Costruzioni: quasi metà delle aziende prevede di chiudere il 2025 con un fatturato in aumento

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In un panorama economico ancora segnato da un clima incerto, il settore delle costruzioni si conferma come uno dei comparti più dinamici e resilienti dell’industria italiana. A testimoniarlo è il dato sul valore aggiunto del settore (il contributo al PIL nazionale) che nel primo semestre del 2025 registra un incremento del +3% rispetto allo stesso periodo del 2024, il più alto tra tutti i comparti economici. Un segnale chiaro di vitalità che trova riscontro anche tra gli operatori del settore, protagonisti della seconda giornata di SAIE Bari – La Fiera delle Costruzioni: progettazione, edilizia, impianti.

Ma quali sono i trend del settore? Lo rivela l’Osservatorio SAIE, l’analisi sulle imprese di produzione, distribuzione e servizi per il settore delle costruzioni (edilizia e impianti) realizzata in collaborazione con Nomisma. L’indagine fotografa una filiera in evoluzione, orientata all’innovazione, alla formazione e alla digitalizzazione, con un clima di fiducia crescente tra le imprese.

Osservatorio SAIE: l’andamento economico e le previsioni per il futuro

L’Osservatorio SAIE-Nomisma mostra come le imprese del settore delle costruzioni stiano vivendo una fase di ottimismo. Secondo l’indagine, il 43% delle aziende prevede una crescita del fatturato nel 2025 rispetto al 2024. In particolare, tra le più ottimiste ci sono soprattutto le aziende dell’ambito edilizia e progettazione. Anche i livelli di fiducia appaiono elevati: oltre la metà delle imprese (53%) ha una fiducia alta o molto alta nei confronti della propria situazione, percentuale che tocca il 71% nelle aziende del Centro Italia.

I più ottimisti valutano positivamente soprattutto il controllo sull’andamento dei costi delle materie e la progettualità di sviluppo immobiliare, mentre tra i più scettici pesano la fine dei bonus edilizi e l’incertezza normativa. Guardando ai fattori critici, infatti, la burocrazia rimane una delle principali problematiche per il 2026 (63%), seguita dalla mancanza di personale qualificato (55%). Con i recenti dazi, emerge poi una nuova criticità per il comparto: la concorrenzae le politiche sul prezzo, reputate critiche dal 60% del campione. Nonostante ciò, le imprese continuano a pianificare investimenti e a consolidare il proprio portafoglio ordini, considerato adeguato dal 61% delle aziende.

Osservatorio SAIE: Occupazione, digitalizzazione e nuove tecnologie

Sul fronte occupazionale, il settore mostra segnali incoraggianti, con 2 imprese su 5 che prevedono nuove assunzioni, nel quarto trimestre. Tuttavia, permane la difficoltà a reperire figure altamente specializzate: le imprese giudicano molto più complessa, rispetto a un anno fa, la ricerca di operai altamente specializzati (65%), ingegneri (44%) e manager (40%). I motivi? Mancanza di candidati qualificaticompetenze non adeguate rispetto alle esigenze aziendali e scarsa disponibilità nella zona geografica di riferimento. Questa complessità ha comportato delle ripercussioni per le aziende, che in alcuni casi hanno subito ritardi nelle consegne o perdite economiche.

Per far fronte a questa situazione, le imprese reagiscono riorganizzando le attività interne (67%) investendo in formazione interna (50%), aumentando i salari e l’utilizzo di contratti a progetto (entrambe al 20%). Aumenta anche la percentuale di coloro che ricorrono a collaborazioni con scuole ed enti formativi (16%).

Guardando invece al processo di digitalizzazione, il 72% delle imprese ritiene che la filiera si trovi in ritardo nell’adozione di tecnologie digitali a causa di un’eccessiva burocrazia e vincoli normativi stringenti.

Ma la filiera sta investendo in modo adeguato nella formazione tecnologica? L’Osservatorio rivela che il 78% delle aziende investe nella formazione dei propri dipendenti, con un picco dell’82% nelle aziende di progettazione. Secondo le imprese, investire in innovazione e tecnologia implica una maggiore efficienza operativa e un’ulteriore riduzione dei costi (65%), oltre che un miglior controllo dei processi (41%) e una maggiore competitività (34%). Non solo, l’investimento di risorse in sistemi costruttivi innovativi permette alle imprese una riduzione dei tempi di cantiere, una maggiore flessibilità progettuale e precisione costruttiva. Al contrario, le aziende che non hanno intrapreso questo percorso vedono un rallentamento nella integrazione dei processi aziendali, un mancato sviluppo di competenze interne e un irrigidimento della resistenza culturale al cambiamento.

“Le imprese del settore stanno dimostrando una notevole capacità di adattamento e una crescente propensione all’innovazione – ha dichiarato Emilio BianchiDirettore Generale di SAIEIn un contesto che resta sfidante, anche a causa della difficoltà di reperimento di manodopera qualificata, la filiera delle costruzioni si distingue per dinamismo e visione strategica. SAIE è il luogo dove questa evoluzione prende forma: qui si incontrano tecnologie all’avanguardia, competenze e una rete di professionisti che sta costruendo il futuro del settore.”

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