Crisi aziendali: al Mise siglati 24 accordi nel primo semestre

Undici di questi accordi hanno riguardato aziende del Sud o con presenza di unità produttive nelle Regioni meridionali: in tutti gli accordi si è evitato che le imprese cessassero la loro attività. In alcune vertenze come Whirlpool, Firema, OM Carrelli, Vibac e Ansaldo caldaie è stato anche possibile definire progetti industriali nuovi o di consolidamento che danno prospettive occupazionali di lungo periodo. La maggior parte degli accordi sono stati sottoscritti da tutte le organizzazioni sindacali e dalle Istituzioni direttamente interessate.
I dati sono contenuti nel 2° Rapporto redatto dall’Unità Gestione Vertenze del Mise da cui emerge inoltre al 30 giugno scorso erano attivi 154 tavoli (per tavoli attivi si intendono quelli per i quali nei 12 mesi precedenti è stata effettuata almeno una riunione plenaria), per un totale di 208 riunioni. Inoltre sono aumentati, sempre nel primo semestre dell’anno, i tavoli di crisi delle aziende di medie dimensioni (da 151 a 250 dipendenti) – 26 tavoli rispetto ai 22 del semestre precedente – e che alcuni settori sono maggiormente coinvolti di altri. In particolare si segnala la crescente presenza ai tavoli di confronto di aziende che svolgono attività di “componentistica elettronica”, passati da 8 a 11, e di “chimica e petrolchimica” passati da 10 a 13. Si tratta di due settori ad elevato contenuto tecnologico, sia di prodotto che di processo. Risultano in leggera crescita le aziende che operano al Nord del Paese (da 97 a 104) mentre al Sud si evidenzia un calo (da 68 a 65).
Rapporto crisi aziendali – Primo semestre 2015 (pdf, 2 Mb)
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