Credito e liquidità per famiglie e imprese: ancora attive moratorie su prestiti del valore di 128 miliardi, oltre 182,2 miliardi il valore delle richieste al Fondo di Garanzia PMI; raggiungono i 26,1 miliardi di euro i volumi complessivi dei prestiti garantiti da SACE

 Credito e liquidità per famiglie e imprese: ancora attive moratorie su prestiti del valore di 128 miliardi, oltre 182,2 miliardi il valore delle richieste al Fondo di Garanzia PMI; raggiungono i 26,1 miliardi di euro i volumi complessivi dei prestiti garantiti da SACE

Le moratorie tuttora attive riguardano prestiti del valore di circa 128 miliardi, a fronte di 1,2 milioni di sospensioni accordate; superano quota 182 miliardi le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le PMI. Attraverso ‘Garanzia Italia’ di SACE i volumi dei prestiti garantiti raggiungono i 26,1 miliardi di euro, su 2.618 richieste ricevute.

Sono questi i principali risultati della rilevazione effettuata dalla task force costituita per promuovere l’attuazione delle misure a sostegno della liquidità adottate dal Governo per far fronte all’emergenza Covid-19, di cui fanno parte Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dello Sviluppo Economico, Banca d’Italia, Associazione Bancaria Italiana, Mediocredito Centrale e Sace[1].

La Banca d’Italia continua a rilevare presso le banche, con cadenza settimanale, dati riguardanti l’attuazione delle misure governative relative ai decreti legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’, le iniziative di categoria e quelle offerte bilateralmente dalle singole banche alla propria clientela. Sulla base di dati preliminari, riferiti al 18 giugno, sono ancora attive moratorie su prestiti del valore complessivo di circa 128 miliardi, pari a circa il 46% di tutte le moratorie accordate da marzo 2020 (circa 280 miliardi)[2]. Si stima che tale importo faccia capo a circa 1,2 milioni di richiedenti, tra famiglie e imprese. L’importo delle moratorie in essere differisce da quello delle moratorie concesse per vari motivi, tra cui il venire a scadenza di una parte di esse.

Le moratorie attive a favore di società non finanziarie riguardano prestiti per circa 102 miliardi. Per quanto riguarda le PMI, sono ancora attive sospensioni ai sensi dell’art. 56 del DL ‘Cura Italia’ per 103 miliardi[3]. La moratoria promossa dall’ABI riguarda al momento 3 miliardi di finanziamenti alle imprese.

Sono attive moratorie a favore delle famiglie[4] a fronte di prestiti per 19 miliardi di euro, di cui 4 per la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa (accesso al cd. Fondo Gasparrini). Le moratorie dell’ABI e dell’Assofin rivolte alle famiglie riguardano circa 2 miliardi di prestiti.

Sulla base della rilevazione settimanale della Banca d’Italia, si stima che le richieste di finanziamento pervenute agli intermediari ai sensi dell’art. 13 del DL Liquidità (Fondo di Garanzia per le PMI) abbiano continuato a crescere fino al 18 giugno, a 1,78 milioni, per un importo di finanziamenti di circa 157 miliardi. Sono stati erogati prestiti a fronte di oltre il 92% delle domande, e a fronte di circa il 95% nel caso delle domande per prestiti interamente garantiti dal Fondo (art. 13, lettera m)).

Il Ministero dello Sviluppo Economico e Mediocredito Centrale (MCC) segnalano che sono complessivamente 2.251.280 le richieste di garanzie pervenute al Fondo di Garanzia nel periodo dal 17 marzo 2020 al 29 giugno 2021 per richiedere le garanzie ai finanziamenti in favore di imprese, artigiani, autonomi e professionisti, per un importo complessivo di oltre 182,2 miliardi di euro. In particolare, le domande arrivate e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ sono 2.239.782 pari ad un importo di circa 181,1 miliardi di euro. Di queste, 1.162.147 sono riferite a finanziamenti fino a 30.000 euro per un importo finanziato di circa 22,6 miliardi di euro che, secondo quanto previsto dalla norma, possono essere erogati senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del Gestore e 543.090 garanzie per moratorie di cui all’art. 56 del DL Cura Italia per un importo finanziato di circa 14,8 miliardi. Al 30 giugno 2021, sono state accolte 2.221.531 operazioni, di cui 2.210.410 ai sensi dei Dl ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’.

Salgono a circa 26,1 miliardi di euro, per un totale di 2.618 operazioni, i volumi complessivi dei prestiti garantiti nell’ambito di “Garanzia Italia”, lo strumento di SACE per sostenere le imprese italiane colpite dall’emergenza Covid-19. Di questi, circa 8,9 miliardi di euro riguardano le prime dieci operazioni garantite attraverso la procedura ordinaria prevista dal Decreto Liquidità, relativa ai finanziamenti in favore di imprese di grandi dimensioni, con oltre 5000 dipendenti in Italia o con un valore del fatturato superiore agli 1,5 miliardi di euro. Crescono inoltre a 17,2 miliardi di euro i volumi complessivi dei prestiti garantiti in procedura semplificata, a fronte di 2.608 richieste di Garanzia gestite ed emesse tutte entro 48 ore dalla ricezione attraverso la piattaforma digitale dedicata a cui sono accreditate oltre 250 banche, istituti finanziari e società di factoring e leasing.


[1] Le informazioni riportate sono raccolte nel contesto dei lavori della Task Force per le misure a sostegno della liquidità. La task force opera per mettere i potenziali beneficiari e le banche a conoscenza delle nuove procedure di sostegno alla liquidità e agevolarne l’utilizzo; favorisce il coordinamento e lo scambio di informazioni tra le parti; individua e divulga le soluzioni più appropriate a eventuali problemi applicativi e coordina la raccolta e la diffusione dei dati sugli strumenti previsti dalla normativa.
[2] Gli importi relativi alle moratorie sono stime che possono differire rispetto alle settimane precedenti a causa della scadenza di alcuni prestiti precedentemente assoggettati a moratoria, oppure a causa di revisione di dati precedentemente comunicati dalle banche. Gli importi riportati delle moratorie concesse sono pari a quelli delle richieste ricevute dalle banche, al netto di quelle rigettate o in corso di esame.
[3] Tra le PMI rientrano anche imprese diverse dalle società non finanziarie.
[4] La categoria “famiglie” qui utilizzata include anche alcune imprese diverse dalle società non finanziarie, come ad esempio le imprese artigiane

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