Deloitte: una governance preparata e reattiva migliora le performance delle imprese italiane anche nei periodi più complessi

 Deloitte: una governance preparata e reattiva migliora le performance delle imprese italiane anche nei periodi più complessi

“Le nuove minacce e le nuove sfide per le PMI italiane e i loro imprenditori ci dimostrano l’importanza di implementare nelle imprese Private modelli di governance flessibili, in grado di adattarsi rapidamente rispetto ai fenomeni disruptive di mercato e al contesto macroeconomico e geopolitico. Soprattutto in un’epoca caratterizzata dalla pandemia e dallo scoppio della guerra con il rallentamento della supply chain, l’incremento del costo delle materie prime, della logistica e dell’energia, nonché la centralità dello sviluppo sostenibile e inclusivo nelle agende dei Governi, anche tramite il supporto dell’imprenditoria civicamente consapevole del ruolo d’impatto sociale nell’azione quotidiana”.

Lo hanno dichiarato Sofia Mazzadi e Silvia Stefini – rispettivamente Senior Manager del team Human Capital di Deloitte Consulting e Consigliera indipendente del Forum della Meritocrazia – nel corso della presentazione del libro di Silvia Stefini “La governance meritocratica. Storie di talento e d’impresa sostenibile”, in cui si è discusso dell’evoluzione dei modelli di governance in Italia e delle sfide che i Consigli di Amministrazione devono affrontare per prepararsi al futuro in termini di evoluzione del ruolo e delle competenze, al fine di supportare un processo decisionale tempestivo in contesti complessi e mutevoli come quello attuale.

“La buona governance è motivata dal bisogno di crescere, di essere competitivi e innovativi, piuttosto che da compliance e norme – ha sottolineato Stefini – Il filo conduttore è sintetizzato in cinque principi di governance meritocratica, che coinvolgono la struttura proprietaria, l’organo amministrativo, il management, la cultura e i processi aziendali. I principi stanno alla base di un metodo che promuove la sostenibilità nel lungo termine. La meritocrazia, così come la governance, richiede metodo da non confondersi con burocrazia”.

“Le imprese italiane – ha proseguito Mazzadi – continuano a reggere l’urto delle nuove sfide e minacce adattando le strategie e gli assetti organizzativi a questi fenomeni, dimostrando resilienza e capacità di adattamento, anche grazie a una governance in grado di ripensare i modelli di business a seconda delle necessità e alla luce della crescente sensibilità nei confronti del tema della sostenibilità. In quest’ottica, diventa sempre più importante per le imprese avere dei consigli di amministrazione composti da membri preparati e competenti perché la capacità di performare in modo vincente è strettamente legata alla governance efficace che dipende dalla competenza e dal merito degli amministratori. Cogliere le opportunità generate dal ritorno a una nuova situazione di normalità significa quindi dare priorità anche ai Global Sustainable Goals dell’ONU, in Italia posti alla base del PNRR, e alle metriche di valutazione delle performance degli Amministratori (ESG ratings), le quali non sono più legate esclusivamente alla redditività, ma premiano le scelte strategiche delle aziende che favoriscono comportamenti sostenibili e inclusivi per l’ecosistema che gravita intorno alla azienda”.

“Quanto emerso dall’evento – ha aggiunto Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader – risulta coerente con la prospettiva di Deloitte Private, che inserisce tra i fattori critici di successo delle società Private la possibilità di contare su una struttura di corporate governance in grado di supportare il business e contribuire al miglioramento delle performance, da realizzare attraverso lo sviluppo della cultura imprenditoriale sugli ESG, oltre che attraverso un’adeguata composizione quanti-qualitativa del Board, elemento imprescindibile per indirizzare con successo il piano di azione delle Società e per svolgere efficacemente il ruolo di supervisione strategica”.

Dal libro presentato presso la sede di Deloitte a Milano emerge come il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione debba essere adeguato alle dimensioni e alla complessità organizzativa ed operativa della Società, nel mantenimento dell’equilibrio tra l’efficacia della dialettica e l’efficienza dei processi deliberativi. Inoltre, i nuovi paradigmi creano la necessità di una trasformazione dell’agenda dei Consigli di Amministrazione, in cui aspetti come la valutazione dei rischi, la relazione con gli stakeholder esterni, la digitalizzazione e la trasformazione tecnologica, la sostenibilità, l’inclusione e la diffusione di una cultura meritocratica attraverso sani meccanismi retributivi stanno diventando sempre più pervasivi. In conclusione, per attivare modelli di governance che consentano alle organizzazioni di affrontare il futuro in un contesto così dinamico e fluido, si può attingere all’esperienza e alle best practice del periodo pandemico, adeguando tali soluzioni al nuovo contesto.

Nel vademecum destinato alle aziende che si trovano a dover prendere decisioni in questo contesto sono presenti necessità imprescindibili come visione di insieme[1]; capacità di fare squadra; best practice adattate alle proprie specificità[2]; perseguimento del purpose aziendale[3]; azioni parametrate alla responsabilità sociale e all’attenzione verso le tematiche ESG[4]; capacità di innovare e di competere sul “nuovo” mercato dei talenti.

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[1] Cfr. Report Deloitte Private COVID-19: Il cambio di paradigma per le aziende Private (2020), che vuole raccogliere i punti di vista dei leader Deloitte e offrire suggerimenti pratici alle imprese del territorio italiano per la gestione della crisi pandemica.

2 Cfr. Report Deloitte Private Priorità per il rilancio: focus sulle imprese familiari (2021).

3 Cfr. Report Deloitte Private Leading with trust as a family enterprise – A global perspective (2020).

4 Cfr. Report Deloitte Private I bisogni delle PMI per la ripresa post-Covid – La crisi come opportunità per evolvere i paradigmi aziendali (2020).

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