Gestione manageriale ancora poco diffusa anche nelle medie imprese

Nel sistema produttivo italiano prevalgono modelli di governance relativamente semplificati, con un’elevata concentrazione delle quote di proprietà, un controllo a prevalente carattere familiare e una gestione aziendale accentrata.
Già le analisi preliminari dei risultati del Censimento Istat, presentate a luglio 20131, hanno misurato la prevalenza nel sistema produttivo italiano di modelli di governance relativamente semplificati, caratterizzati da un’elevata concentrazione delle quote di proprietà, un controllo a prevalente carattere familiare e una gestione aziendale accentrata.
In particolare, l’impresa è gestita direttamente da membri della famiglia proprietaria e/o controllante nell’81,4% dei casi, la gestione è affidata a manager interni o esterni all’impresa in quasi il 5% (3,6 e 1,3% rispettivamente) mentre nel rimanente 13,7% dei casi si ricorre ad altre forme di management (gestione diretta da parte di imprese controllanti, affidamenti a trust, ecc.).
La scelta di affidare a manager la conduzione dell’impresa è profondamente influenzata dalla dimensione aziendale e passa da un’incidenza del 3,2% nelle micro imprese al 10,1% nelle piccole fino ad arrivare a circa il 40% in quelle con almeno 250 addetti. La gestione familiare rimane comunque prevalente fino alle imprese di medie dimensioni (circa il 60% di queste), in quelle più grandi rappresenta poco meno del 40% dei casi.
La gestione manageriale si associa in modo significativo all’appartenenza a gruppi: infatti, per le micro imprese che fanno parte di un gruppo (poco meno del 5% delle imprese con 3-9 addetti) l’incidenza della gestione manageriale sale al 17% circa, toccando il 20% nella classe dimensionale immediatamente superiore. Più contenute invece le differenze settoriali e territoriali.
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