Credito: aziende italiane legate per il 70% alle banche

Dipendenza quasi totale dalle banche per le imprese italiane: i prestiti agli imprenditori arrivano, infatti, per il 70% dagli istituti di credito, con il restante 30% suddiviso tra altri intermediari, enti pubblici, finanziatori privati diversi da banche, soggetti esteri. Su 750 miliardi di euro complessivi di finanziamenti, 510 miliardi (68%) sono erogati dal settore bancario, 94 miliardi (12%) da intermediari finanziari diversi dagli istituti, 37 miliardi (5%) dalla pubblica amministrazione, 12 miliardi (1%) da privati, mentre gli stranieri sostengono le imprese italiane con 94 miliardi (12%). Questi i dati principali di una analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo cui la composizione dei prestiti delle imprese italiane è rimasta sostanzialmente invariata da giugno 2015 a giugno 2016.
Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della Banca d’Italia, i prestiti alle imprese sono passati da 752,1 miliardi di giugno 2015 a 750,5 miliardi di giugno 2016 con una contrazione di 1,5 miliardi (-0,21%). La composizione dei prestiti, in relazione alle fonti, è rimasta sostanzialmente invariata negli ultimi 12 mesi: a giugno scorso, 510,8 miliardi (68,07%) risultavano erogati dalle banche, 94,8 miliardi (12,64%) da altri intermediari, 37,8 miliardi (5,04%) da enti pubblici, 12,3 miliardi (1,64%) da altri privati, 94,6 miliardi (12,61%) da soggetti esteri; a giugno 2015, 511,9 miliardi (68,06%) risultavano erogati dalle banche, 95,6 miliardi (12,72%) da altri intermediari, 37,4 miliardi (4,98%) da enti pubblici, 13,7 miliardi (1,83%) da altri privati, 93,4 miliardi (12,42%) da soggetti esteri. Riduzioni di credito sono state osservate da quasi tutte le fonti: le banche hanno tagliato 1,02 miliardi (-0,20%), gli altri intermediari hanno ridotto i crediti per 745 milioni (-0,78%), altri soggetti privati hanno sforbiciato i finanziamenti per 1,4 miliardi (-10,32%); gli enti pubblici e gli investitori stranieri hanno incrementato gli impieghi alle aziende rispettivamente per 365 milioni (+0,98%) e 1,2 miliardi (+1,31%).