L’analisi basata sull’intelligenza artificiale rivela come i principali brand di pasta italiani vengono rappresentati nelle risposte generate da IA.
De Cecco, Rummo e Barilla sono le marche più frequentemente citate quando un utente chiede a un assistente IA quale sia la miglior pasta italiana. Ma attenzione: non si tratta solo di quante volte viene menzionato un marchio, bensì di come viene descritto.
Abbiamo condotto una simulazione su larga scala delle ricerche generative, utilizzando modelli come ChatGPT, per analizzare in che modo l’IA sintetizza i principali brand di pasta nelle sue risposte.
Ciò che fa davvero la differenza è il racconto, non solo quanto si appare.
Attraverso G.L.I.M.P.S.E. – Generative Language Insights for Market Positioning & Sentiment Evaluation – il primo strumento sviluppato in Italia che unisce analisi linguistica e posizionamento di mercato, abbiamo analizzato:
- la frequenza delle citazioni;
- i termini associati a ciascuna marca;
- il sentiment medio delle descrizioni.
Nell’era della ricerca generativa, non basta più essere presenti nelle risposte dell’intelligenza artificiale: serve essere scelti. Quando un utente chiede a un assistente IA quale sia la migliore marca di pasta italiana, la risposta non arriva da un sito ufficiale o da una pubblicità, ma da una sintesi di tutto ciò che l’IA ha appreso: articoli, recensioni, conversazioni online, contenuti pubblicati — e anche silenzi comunicativi.
Le parole che l’IA usa per raccontare un brand non sono casuali: sono lo specchio della sua reputazione digitale, della coerenza narrativa e della quantità e qualità di contenuti disponibili in rete. È un nuovo tipo di posizionamento, invisibile ma potentissimo, che influenza la percezione del marchio proprio nel momento in cui il consumatore cerca una risposta.
Conoscere questo racconto invisibile significa poterlo analizzare, interpretare e guidare. Significa capire se la propria azienda è descritta come “affidabile”, “tradizionale”, “innovativa” — oppure semplicemente non è menzionata. E questo fa tutta la differenza tra essere scelti… o ignorati.
I risultati: chi vince davvero nella narrativa AI?
Marca
È il nome dell’azienda analizzata. In questa analisi abbiamo incluso i brand più frequentemente citati dalle IA nei loro suggerimenti agli utenti.
Esempio: “De Cecco” è uno dei brand che compare con maggior frequenza nelle risposte IA.
Frequenza AI
Indica la percentuale di risposte generate dall’intelligenza artificiale nelle quali è stato menzionato il brand. Una percentuale alta suggerisce che la marca ha una forte visibilità sintetica nei contenuti generati.
Esempio: “Rummo” è citata nel 99,06% delle risposte analizzate, segno che l’IA la considera rilevante e pertinente rispetto al tema “migliore pasta italiana”.
Termini associati
Sono gli aggettivi e le espressioni usate dall’IA per descrivere ogni marca. Questi termini sintetizzano la percezione che l’IA ha del brand (derivata dai contenuti disponibili online) e possono includere sia qualità funzionali (es. “resistente”) che valori emotivi (es. “autentica”).
Esempio: “Garofalo” è spesso descritta con parole come “artigianale”, “autentica”, “di qualità”, che ne rafforzano il posizionamento premium e tradizionale.
Sentiment IA
È un valore numerico che misura quanto positivamente viene descritto il brand nelle risposte IA. Più il valore è vicino a 1, più le parole usate sono coerenti e favorevoli.
Esempio: “Barilla” ha un punteggio di 0,39: pur essendo molto citata, il tono con cui viene descritta è meno positivo e coinvolgente rispetto ad altri brand come “Garofalo” (0,70) o “Voiello” (0,69).
Come usare questi dati
I team marketing possono usare analisi come questa per:
- capire la posizione percepita del brand nelle risposte IA e potenzialmente determinare il proprio posizionamento di marca;
- confrontare il sentiment con i concorrenti;
- identificare opportunità narrative e di riposizionamento;
- evitare parole potenzialmente dannose;
- sviluppare strategie di contenuto in ottica Generative Engine Optimization (GEO).
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Gabriele Carboni lavora con Philip Kotler, padre del marketing moderno, progettando il futuro del marketing. Kotler lo riconosce come guida nell’Impact Marketing. Carboni è noto come “Game-changer” nelle strategie di marketing digitale e influencer di spicco nel marketing in Italia. È coautore con Kotler di “Essentials of Modern Marketing” e del libro “Doers & Dreamers” con Seth Godin e altri esperti. Ha molti anni di esperienza in strategia di marketing digitale, è consulente, formatore e speaker a livello internazionale.