Congiuntura Confcommercio: si apre male il 2021 (PIL -10,7%)

 Congiuntura Confcommercio: si apre male il 2021 (PIL -10,7%)

Il 2021 si è aperto con segnali di peggioramento della situazione sanitaria e con il conseguente inasprimento e prolungamento, in molti Paesi, delle misure di contrasto alla pandemia.

Nell’incertezza riguardo alla “matematica” dell’epidemia a causa dell’assenza di una stima dell’efficacia delle misure di contrasto, la collocazione temporale del momento della normalizzazione e, quindi, della ripresa economica, diventa un esercizio di speranza più che di proiezione di tendenze ragionevolmente prevedibili. Pure immaginando una ripresa nella tarda primavera, assumendo vasta efficacia delle attuali campagne vaccinali in Italia e nei paesi partner commerciali, di fatto le restrizioni all’attività produttiva si protrarranno ancora a lungo. L’esercizio di realismo cui si è obbligati porta a non escludere un mancato rimbalzo dell’economia italiana nel 2021, deludendo le aspettative di un concreto recupero di ampia parte delle perdite di prodotto e di consumi patite nel 2020.

In termini di consumi l’ICC segnala, anche a dicembre, un andamento fortemente negativo con una riduzione su base annua dell’11,1%, comunque migliore del -16,2% di novembre. La riduzione della perdita tendenziale deriva esclusivamente dalla componente relativa ai beni, per i quali la variazione sull’anno è stata del –0,6%. Per molti servizi di mercato, anche in considerazione dell’inasprimento delle misure nell’importante periodo delle festività natalizie, la caduta ha ampiamente superato il 50% nel preconsuntivo di fine 2020.

L’anno si chiude per l’ICC con un -14,7%. Il dato non riflette il calo complessivo dei consumi, per i quali la nostra stima si conferma del -10,8% sul territorio. La differenza risiede nella diversa composizione dell’indicatore rispetto ai consumi di contabilità nazionale. Oltre all’assenza dei fitti figurativi, voce che si stima essere diminuita decisamente meno rispetto al resto e che rappresenta oltre il 14% della domanda, non sono rilevate dall’indicatore alcune spese perlopiù obbligate come l’acqua, lo smaltimento rifiuti, i servizi finanziari. Allo stesso tempo non sono computati alcuni servizi alla persona, il cui andamento è stato meno condizionato dalle restrizioni imposte dalla pandemia.

Il quadro generale porta a una stima della variazione del PIL per il mese di gennaio del -0,8% su dicembre, il quinto calo consecutivo, e del -10,7% sullo stesso mese del 2020, dato che pone una seria ipoteca sull’evoluzione del primo trimestre con evidenti conseguenze sulle performance complessive dell’anno in corso. Appare molto ambizioso il target governativo di crescita attorno al 6%, ormai una scommessa molto rischiosa tutta giocata sulle capacità di utilizzo rapido ed efficace delle risorse europee.

PIL MENSILE

La seconda ondata da COVID-19 continua a protrarre l’emergenza sanitaria. In questo scenario di profonda debolezza ed incertezza la produzione industriale di novembre ha fatto registrare un calo congiunturale dell’1,4%, al netto dei fattori stagionali, con una flessione del 4,3% su base annua. Gli occupati di novembre mostrano un andamento congiunturale in leggera crescita, 0,3%, mentre per quel che riguarda la variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registra un -1,7%. Il sentiment delle imprese del commercio al dettaglio, nonostante il periodo natalizio, ha registrato nel mese di dicembre un brusco calo del 6,7% congiunturale, e una riduzione tendenziale del 20,2%.

