Ecommerce in Cina: sfruttare le potenzialità del made in Italy

 Ecommerce in Cina: sfruttare le potenzialità del made in Italy

La profonda trasformazione digitale, avvenuta nell’ultimo decennio, ha influenzato significativamente il commercio internazionale che ha puntato, sempre di più, verso una maggiore digitalizzazione negli scambi cross-border. La diffusione delle tecnologie e delle telecomunicazioni, l’accesso alla rete e l’avanzamento nella logistica hanno reso l’eCommerce un fenomeno di massa, cresciuto in maniera esponenziale dal 2005 ad oggi, interessando circa 2 miliardi di consumatori a livello globale.

L’area Asia-Pacifico si posiziona in testa alla classifica nel mercato mondiale dell’eCommerce, seguita dagli Stati Uniti e dall’Europa, e vede come leader di mercato la Cina, primo paese al mondo per le vendite online che, a fine 2019, ha registrato un giro d’affari superiore agli 800 miliardi di dollari.

In un mercato così grande e pieno di opportunità, l’export italiano fatica ancora a posizionarsi in modo adeguato rispetto alle sue potenzialità, pur essendo il Made in Italy considerato sinonimo di qualità e di eccellenza dalla maggioranza dei consumatori cinesi.

Se da una parte la pandemia da Covid19 ha rallentato gli scambi cross-border tra i due Paesi, dall’altra si è registrato un forte incremento relativo agli acquisti online di prodotti italiani nel periodo post lockdown, sottolineando, ancora una volta, le potenzialità di quest’ultimi. I settori maggiormente interessati sono stati, in primis, l’agrifood, il fashion e il turismo in cui l’Italia vanta un primato d’eccellenza.

Secondo le stime dell’Agenzia italiana del Commercio Estero (ITA Agency), solo il 7% delle aziende italiane attive online vende via web ad imprese e/o consumatori cinesi. Pur essendo quest’ultima percentuale ancora molto bassa, ci sono ampi margini di crescita che possono essere sfruttati dai brand tricolore per penetrare ed affermarsi nel celeste impero.

Il mercato asiatico, a differenza dei mercati europei, a noi più vicini e conosciuti, necessita di uno studio approfondito che parta da un’analisi dettagliata del consumatore cinese e che permetta all’azienda di sviluppare strategie digitali ad hoc.

Il panorama orientale è caratterizzato da un’audience sofisticata, favorevole alla tecnologia e propensa a condividere i propri dati personali. Quest’ultima inclinazione del consumatore rappresenta un elemento chiave di successo in quanto permette alle aziende di raccogliere i dati e creare esperienze d’acquisto in linea con i gusti del cliente.

Inoltre, essendo gli utenti cinesi dei veri e propri internet savyy, con circa 6 ore al giorno spese a navigare su internet e circa 4 ore sui social, risultano essere molto sensibili alle campagne ads sponsorizzate sui social e più propensi ad acquistare il prodotto o servizio direttamente online, dopo aver letto i commenti di altri consumatori o aver visionato i video promozionali.

I processi di acquisto, dunque, partono, nell’80% dei casi, dalle ricerche sul web o dalle promozioni sui social generando una mole di acquisti online impressionante. A fronte di ciò, le aziende italiane dovrebbero puntare su una loro maggiore digitalizzazione, in modo da poter rendere il consumer journey del consumatore cinese omnichannel ed essere più competitive in un panorama altamente digitalizzato.

Una volta studiato dettagliatamente il consumatore e le sue abitudini, i brand italiani saranno in grado di proporre offerte accattivanti e customizzate al cliente asiatico, sottolineando gli elementi caratterizzanti del Made in Italy, quali artigianalità, creatività e tradizione.

La Cina è, dunque, un ottimo mercato di sbocco che offre enormi opportunità di crescita alle imprese italiane capaci di soddisfare le pretenziose esigenze dei consumatori cinesi. Una volta sviluppata una forte strategia digitale di marketing e comunicazione, incentrata sul consumatore, le aziende tricolore potranno conquistare con successo i clienti asiatici, promuovendo i valori e la bellezza dei prodotti Made in Italy.

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