Dall’analisi dei dati previsionali PMI® dell’indagine, l’incremento di ottobre, il più elevato degli ultimi due anni e mezzo, è stato supportato da una accelerazione dell’espansione dell’attività economica dell’eurozona. Allo stesso tempo, l’occupazione è tornata ad aumentare grazie alla stabilizzazione del lavoro inevaso. Il tasso di inflazione dei costi è diminuito scendendo a un valore più debole della media di serie, mentre l’aumento dei prezzi di vendita ha toccato un picco in sette mesi. Le aziende continuano a prevedere incrementi produttivi per i prossimi 12 mesi, ma l’ottimismo di questo fine trimestre dell’anno si è affievolito.
Produzione e domanda
Dai dati flash destagionalizzati, con circa l’85% delle consuete risposte finali dell’indagine, l’Indice HCOB PMI Flash Composito della Produzione dell’Eurozona redatto da S&P Global è salito a ottobre a 52.2 da 51.2 di settembre. Tale valore demarca il decimo mese consecutivo in cui l’indice si posiziona al di sopra della soglia di non cambiamento di 50.0 e segnala un forte aumento dell’attività economica. Per la seconda volta in poco meno di due anni e mezzo, il tasso di espansione è stato il più veloce poco meno di due anni e mezzo, pari a quello registrato nel maggio 2024.
La crescita è stata registrata in entrambi i settori monitorati ma è stata guidata dal terziario, il cui incremento dell’attività economica è stato il più forte da agosto 2024. La produzione manifatturiera è aumentata per l’ottavo mese consecutivo, con quest’ultimo rialzo che è stato leggero ma un po’ più veloce di settembre.
In Germania si è registrato un forte aumento della produzione, e il tasso di crescita ha toccato il valore più alto in 29 mesi. Similmente, la zona euro, escluse Germania e Francia, ha registrato l’aumento più rapido dell’attività in due anni e mezzo. In controtendenza rispetto all’andamento generale, la Francia ha segnalato il quattordicesimo mese consecutivo di calo della produzione, peraltro il più netto da febbraio.
A ottobre, le aziende hanno spesso incrementato la loro attività economica in risposta all’aumento dei nuovi ordini ricevuti, questi ultimi in rialzo record da aprile 2023. Anche in questo caso, l’espansione complessiva è stata guidata dal settore terziario, mentre nel manifatturiero, dopo il calo di settembre, il flusso delle commesse si è ampiamente stabilizzato. Se all’inizio del terzo trimestre, i nuovi ordini totali hanno indicato un incremento accelerato, quelli provenienti dall’estero continuano a diminuire. Il declino dei nuovi ordini esteri (incluso il commercio intra-eurozona) è stato però solo marginale e il più lento dall’inizio dell’attuale sequenza di contrazione iniziata a marzo 2022.
Occupazione
Dopo la lieve diminuzione di settembre, l’incoraggiante andamento della produzione e dei nuovi ordini di ottobre ha alimentato la necessità di nuove assunzioni. Salgono a sette i mesi di crescita consecutiva dell’occupazione, e a un tasso che a ottobre ha toccato il valore più veloce in sedici mesi, eguagliando quello di agosto. La crescita dei posti di lavoro si è concentrata nel settore terziario, con il più alto tasso di assunzione da giugno 2024. Gli organici del manifatturiero hanno indicato la diminuzione maggiore degli ultimi quattro mesi.
A ottobre, il lavoro inevaso si è stabilizzato, concludendo quindi un andamento di calo che prosegue da aprile 2023. Gli ordini in giacenza dei servizi hanno registrato il primo accumulo in un anno e mezzo, segnando invece una lieve diminuzione nel settore manifatturiero. C’è da sottolineare che la Germania ha registrato il primo aumento delle commesse acquisite (e non ancora finalizzate) da luglio 2022.
Prezzi
A ottobre, il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto è rallentato per il secondo mese consecutivo, scendendo ai minimi in tre mesi e al di sotto della media d’indagine. Gli oneri gestionali dei servizi hanno indicato un aumento più debole, mentre il manifatturiero ha segnalato un nuovo aumento dei costi, anche se solo marginale.