TAB. 1 – Pil mensile

Variazioni CongiunturaliVariazioni Tendenziali
I trimestre 2020-5,5-5,6
II trimestre-13,0-18,0
III trimestre15,9-5,0
IV trimestre-3,0-7,5
Ottobre 2020-1,9-4,6
Novembre-4,0-8,3
Dicembre-1,6-9,7
Gennaio 2021-0,8-10,7
                2020                                                                            9,0

Fonte: Ufficio Studi Confcommercio

Si stima per il mese in corso un calo congiunturale del PIL, al netto dei fattori stagionali, dello 0,8% dato che porterebbe ad una decrescita del 10,7% rispetto allo stesso mese del 2020 (tab. 1). Nel quarto trimestre il PIL è stimato ridursi del 3% rispetto al terzo quarto del 2020 e del 7,5% tendenziale per una chiusura annua a -9% (tab.1).

ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)

Anche i risultati di dicembre 2020 dell’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) vengono pubblicati solo in forma grezza e nel confronto annuo, con un’indicazione più dettagliata degli andamenti delle diverse voci che compongono le macro funzioni di spesa. A dicembre l’andamento della domanda e le scelte delle famiglie hanno continuato ad essere fortemente influenzate dalle misure imposte per il contenimento della pandemia.

L’indicatore dei consumi registra, nel confronto annuo, un calo dell’11,1% (tab. 2), sintesi di riduzioni del 41,3% per i servizi, i più colpiti dalle misure restrittive, e dello 0,6% per i beni.

Nel complesso del 2020 l’indicatore segnala un calo del 14,7%, con una riduzione del 30,3% per i servizi e del 7,9% per i beni. Fanno eccezione a questo andamento solo le spese per l’alimentazione domestica (+2,1%) e per le comunicazioni (+8,7%).

LE DINAMICHE TENDENZIALI

Le dinamiche settoriali evidenziano a dicembre un quadro particolarmente articolato, condizionato fortemente dalle restrizioni che hanno colpito, in un mese particolarmente importante per i consumi, soprattutto i servizi. Come già avvenuto nei mesi precedenti sono i servizi legati alla mobilità ed alla fruizione del tempo libero quelli che hanno segnalato gli andamenti più negativi.

Relativamente ai beni il tentativo delle famiglie di conservare, dove possibile, un’apparenza di normalità durante le festività di fine anno ha portato a moderati recuperi. Di questa reazione hanno poco beneficiato, nel confronto annuo, sia l’abbigliamento e le calzature (-12,1%) sia i carburanti (-20,7%).

Al di là dei meri confronti mensili il 2020 ha segnalato per molti settori un vero e proprio tracollo della domanda, con riduzioni ampiamente superiori al 50%. Per molte imprese che operano nei comparti del turismo in senso lato, dei servizi ricreativi, dell’abbigliamento, delle calzature, dei mobili e dell’arredamento, l’uscita dalla crisi diventa sempre più complessa, aumentando la probabilità che molte di queste fuoriescano dal mercato. Il possibile deciso impoverimento del sistema imprenditoriale italiano rappresenta un ulteriore elemento di criticità per la ripresa e il suo consolidamento.

TAB. 2 – VARIAZIONI TENDENZIALI DELL’ICC IN QUANTITA’ (dati grezzi)

