FPZ: i signori del vento

 FPZ: i signori del vento
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La sede della FPZ a Concorezzo (MB)
[dropcap]D[/dropcap]al 1975, FPZ è leader mondiale nella produzione di soffianti a canale laterale per le macchine che movimentano l’aria in svariati ambiti: dall’ecologia alla generazione di energia, dal benessere alla tecnologia medicale.
Sergio Ferigo, ceo di FPZ, ci racconta come è nata e come è crescita la società, investendo moltissimo in innovazione – attività indispensabile per un’azienda hi-tech che si confronta con player mondiali di dimensioni largamente superiori -, ma anche in comunicazione, come dimostra la partecipazione (ripetuta) al Concorso Movi&Co.

Com’è nata l’azienda, chi è stato il fondatore? In questi anni la proprietà è mutata o si è realizzato un passaggio generazionale?
«FPZ venne fondata nel 1975 da mio padre, Celso Ferigo, insieme a due soci. Precedentemente, egli era direttore tecnico di una importante azienda che realizzava pompe. Ogni persona che ha lavorato con lui ha elogiato le sue competenze tecniche e la sua capacità di metterle in produzione: queste sono le caratteristiche che hanno determinato il DNA di FPZ. Riteniamo di essere i migliori nella tecnologia del nostro prodotto, le soffianti a canale laterale. L’avvicendarsi dei soci negli anni, che spesso passavano le azioni alla generazione successiva, ha fatto sì che alla morte di mio padre, nel 2002, il capitale della società fosse detenuto da una decina di persone. Io ne detenevo meno del 20%. Una simile configurazione non consentiva a una piccola azienda come FPZ di avere una governance stabile e così nel 2007, dopo un periodo complicato, con l’aiuto di un fondo di private equity, sono riuscito a rimettere in ordine il capitale ed oggi controllo solidamente la società».

fpz-2La FPZ è un’azienda fortemente internazionalizzata. Come ci siete riusciti e come avete retto alla concorrenza dei nuovi Paesi emergenti che, presumo, riescono a produrre con costi molto inferiori a quelli che dovete affrontare voi?
«Negli anni 90 si è intuito che l’Italia era un mercato non sufficiente a soddisfare le ambizioni dell’azienda e sono state fondate le prime filiali commerciali in USA, Francia e Germania. Da lì in avanti la quota Export si e accresciuta sino all’80% circa. La pressione competitiva da parte dei produttori asiatici per noi non è così forte: l’offerta si compone sempre di prodotto e servizio. Sul primo aspetto, il nostro cliente in genere è alla ricerca di affidabilità e qualità superiori ed è in grado di capire che il costo di acquisto è solo una piccola componente del costo totale nel ciclo di vita di un prodotto. Il consumo energetico, l’affidabilità che evita la fermata degli impianti su cui la soffiante è installata, i costi di manutenzione così limitati, sono carte che giocano a nostro favore. Quanto al servizio, nella nostra mission miriamo ad essere il partner più affidabile per i nostri clienti».

In quali Paesi siete già presenti e verso quali siete maggiormente orientati per l’esportazione dei vostri prodotti?
«Siamo presenti in tutto il mondo, ma siamo più forti in Europa e Nord America, e ci stiamo rafforzando in Sud America. La nostra strategia include l’espansione in Asia in una fase successiva».

Come vi siete difesi dalla crisi degli ultimi anni?
«Investendo moltissimo in innovazione, specie sui processi. Abbiamo processi più efficienti e in grado di assicurare una flessibilità produttiva molto elevata. A supporto di ciò abbiamo investito intensamente su sistemi informativi all’avanguardia che ci permettono di padroneggiare l’informazione e usarla per costruire le nostre strategie».

fpz-3Quanti sono e qual è l’età media dei vostri dipendenti e il loro grado di istruzione?
«In Italia siamo una sessantina, nel mondo un centinaio. Abbiamo messo nero su bianco le nostre idee circa l’etica del lavoro e siamo orgogliosi di impiegare persone motivate e in gamba. Non badiamo molto all’età. È vero che ogni anno il numero di laureati è sempre più alto, ma investiamo anche molto nelle nostre risorse con corsi di formazione nelle aree più adatte a supportare la nostra crescita».

Avete avuto e avete tuttora collaborazioni con università/centri di ricerca?
«Sì, abbiamo relazioni continuative con le più importanti università italiane».

Avete fatto e fate ricorso alla brevettazione dei vostri prodotti?
«Le barriere all’ingresso determinate dai brevetti su una tecnologia come la nostra sono molto modeste, ciò nonostante abbiamo alcune soluzioni brevettate».

So che avete partecipato al Concorso Movi&Co. nella scorsa edizione e che state partecipando con un video anche quest’anno. Quali sono gli aspetti positivi di lavorare con giovani professionisti indipendenti?
«Permette di creare un momento di condivisione: l’anno scorso abbiamo realizzato una bella clip sui nostri valori aziendali e un piccolo tutorial sulle nostre applicazioni. È stato bello condividerlo con le persone che ci sono intorno. Quest’anno realizzeremo un progetto che coinvolge alcune delle nostre persone in qualità di attori: è un momento di team building che porta allegria».

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Quale ruolo dà FPZ all’innovazione e alla ricerca, non solo nelle tecnologie e nei processi ma, come dimostra la partecipazione al Concorso Movi&Co, anche nella comunicazione? Può parlarci della AIR INNOVATION ACADEMY?
«Riteniamo che occorra innovare il modo in cui le aziende di un dato comparto si relazionano. Competiamo con player che hanno una dimensione cento volte superiore alla nostra, ma riusciamo spesso a vincere grazie alla focalizzazione sulla nostra tecnologia. Le relazioni virtuose con produttori che condividono i nostri valori etici e il focus sulla qualità, che fanno parte della mission di AIR INNOVATION ACADEMY, un’associazione tra aziende, professionisti e istituzioni nata per promuovere l’eccellenza produttiva e la cultura dell’innovazione nel settore della movimentazione dell’aria in aspirazione e in pressione, ci stanno aiutando sia in ambito commerciale che in ambito produttivo e nella ricerca di nuove soluzioni».

In un’azienda tecnica B2B, che ruolo ha la comunicazione creativa e sperimentale? Come pensate di utilizzare il video realizzato con Movi&Co.?
«La risposta sta nella domanda: creatività e sperimentazione sono elementi su cui costruiamo il nostro futuro: siamo avidi di ogni opportunità che ce lo può ricordare. Più pragmaticamente quest’anno useremo la clip – e i momenti in cui la realizziamo – per rafforzare il nostro spirito di squadra».

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