HCOB PMI® Flash: a ottobre, si intensifica la contrazione dell’eurozona e cala la pressione sui prezzi

 HCOB PMI® Flash: a ottobre, si intensifica la contrazione dell’eurozona e cala la pressione sui prezzi

Ad inizio del quarto trimestre, il declino economico dell’eurozona accelera, come si evince dai dati provvisori raccolti dall’indagine PMI di ottobre attualmente in corso. Escludendo i mesi affetti dalla pandemia, la produzione del settore privato sta segnando il più forte rallentamento in quasi un decennio. Anche i nuovi ordini stanno registrando un calo maggiore, evidenziando un peggioramento delle condizioni della domanda di beni e servizi. Di conseguenza, le aziende stanno riducendo gli organici, registrando il primo taglio occupazionale dalle restrizioni pandemiche di inizio 2021, e mantengono il fermo obiettivo di utilizzare le scorte per ridurre i costi.

Nonostante le pressioni al rialzo dei prezzi dovute all’aumento del costo del petrolio, ad ottobre il tasso di inflazione di beni e servizi è un po’ diminuito, scendendo ai minimi da febbraio 2021. L’attuale forte riduzione dei prezzi di vendita manifatturieri si è accompagnato ad una moderazione dell’inflazione delle tariffe del terziario.

Produzione e domanda

Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB PMI Flash della Produzione Composita dell’eurozona, basato sull’85% circa delle consuete risposte raccolte dall’indagine, ha segnalato un calo rispetto a 47.2 di settembre, scendendo ad ottobre a 46.5. Questa è la quinta contrazione mensile consecutiva dell’attività economica e la più elevata da novembre 2020. Escludendo i mesi colpiti dalla pandemia, tale valore registra il più accentuato declino da marzo 2013. Il generale rallentamento è stato di nuovo evidente, con la produzione manifatturiera che ha registrato il settimo mese consecutivo di calo e l’attività del terziario che ha a sua volta indicato il terzo mese consecutivo di contrazione.

A riportare la flessione più elevata è stato ancora una volta il settore manifatturiero, il cui tasso di declino è rimasto invariato rispetto al forte valore di settembre. Ciò indica che, salvo le prime restrizioni pandemiche, le aziende continuano a registrare i peggiori valori di contrazione dal 2009. Ad eccezione del breve periodo di crescita del primo trimestre 2023, è da metà del 2022 che la produzione manifatturiera dell’eurozona sta registrando un continuo e graduale peggioramento, correlato ai 18 mesi di ininterrotto declino del flusso di nuovi ordini ricevuti dal settore. Ad ottobre, gli ordini acquisiti dalle imprese manifatturiere sono di nuovo diminuiti, segnando un tasso di contrazione poco più veloce di settembre e registrando quindi una delle maggiori contrazioni della domanda del settore dal 2009.

L’attività terziaria di ottobre ha nel frattempo indicato un calo accelerato, registrando il tasso di contrazione più forte da inizio 2021 e, se si escludono i picchi pandemici, da maggio 2013. Nei mesi recenti, il settore dei servizi ha registrato una profonda trasformazione delle proprie prestazioni, visto che la forte ripresa dell’attività di inizio anno si è invertita, rispecchiando in parte il graduale ridimensionamento avutosi dopo l’impennata post-pandemica delle spese per i viaggi e per le attività ricreative. Nel complesso, le commesse ricevute ad ottobre dalle aziende terziarie sono diminuite per il quarto mese consecutivo, con un tasso di calo accelerato al valore più rapido da gennaio 2021.

Combinando i settori manifatturiero e terziario, il calo di nuovi ordini totali è stato il più elevato da maggio 2020 e, se si escludono i primi mesi di pandemia, da maggio 2009. La contrazione delle commesse ricevute è stata peraltro più forte di quella relativa alla produzione, ciò significa che per sostenere i livelli produttivi, le aziende hanno ancora una volta fatto affidamento sull’accumulo di ordini precedentemente acquisiti ma non ancora processati. Il livello di lavoro inevaso si è quindi ridotto ad un tasso che non si vedeva da giugno 2020, registrando un ritmo di contrazione lievemente più rapido sia nel manifatturiero che nel terziario.

Occupazione, capacità operativa e ottimismo

Il calo dei nuovi ordini e l’accelerata riduzione delle commesse inevase hanno spinto le aziende a ridurre l’occupazione per la prima volta da gennaio 2021. Nel manifatturiero, questo quinto mese consecutivo di tagli agli organici rappresenta la più forte perdita occupazionale da agosto 2020, mentre nel terziario le assunzioni hanno quasi indicato uno stallo.

L’attività d’acquisto del manifatturiero si è ridimensionata, registrando una delle più forti contrazioni da aprile 2009, se si escludono i primi mesi di restrizioni da Covid-19. I tagli sugli acquisti hanno causato la più severa contrazione delle giacenze di fattori produttivi da dicembre 2012. La crescente attenzione sui costi ha portato ad ottobre ad un abbassamento ulteriore dei livelli di scorte di prodotti finiti, che ad ottobre hanno indicato il calo più elevato da agosto 2021.

