Crisi aziendali: al Mise siglati 24 accordi nel primo semestre

 Crisi aziendali: al Mise siglati 24 accordi nel primo semestre

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[dropcap]S[/dropcap]ono 20.000 i dipendenti di aziende in crisi che hanno mantenuto il posto di lavoro grazie alle intese sindacali chiuse positivamente al Ministero dello Sviluppo economico nel primo semestre dell’anno. In totale 24 tra accordi di programma, sia aziendali che territoriali, e accordi di applicazione di intese già raggiunte che hanno consentito ad aziende strategiche per il Paese tra cui Lucchini, Meridiana, Prysmian, Mercatone Uno, Alcatel, Ideal Standard, Franco Tosi e People Care di continuare a produrre in Italia grazie a operazioni di riorganizzazione, ristrutturazione, ingresso di nuovi investitori finanziari messe a segno sotto la supervisione del Mise.

Undici di questi accordi hanno riguardato aziende del Sud o con presenza di unità produttive nelle Regioni meridionali: in tutti gli accordi si è evitato che le imprese cessassero la loro attività. In alcune vertenze come Whirlpool, Firema, OM Carrelli, Vibac e Ansaldo caldaie è stato anche possibile definire progetti industriali nuovi o di consolidamento che danno prospettive occupazionali di lungo periodo. La maggior parte degli accordi sono stati sottoscritti da tutte le organizzazioni sindacali e dalle Istituzioni direttamente interessate.

I dati sono contenuti nel 2° Rapporto redatto dall’Unità Gestione Vertenze del Mise da cui emerge inoltre al 30 giugno scorso erano attivi 154 tavoli (per tavoli attivi si intendono quelli per i quali nei 12 mesi precedenti è stata effettuata almeno una riunione plenaria), per un totale di 208 riunioni. Inoltre sono aumentati, sempre nel primo semestre dell’anno, i tavoli di crisi delle aziende di medie dimensioni (da 151 a 250 dipendenti) – 26 tavoli rispetto ai 22 del semestre precedente – e che alcuni settori sono maggiormente coinvolti di altri. In particolare si segnala la crescente presenza ai tavoli di confronto di aziende che svolgono attività di “componentistica elettronica”, passati da 8 a 11, e di “chimica e petrolchimica” passati da 10 a 13. Si tratta di due settori ad elevato contenuto tecnologico, sia di prodotto che di processo. Risultano in leggera crescita le aziende che operano al Nord del Paese (da 97 a 104) mentre al Sud si evidenzia un calo (da 68 a 65).

Rapporto crisi aziendali – Primo semestre 2015 (pdf, 2 Mb)

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