Se all’inizio del quarto trimestre i costi sono aumentati, per i prezzi di vendita è vero il contrario, visto che hanno indicato l’aumento più veloce in sette mesi. I prezzi imposti al cliente dal manifatturiero sono aumentati per la prima volta in sei mesi, unendosi all’andamento inflazionistico del terziario, dove le tariffe hanno registrato un forte aumento e maggiore di settembre. La Germania ha registrato forti aumenti dei prezzi di vendita, così come il resto dell’eurozona (escludendo le due maggiori economie: Francia e Germania). Le aziende francesi invece hanno registrato solo un leggero aumento, visto il deterioramento della domanda da parte dei clienti.
Scorte e catene di fornitura
Anche se a ottobre le aziende manifatturiere dell’eurozona hanno continuato a ridurre la loro attività di acquisto. Il tasso di riduzione è stato più debole di settembre. Lo stesso si può dire per le giacenze degli acquisti e le scorte di prodotti finiti, entrambe diminuite più rapidamente del mese precedente. Allo stesso tempo, i tempi di consegna dei fornitori si sono allungati drasticamente, con un deterioramento peraltro intensificatosi per il quarto mese consecutivo, toccando il valore più elevato in tre anni. Tuttavia, i ritardi delle consegne sono stati comunque minori di quelli segnalati dopo la pandemia del Covid-19.
Prospettive future
Nonostante la maggiore crescita di produzione e nuovi ordini, a ottobre la fiducia è scesa ai minimi in cinque mesi, con valori più deboli della media di serie. Previsioni meno ottimistiche sulla produzione nei prossimi dodici mesi sono state rilevate sia nel settore manifatturiero che terziario. Germania e Francia hanno registrato una fiducia attenuata, ma le aziende del resto dell’eurozona sono rimaste alquanto ottimiste su un incremento della produzione nei prossimi dodici mesi.
Commento
Analizzando i dati PMI flash Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “La Francia continua sempre più a ostacolare la crescita economica dell’eurozona. A ottobre, mentre in Germania la situazione economica è significativamente migliorata, in Francia il tasso di contrazione ha subìto un’accelerazione per due mesi consecutivi. La crescita economica nell’eurozona, di conseguenza, anche se leggermente più rapida, è stata molto più debole di quanto avrebbe potuto essere. Viste le controversie sul bilancio 2026, l’incertezza che l’attuale governo di Sebastien Lecornu possa rimanere ancora in carica, sta causando malessere, contribuendo notevolmente a indebolire la situazione economica francese. Essendo un grosso acquirente di prodotti e servizi provenienti da altri paesi dell’eurozona, la debolezza della Francia contribuisce all’instabilità della ripresa nel resto dell’eurozona. L’industria dell’eurozona è ormai in stagnazione da quasi sei mesi, con un leggero miglioramento del PMI principale a 50 che fa poco sperare in un’inversione di tendenza, tanto più se si considera che i nuovi ordini hanno riportato una debolezza simile. In questo scenario, le aziende manifatturiere hanno ridotto a un ritmo più veloce i loro organici cercando di adattarsi a condizioni di domanda più deboli e di aumentare contemporaneamente la loro efficienza. Anche se le aziende sono state in grado di trasferire prezzi leggermente più alti ai loro clienti finali, i prezzi d’acquisto hanno di nuovo registrato qualche lieve aumento. Ciò significa che è difficile che i margini di profitto siano aumentati notevolmente. L’inflazione generale nel settore dei servizi dell’eurozona è rimasta moderata, e il tasso di inflazione dei prezzi di vendita, pur rimanendo vicino alla media di lungo periodo, è lievemente aumentato. L’aumento dei costi di ottobre è stato leggermente inferiore, quindi da questo punto di vista c’è poco pericolo a breve termine. La Banca Centrale Europea, che segue attentamente l’inflazione nel settore dei servizi, vede probabilmente questi dati come una conferma della sua posizione di non attuare ulteriori tagli sui tassi di interesse.”