201920202020
AnnoAnnoI trimII trimIII trimIV trimOttNovDic
SERVIZI0,8-30,3-16,6-52,5-17,1-35,6-28,0-38,3-41,3
BENI0,6-7,9-8,8-18,7-2,5-2,11,3-7,4-0,6
TOTALE0,7-14,7-11,0-29,3-7,4-11,5-7,4-16,2-11,1
Beni e servizi ricreativi0,0-19,5-14,6-37,9-11,4-14,8-12,8-23,6-9,6
– servizi ricreativi3,6-74,7-30,8-98,2-77,3-85,6-80,0-85,0-91,0
– giochi, giocattoli, art. per sport e campeggio0,9-13,0-17,5-30,9-2,7-4,53,2-23,03,0
Alberghi e pasti e consumazioni fuori casa0,9-41,2-25,3-69,5-20,3-53,9-41,5-58,5-62,8
– alberghi2,0-52,0-31,8-87,1-36,1-59,1-52,0-62,0-67,5
– pubblici esercizi0,5-37,7-24,1-63,7-11,4-52,9-38,9-58,0-62,0
Beni e servizi per la mobilità-0,8-24,2-28,2-47,6-6,2-12,8-8,6-12,7-17,9
– automobili0,2-19,0-38,3-46,512,08,711,812,90,1
– carburanti-0,4-22,2-18,5-41,4-9,2-19,5-15,9-22,6-20,7
– trasporti aerei-7,7-72,8-32,0-97,3-69,3-83,1-74,8-89,7-87,0
Beni e servizi per la comunicazione7,58,74,36,48,814,115,415,211,9
– servizi per le comunicazioni3,12,32,63,22,01,61,51,41,8
Beni e servizi per la cura della persona-0,2-6,2-2,7-17,5-3,9-0,6-0,2-3,61,8
– prodotti farmaceutici e terapeutici-1,1-3,9-0,1-9,6-5,0-1,0-1,4-2,51,0
Abbigliamento e calzature1,1-23,0-16,7-45,7-14,8-18,5-5,1-39,6-12,1
Beni e servizi per la casa1,5-3,5-5,7-10,30,01,04,2-3,01,8
– energia elettrica-0,6-0,9-0,2-2,1-0,9-0,3-0,8-1,51,3
– mobili, tessili e arredamento per la casa0,9-11,9-16,7-34,13,0-2,73,8-12,71,1
– elettrodomestici, TV e altri apparecchi8,2-4,5-8,0-15,5-5,75,918,4-0,42,4
Alimentari, bevande e tabacchi0,01,84,20,6-0,22,63,40,93,4
– alimentari e bevande0,12,14,80,80,02,93,80,93,8
– tabacchi-1,2-0,4-0,1-0,4-1,40,50,40,40,7

 

PREZZI AL CONSUMO: LE TENDENZE A BREVE TERMINE

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di gennaio 2021 un aumento dello 0,3% in termini congiunturali, andamento in larga parte determinato dalla ripresa dei prezzi degli energetici regolamentati e non. Tale evoluzione porterebbe a una variazione nulla su base annua.

TAB. 3 – STIMA DELLA VARIAZIONE DEI PREZZI AL CONSUMO

di cui:
INDICE GENERALE Prodotti alimentari e bevande analcolicheAbitazione, acqua, elettricità e combustibiliTrasportiServizi ricettivi e di ristorazione
VARIAZIONI CONGIUNTURALI
Feb. ’20-0,10,1-0,1-0,90,1
Mar0,10,2-0,1-0,60,0
Apr0,11,3-3,9-0,62,6
Mag-0,20,6-0,4-1,60,3
Giu0,1-0,60,01,2-0,8
Lug-0,2-1,2-0,60,70,2
Ago0,3-0,30,21,40,3
Set-0,7-0,3-0,1-2,9-0,2
Ott0,20,32,8-0,7-0,3
Nov-0,10,50,2-0,5-1,1
Dic (*)0,2 (0,1)-0,6 (0,2)0,1 (0,0)1,6 (0,4)-0,5 (-0,3)
Gen. ’21 (**)0,30,61,60,50,0
VARIAZIONI TENDENZIALI
Feb. ’200,30,3-2,81,61,4
Mar0,11,1-2,9-0,30,8
Apr0,02,8-4,2-2,51,0
Mag-0,22,6-4,4-4,10,9
Giu-0,22,4-4,4-3,7-0,2
Lug-0,41,4-4,0-3,3-0,2
Ago-0,51,1-3,9-3,90,4
Set-0,61,2-4,0-3,3-0,7
Ott-0,31,4-2,1-4,00,0
Nov-0,21,3-2,0-3,70,8
Dic (*) -0,2 (-0,3)0,8 (1,5)-2,0 (-2,1)-2,8 (-3,8) 0,8 (1,0)
Gen. ’21 (**)0,00,6-0,4-2,50,5

(*) Il dato ISTAT di dicembre è definitivo
(**) Previsioni
Fonte: Istat e previsioni Ufficio Studi Confcommercio

Partecipa alla discussione

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.