Euro-zona avanti piano

Rispetto ai mesi precedenti la crescita risulterà più diffusa tra i settori e i paesi grazie al progressivo miglioramento della domanda interna, che si aggiungerà al contributo ancora positivo delle esportazioni nette.
Gli investimenti privati continueranno a aumentare nell’orizzonte di previsione trainati dall’evoluzione dell’attività economica e dalla necessità di ricostituire la capacità produttiva dopo il brusco aggiustamento determinato dalla crisi finanziaria.
La situazione ancora negativa del mercato del lavoro e le politiche fiscali ancora restrittive in alcuni paesi determineranno una lenta crescita del reddito disponibile e un conseguente modesto incremento dei consumi.
Sotto l’ipotesi che il prezzo del petrolio si stabilizzi a 107 $ al barile e che il tasso di cambio euro-dollaro fluttui attorno a 1,38, l’inflazione totale dovrebbe crescere solo marginalmente nei prossimi due trimestri, rimanendo ben al di sotto della soglia del 2%. Una domanda estera più debole da parte delle economie emergenti, soprattutto dall’Asia, e un aggravamento delle tensioni internazionali in Europa Orientale, che potrebbe determinare un incremento brusco nel prezzo del gas europeo, sono i principali rischi a ribasso associati a questo scenario.
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