Flash PMI: a dicembre, l’eurozona registra la crescita minore in nove mesi, con il Covid-19 che investe il settore terziario, mentre rallenta la pressione sui prezzi

 Flash PMI: a dicembre, l’eurozona registra la crescita minore in nove mesi, con il Covid-19 che investe il settore terziario, mentre rallenta la pressione sui prezzi

Il ritmo di crescita economica dell’eurozona di dicembre segna un rallentamento, con l’aumento del tasso dei contagi del Covid-19 che sta intaccando l’attività del settore terziario controbilanciando il miglioramento della performance manifatturiera dovuto alla diminuzione dei ritardi della fornitura. I prezzi di acquisto e di vendita delle aziende continuano a salire vertiginosamente, sebbene tali incrementi si siano ridotti rispetto ai picchi di novembre.

Nel frattempo, l’ottimismo sugli affari ha mostrato resilienza malgrado l’aumento dei contagi da virus, sostenendo un forte, ma indebolito, tasso di crescita occupazionale in tutta la regione. Nel corso del 2022, le aziende prevedono una diminuzione dei disagi pandemici, soprattutto nell’ambito della catena di distribuzione.

Dalla lettura dei dati ‘flash’*, l’Indice principale IHS Markit PMI® Composito dell’Eurozona è sceso di due punti da 55.4 di novembre a 53.4 di dicembre, indicando un rallentamento della crescita produttiva, che ha raggiunto il valore minore da marzo. Questo calo fa scendere la media del quarto trimestre a 54.3, valore molto inferiore rispetto a quella di 58.4 del terzo trimestre. I dati PMI raccolti mostrano pertanto un forte indebolimento della crescita economica in questo ultimo trimestre 2021, anche se ad un tasso di espansione che si è mantenuto superiore alla media prepandemica di lungo termine di 53.0.

Il settore terziario guida il rallentamento di dicembre, con la relativa attività economica aumentata al tasso più debole da aprile. A sua volta, l’indebolimento della crescita dei servizi è collegato al crollo verticale del turismo e delle attività ricreative di portata simile a quelli cui abbiamo assistito ad inizio anno, verificatisi in un contesto di aumento dei contagi da Covid-19 e delle relative restrizioni in tutta l’eurozona. Anche il flusso dei nuovi ordini ricevuti dal terziario si è ridotto, crollando al valore minimo da maggio, mese in cui si è cominciata a registrare la ripresa dalle restrizioni di inizio 2021.

Allo stesso tempo, la crescita della produzione manifatturiera è aumentata, superando il terziario per la prima volta in cinque mesi, ma restando comunque nettamente inferiore ai tassi di espansione cui abbiamo assistito nel corso di quest’anno. Nonostante il settore manifatturiero abbia riportato un indebolimento della crescita dei nuovi ordini, a dicembre stata registrata la maggiore espansione della produzione da settembre grazie all’allentamento dei disagi sulla fornitura.

Nonostante i ritardi sulla catena di distribuzione continuino a registrare valori molto più alti di tutti quelli precedenti alla pandemia, l’allungamento dei tempi di consegna di dicembre ha indicato il valore minore da gennaio. Gli acquisti sono di conseguenza aumentati al tasso più rapido da agosto e le giacenze delle materie prime e dei semilavorati sono aumentate a ritmi senza precedenti in più di due decenni di storia dell’indagine, facilitando una maggiore produzione in molte imprese.

Analizzando i contesti nazionali, in Germania si è registrata una stagnazione della crescita dovuta al primo calo da giugno 2020 dei nuovi ordini sia per i beni che per i servizi, concludendo dunque 17 mesi di ripresa. Un nuovo crollo dell’attività terziaria ha controbilanciato il rialzo della crescita della produzione manifatturiera.

Nel frattempo, la Francia ha continuato a segnare un forte tasso di espansione, anche se inferiore rispetto a novembre, grazie ad un settore terziario relativamente resiliente che ha contribuito a compensare il declino della produzione manifatturiera per la seconda volta in tre mesi.

Il resto dell’eurozona ha registrato l’espansione più lenta da aprile, con una crescita moderata sia della manifattura che dei servizi, anche se i tassi di incremento si sono mantenuti nettamente superiori alla media di lungo termine.

Le pressioni inflazionistiche si sono nel frattempo ridotte, in parte grazie all’attenuazione dei disagi della fornitura registrati a dicembre. In ogni caso, sebbene i prezzi medi di acquisto e di vendita del settore manifatturiero e terziario siano aumentati a ritmi inferiori di novembre, hanno entrambi indicato i secondi tassi di incremento più veloci della storia dell’indagine. Dai commenti riportati dal campione intervistato, sono stati nuovamente gli aumenti di costo dei trasporti, dell’energia e degli impieghi ad aggiungere pressione sui prezzi.

La crescita occupazionale si è mantenuta forte, rallentando tuttavia ai minimi in tre mesi, visto il rallentamento del flusso di nuovi ordini registrato durante il mese. L’andamento delle assunzioni ha indicato valori diversi al livello settoriale e nazionale: il più forte aumento degli organici in quattro mesi del manifatturiero ha contribuito a compensare il più debole tasso di creazione occupazionale del terziario da maggio, visto che i servizi sono stati colpiti più duramente dai crescenti timori sul Covid-19. Il tasso di assunzione più forte è stato nel frattempo registrato in Germania, seguito dalla Francia e successivamente dal resto dell’intera eurozona.

In ultimo, Le aspettative di produzione futura sono marginalmente migliorate, grazie in parte alla speranza di un progressivo allentamento dei disagi sulla fornitura, sebbene quest’indice abbia registrato il secondo valore più basso da gennaio viste le preoccupazioni di un persistente e deleterio impatto del Covid-19. In Germania, l’ottimismo è aumentato, peggiorando però in Francia e mediamente nel resto dell’eurozona.

Commento

Commentando i dati PMI Flash, Chris Williamson, Chief Business Economist presso la IHS Markit ha dichiarato: “La nuova ondata pandemica da Covid-19 ancora una volta ha inciso negativamente sull’economia dell’eurozona, con il crescente livello di infezioni che ha ridotto soprattutto l’espansione del settore dei servizi e terminando quindi il 2021 con un risultato deludente. La Germania, che ha osservato il primo stallo economico in un anno e mezzo, è stata la nazione ad essere colpita maggiormente, ma il rallentamento della crescita è stato generale in tutta la regione. Un incoraggiamento arriva dal settore manifatturiero che ha mostrato una riduzione della pressione sulla catena di distribuzione, favorendo quindi la ripresa della produzione industriale. Il settore automobilistico, in particolare, ha riportato la prima crescita della produzione da agosto. I minori problemi relativi alla fornitura hanno alleviato parte della pressione inflazionistica al rialzo, anche se il tasso generale di inflazione dei prezzi di dicembre è aumentato, risultando ancora il secondo più alto di sempre. Mentre l’inflazione potrebbe raggiungere presto il picco, il tasso di crescita è rimasto elevato. Guardando avanti, avvicinandoci al 2022 la variante Omicron comporta ulteriori rischi al ribasso in merito alle previsioni di crescita, e qualsiasi disagio sulla catena di distribuzione potrebbe tradursi in un ennesimo aumento vertiginoso della pressione sui prezzi”.

Photo by Maryna Yazbeck on Unsplash

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