Giudici annullano atti fiscali via pec

Annullati atti fiscali inviati a mezzo pec da indirizzi non ufficiali. Nel caso in esame, il contribuente contestava la provenienza di un atto da un indirizzo pec diverso da quello ufficiale dell’Agenza Riscossione poiché non presente nei pubblici registri (come ad es. ipa o INI-PEC; si veda sentenza n.1828/2025 in calce all’articolo).

I giudici della Corte di Giustizia Tributaria di 2° grado del Lazio, dichiarano dunque che la notifica degli atti esattoriali attraverso un indirizzo di pec non iscritto nei pubblici registri, è inesistente e, come tale, non suscettibile di sanatoria.

Tale questione ricorda un caso analogo accaduto a una società salentina, assistita dall’Avv. Matteo Sances.

La società aveva impugnato un pignoramento di circa 800.000 euro e in quella circostanza il Tribunale di Lecce lo aveva sospeso, in quanto le sottostanti cartelle esattoriali erano state inviate dal Fisco attraverso pec non presenti in pubblici registri (si veda ordinanza del 19.07.2022 del Tribunale di Lecce su www.centrostudisances.it – sez. Documenti).

Tale sentenza dunque non è l’unica del suo genere e, nonostante la posizione differente della Suprema Corte, continua a far parlare i contribuenti. D’altronde, l’invio di atti fiscali da indirizzi pec diversi da quelli ufficiali non da certezza ai contribuenti della validità delle pretese anche considerando i rischi che possono derivare da pec non sicure, come ad esempio virus informatici e malware”.

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