HCOB PMI®: ad agosto la produzione manifatturiera dell’eurozona cresce al livello massimo in 41 mesi

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Il maggiore aumento della produzione manifatturiera da marzo 2022, insieme alla prima espansione mensile dei nuovi ordini in quasi tre anni e mezzo, ha spinto l’HCOB PMI® del Settore Manifatturiero dell’Eurozona di agosto a un valore superiore alla soglia di 50.0, riportando inoltre a una crescita dopo un prolungato periodo di calo. Il nuovo aumento della domanda manifatturiera è stato in particolare causato dai mercati interni, in quanto le nuove vendite estere sono diminuite per il secondo mese consecutivo.

Il livello di giacenza delle scorte si è nel frattempo ridotto a un ritmo più rapido e le aziende hanno ridotto i loro acquisti più velocemente. Ciò è avvenuto nonostante le consegne da parte dei fornitori si siano ulteriormente allungate. Anche se marginalmente, i costi medi di acquisto sono aumentati per la prima volta da marzo, mentre i prezzi di vendita sono diminuiti.

L’HCOB PMI® del Settore Manifatturiero Eurozona di agosto, che misura lo stato di salute delle aziende manifatturiere dell’Eurozona ed è redatto da S&P Global, è salito ad agosto a 50.7 da 49.8 di luglio. Ciò segna il primo miglioramento mensile delle condizioni operative dei produttori manifatturieri dell’unione monetaria europea da giugno 2022.

A metà del terzo trimestre, la maggior parte dell’area dell’euro ha riportato indici PMI manifatturieri in crescita. Le uniche eccezioni sono state Austria e Germania, anche se la più grande economia dell’Eurozona ha registrato un massimo di 38 mesi e ha segnalato condizioni operative sostanzialmente stabili. Anche la flessione dell’industria manifatturiera austriaca si è attenuata, ed è stata solo marginale. La Grecia è in cima alla classifica di crescita, seguita da vicino dalla Spagna, con entrambe le nazioni che hanno registrato ad agosto forti riprese. Modesti miglioramenti sono stati osservati nei Paesi Bassi e in Irlanda, mentre in Francia e in Italia sono state registrato nuove, ma leggere, espansioni.

Ad agosto è stato registrato il sesto aumento mensile consecutivo della produzione. Il tasso di crescita mensile è aumentato notevolmente e al livello più rapido da marzo 2022. A stimolare la crescita più veloce della produzione è stata una nuova ripresa delle condizioni di domanda. Il volume dei nuovi ordini totali è aumentato per la prima volta in quasi tre anni e mezzo, anche se ciò rispecchia un migliore scenario di vendite interne, con gli ultimi dati dell’indagine che hanno segnalato un ulteriore (e più rapido) calo delle esportazioni, che includono il traffico intra Eurozona.

Detto questo, malgrado l’aumento dei nuovi ordini, la capacità operativa non è stata sottoposta a maggiori pressioni. Ciò è stato evidenziato dalla trentanovesima riduzione mensile consecutiva degli ordini in fase di lavorazione. La riduzione occupazionale è proseguita in tutto il settore manifatturiero dell’Eurozona, anche se l’ultimo calo dell’organico è stato complessivamente solo marginale e tra i più deboli osservati nell’attuale sequenza di declino di 27 mesi.

Nell’ultimo periodo d’indagine, i produttori manifatturieri dell’Eurozona hanno continuato a ridurre le loro scorte. Sia le giacenze delle materie prime e dei semilavorati che quelle dei prodotti finiti sono state ridotte, e in entrambi i casi nella misura più rapida da marzo. Anche l’attività di acquisto è calata più rapidamente, sebbene il tasso di diminuzione sia stato debole rispetto alla tendenza osservato negli ultimi tre anni. Le pressioni sulle catene di approvvigionamento si sono tuttavia intensificate, con i tempi medi di consegna dei fornitori che si sono allungati al livello maggiore da novembre 2022.

Osservando l’andamento dei prezzi, i produttori dell’Eurozona hanno riportato il primo aumento, anche se marginale, delle spese operative in cinque mesi, mentre i prezzi di vendita sono stati scontati lievemente.

Per concludere, in riguardo ai prossimi 12 mesi, le aziende manifatturiere dell’Eurozona sono risultate ottimiste, a un livello di poco variato rispetto a luglio. Ad agosto, le aspettative di crescita si sono mantenute nel complesso appena al di sopra della media a lungo termine.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di agosto

Grecia 54.5 massimo in 5 mesi

Spagna 54.3 massimo in 10 mesi

Paesi Bassi 51.9 valore invariato

Irlanda 51.6 minimo in 5 mesi

Francia 50.4 (flash: 49.9) massimo in 31 mesi

Italia 50.4 massimo in 17 mesi

Germania 49.8 (flash: 49.9) massimo in 38 mesi

Austria 49.1 massimo in 37 mesi

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Diventa sempre più generale la ripresa economica nel settore manifatturiero, con le condizioni operative che stanno migliorando in sei degli otto paesi per i quali vengono raccolti i dati PMI, contro ai soli quattro paesi del mese precedente. Il PMI manifatturiero dell’eurozona ha di conseguenza superato la soglia critica di espansione per la prima volta dalla metà del 2022, principalmente poiché le aziende hanno incrementato la loro produzione più rapidamente. Anche gli ordini acquisti forniscono una speranza di una ripresa sostenibile. Dopo oltre tre anni di cali continui, le aziende stanno adesso riportando un lieve aumento. Gli ordini nazionali sono aumentati e stanno compensando l’indebolimento della domanda estera. Il miglior antidoto contro i dazi statunitensi potrebbe essere in realtà quello di rafforzare la domanda interna, che include i mercati intra UE. Tale potenziale è notevole, poiché il Fondo Monetario Internazionale prevede che l’equivalente tariffario delle numerose barriere commerciali non tariffarie nell’UE sia pari al 44%. Le aziende potrebbero sperare in progressi al riguardo, dato che si è diffuso un certo ottimismo, con molte che prevedono di produrre di più nei prossimi 12 mesi rispetto a oggi. Pur rimanendo debole, la ripresa è reale. I livelli delle scorte continuano a diminuire e il calo leggermente accelerato degli ordini in fase di lavorazione dimostra che le aziende continuano a riportare una certa incertezza. Ciò non desta stupore, considerate le politiche tariffarie statunitensi e le tensioni geopolitiche. Consideriamo il fatto che la produzione sia in aumento e che si registrino più ordini in questo contesto come un segno di resilienza.”

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