Cresce il temporary management: da un’indagine su 50 paesi

 Cresce il temporary management: da un’indagine su 50 paesi

L’indagine, promossa dall’INSTITUTO EMPRESARIAL DE INTERIM MANAGEMENT spagnolo è stata realizzata in collaborazione con tre dei più importanti gruppi a livello mondiale: EIM Group, Globalise – The Global Interim Management Group e Senior Management Worldwide (SMW) (di cui chi scrive è uno dei quattro fondatori).

Lo studio, su 50 paesi in Europa, America, Asia e Oceania, spiega come le aziende si pongono nei confronti del temporary management (di seguito TM), attraverso la lente delle società che offrono il servizio.

Benefici attesi

In termini di aspettative, oltre un terzo delle risposte segnala come prima l’immediatezza nel “comprare” talenti manageriali per gestire progetti strategici: infatti, specie con aziende multinazionali e grandi gruppi, i tempi per l’inserimento del manager in azienda si misurano in pochi giorni (massimo una settimana).

Velocità di ingresso, ma soprattutto di esecuzione e raggiungimento degli obiettivi, rendono il TM preferibile all’executive search e alla consulenza tradizionale.

Segue al 18% la sostituzione di senior manager in posizioni strategiche: l’ingresso del TMan in pochi giorni garantisce sia la copertura del ruolo, sia la possibilità di gestire con più calma l’inserimento del manager permanente (spessissimo l’incarico ad una società di executive search va in abbinata al progetto temporary).

Terzo, al 15%, il trasferimento di competenze (punto fondamentale per le PMI).

L’apprezzamento da parte delle aziende per la combinazione virtuosa tempi/qualità ha dato vita, in diversi paesi, ad un nuovo segmento della ricerca di manager, il Quick Hire o Quick Permanent, il cui concetto di base è molto semplice: inserire, tramite società specializzate nel TM, un manager permanente con tempi e modi propri del TM.

Quali le figure manageriali più richieste?

Il CFO su tutti: ogni 100 progetti, oltre il 21% riguarda questa figura. Seguono, in un intorno del 16%, DG/CEO e Direttori Operations (COO), con la Direzione HR all’11%. All’1% circa Direttori Marketing e Direttori Comunicazione.

In Europa la richiesta di COO e di Direttori HR è più elevata che in altre aree.

Società specializzate o fai da te?

Forse la domanda che viene posta con maggior frequenza dalle aziende. Una soluzione non è a priori superiore all’altra: si tratta di due modalità differenti di operare, caratterizzate da un diverso livello di servizio e di costo.

Per un terzo dei rispondenti il principale vantaggio nell’utilizzo di una società specializzata sta nella qualità del servizio che deriva dall’esperienza specifica cumulata, con un 22% che intravede il principale beneficio nella pianificazione e controllo del progetto fino al suo termine, ivi inclusa la garanzia di sostituzione del manager in caso di problemi.

Inoltre, lavorando esclusivamente su Tman lo specialista è maggiormente in grado di valutare al meglio le qualità del singolo in ottica temporary, specie per quanto riguarda la reale motivazione a lavorare per progetto, tenendo presente che, nella media, su 20 curricula spontanei solo quattro (cinque al massimo) rivelano dei reali TMan.

Quali gli ostacoli ad un più ampio utilizzo dello strumento?

Per oltre la metà degli intervistati, il principale ostacolo sta nella carenza di conoscenza delle caratteristiche del servizio e delle sue modalità di applicazione. Per il 20% un problema può essere il costo del servizio, se non correttamente letto in rapporto ai benefici.

Quali le principali motivazioni per utilizzare un TMan?

Nel 70% dei casi, la ragione principale è la mancanza di risorse interne adeguate a risolvere situazioni critiche (positive e negative), seguito dalla gestione di progetti strategici (>20%).

Pubblica Amministrazione

Oltre il 40% degli intervistati rileva come i servizi di TM vengano acquistati dal settore pubblico: in Italia siamo ancora molto indietro.

Impatto del COVID

Nel 60% dei casi è stato rilevato un effetto positivo sulla domanda di TM, nessuna influenza particolare nel 25% e un impatto negativo nel 14%.

Fattori di impatto sull’utilizzo

La conoscenza resta uno dei fattori principali nell’80% dei casi, seguito con oltre il 60% dalla velocità dei tempi di risposta dei provider e, poco più indietro, dai costi e dalla flessibilità delle condizioni contrattuali.

Capacità di seguire i clienti a livello internazionale

Nel 60% dei casi, l’appartenenza a gruppi con ampia copertura geografica (quali i tre che hanno lavorato all’indagine) è un fattore molto importante per le aziende, stante la capacità di offrire un servizio globale (anche per le PMI e/o le PSM – Pocket Size Multinational) e di condividere conoscenze e best practice.

Tipologia di aziende clienti

La domanda proviene ancora in larga parte da aziende grandi o medio-grandi: 29% da aziende con >1.000 addetti, 33% nella fascia 500-1.000, 26% nella fascia 100-500 e 12% nella fascia di quelle più piccole (<100). In Italia cresce la quota di PMI che lo utilizzano; nelle più piccole (<5 mio.) in modalità part time o fractional.

Trend di mercato

In oltre l’80% dei casi, l’aspettativa è di crescita, sia per gli accresciuti bisogni delle aziende, sia per la crescita dell’economia.

Anche il numero di TMan è cresciuto in oltre il 71% dei casi, in particolare in Europa, Italia inclusa.

Il prezzo del servizio viene giudicato stabile nel 55% dei casi (66% per l’Italia).

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