che quelli di vendita non stanno mostrando rallentamenti significativi nello slancio al rialzo. I prezzi dei servizi svolgono un ruolo particolarmente importante nel tasso d’inflazione di fondo sul quale la BCE si sta attualmente concentrando. In questo modo aumentano le possibilità che la BCE inasprirà la politica monetaria sempre di più, o per un periodo più lungo.

In termini di prezzi del manifatturiero, continua la tendenza al ribasso. Questo è accompagnato dalla constatazione che i tempi di consegna hanno continuato a ridursi notevolmente, così facendo i compratori stanno prendendo sempre più il sopravvento nella negoziazione dei prezzi. In aggiunta, il crollo dei prezzi energetici sta giocando un ruolo decisivo.

Il declino della produzione manifattura è in parte dovuto al particolare effetto riscontrato in Francia, dove alcune aziende hanno ritenuto di aver sofferto significativamente per la protesta contro la riforma della pensione varata dal governo di Macron.

Per il futuro, sia le aziende dei servizi che quelle del manifatturiero sono risultate piuttosto positive. Secondo le aziende intervistate, le ragioni di tale ottimismo includono il minore timore di una recrudescenza della crisi energetica, il ritorno ad un migliore funzionamento della catena di distribuzione e alle prospettive di un’inflazione che ha passato l’apice. Quest’ultimo associato alla speranza che la BCE fermerà presto il rialzo dei tassi d’interesse.”

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