Covid: Unimpresa, buco Cig di una settimana dal 25 marzo per 6 milioni di lavoratori

 Covid: Unimpresa, buco Cig di una settimana dal 25 marzo per 6 milioni di lavoratori

Circa 6 milioni di lavoratori senza cassa integrazione Covid per una settimana: c’è un “buco”, infatti, nel meccanismo normativo relativo all’ammortizzatore sociale legato alla pandemia, nel periodo che va dal 25 marzo al 1° aprile.

Lo denuncia Unimpresa secondo cui questo vuoto legislativo, che rappresenta al tempo stesso un problema sia per i dipendenti in cig sia per le aziende e tutti i datori di lavoro, è la conseguenza di due norme non coordinate fra loro.

La prima norma in questione è la legge di bilancio per il 2021 che ha esteso la cassa Covid per 12 settimane a partire dal 1° gennaio di quest’anno e dunque fino al prossimo 25 marzo; la seconda norma è stata introdotta dal decreto “ristori”, che prevede 13 settimane di cig per tutte le aziende e 28 settimane per quelle non coperte da cassa integrazione ordinaria, ma con decorrenza 1° aprile. Resta, pertanto, da colmare il vuoto che non coperto né dalla legge di bilancio né dal decreto ristori.

«Nell’attesa di vedere pubblicato il testo ufficiale del Decreto Ristori sul quale faremo come sempre valutazioni fornendo, dopo un attento studio, il nostro contributo nell’interesse esclusivo delle imprese e dei loro lavoratori, urge immediatamente intervenire per coprire quella che è una vera e propria falla» commenta il consigliere nazionale di Unimpresa, Giovanni Assi. «Se la matematica non è un’opinione, dal 1° gennaio 2021 le 12 settimane scadono giovedì 25 marzo e, se non si interviene immediatamente ci sono, oltre 6 milioni di lavoratori che non saranno coperti dagli ammortizzatori sociali per Covid e le nostre aziende, già al collasso, si potrebbero trovare con delle situazioni di conflitto interno, dovendo far fronte con le proprie tasche a questa ennesima mancanza. Inoltre, occorre intervenire urgentemente sul pagamento delle casse integrazioni (Fondo Bilaterale dell’Artigianato) per le aziende artigiane per cui oltre 300mila lavoratori sono in attesa di ricevere il saldo dell’ultimo trimestre 2020, nonostante l’ultimo intervento di “sblocco” da parte del Ministro Orlando» aggiunge il consigliere nazionale di Unimpresa.

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