Prezzi

La ridotta domanda di fattori produttivi ha favorito il nono miglioramento mensile consecutivo dei tempi di consegna dei fornitori, con consegne più veloci unite ad un ulteriore riduzione della pressione sui prezzi della catena distributiva. Anche se le notizie relative al rialzo dei prezzi petroliferi hanno fatto lievitare le spese aziendali nel corso del mese, la media dei costi dei fattori produttivi manifatturieri di ottobre si è nettamente ridotta per la scontistica applicata dovuta ad un’offerta superiore alla domanda. Salgono dunque a otto i mesi consecutivi in cui i prezzi di acquisto del settore manifatturiero diminuiscono, ma ad un tasso che negli ultimi tre mesi è gradualmente rallentato.

costi di gestione del settore terziario sono rimasti alti a causa dell’aumento del prezzo del petrolio, salito però ad un livello un po’ più debole rispetto a settembre. L’aumento del tasso complessivo è rimasto comunque elevato, spesso a causa delle maggiori spese salariali legati all’aumento del costo della vita. Anche se l’inflazione dei costi del terziario è nettamente diminuita rispetto ad un anno fa, resta comunque più alta del periodo pre-pandemico che va dal 2008.

È incoraggiante osservare che la media dei prezzi di vendita di beni e servizi di ottobre ha indicato un rialzo marginalmente più debole, registrando il più basso tasso di inflazione da febbraio 2021, e continuando soprattutto ad indicare valori inferiori alla media registrata nei tre anni precedenti alla pandemia. L’ennesimo elevato calo dei prezzi di vendita manifatturieri si è accompagnato ad una minore inflazione dei servizi, che ha toccato i valori minimi da maggio 2021.

Prospettive future

Con lo sguardo in avanti, anche se il livello complessivo di ottimismo è rimasto tra i più deboli dell’ultimo anno, le aziende dell’eurozona hanno riportato un debole miglioramento della fiducia sui livelli di produzione nei prossimi dodici mesi. Le migliorate prospettive future del terziario sono state ampiamente controbilanciate dal peggioramento delle aspettative del settore manifatturiero.

Tendenze nazionali

La contrazione di ottobre dell’eurozona è stata generale, anche se la Francia ha registrato un declino maggiore della Germania, per il secondo mese consecutivo. Il calo francese è risultato tuttavia moderato, grazie alla riduzione più debole dei servizi che ha contribuito a compensare il nuovo elevato crollo del manifatturiero. Il declino tedesco è accelerato a causa di un nuovo calo dell’attività dei servizi e dell’ennesima forte scivolata del manifatturiero. Francia e Germania segnano dunque rispettivamente il quinto e quarto mese di calo della produzione, mentre il resto dell’eurozona segna complessivamente il terzo mese consecutivo di declino. C’è da aggiungere che quest’ultima contrazione del resto dell’eurozona è stata la più elevata in un anno e legata al peggiorato rallentamento del manifatturiero e al nuovo calo dell’attività dei servizi.

Commento

Commentando i dati PMI flash, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato:

“Nell’eurozona le cose stanno andando di male in peggio. Il settore manifatturiero è in crisi per il sedicesimo mese, quello dei servizi per il terzo, ed entrambi gli indici PMI principali hanno subìto un altro duro colpo. Con solo alcune eccezioni, tutti i sottoindici hanno inoltre una tendenza sempre più al ribasso. In generale ciò è indicativo di un ennesimo debole trimestre. Dopo due trimestri consecutivi di crescita negativa, non saremo quindi presi alla sprovvista nell’osservare una leggera recessione dell’eurozona durante la seconda metà di quest’anno.

Il PMI composito è diminuito a 46.5, principalmente a causa di una più forte contrazione dell’attività dei servizi rispetto al mese precedente. Il calo incessante dei nuovi ordini e di quelli in fase di lavorazione è un avvertimento che segnala più problemi all’orizzonte per questo settore. In questo contesto, le assunzioni delle aziende del terziario si sono quasi arrestate, mentre le aziende del manifatturiero non solo stanno continuando a tagliare personale, ma stanno intensificando i loro piani di riduzione dell’organico futuro. Secondo gli ultimi dati del PMI composto, ciò ha causato la prima riduzione del livello generale dell’occupazione da gennaio del 2021. Detto questo, il calo è stato lieve e, considerata la carenza strutturale di personale, non prevediamo un forte aumento dei disoccupati in un prossimo futuro.

Paragonando le due maggiori economie dell’eurozona, Francia e Germania, osserviamo come siano testa a testa in termini di contrazione del manifatturiero. Entrambi le nazioni stanno avendo difficoltà con i relativi indici di produzione in contrazione, e hanno riportato uno scenario simile per i nuovi ordini. Dal punto di vista dell’occupazione, le aziende francesi stanno avendo un approccio più aggressivo riguardo alla riduzione del personale. Osservando il settore dei servizi, le cose vanno un po’ meglio per la Francia, anche se l’indice dell’attività è più basso di quello della Germania. In Francia i nuovi ordini non sono in calo alla stessa velocità e le aziende, invece di ridurlo, stanno persino aumentando il loro personale ad un passo constante. Questo scenario più positivo è inoltre supportato dalle nostre previsioni a brevissimo termine che vedono la Francia in zona crescita nella seconda metà dell’anno prossimo mentre la Germania si sta preparando alla recessione.

Ad ottobre l’aumento dei prezzi del settore dei servizi rimane molto elevato, a maggior ragione se paragoniamo il tutto ai precedenti momenti difficili dell’economia. C’è stato solo un leggero rallentamento dell’inflazione sia dei prezzi di acquisto che di quelli di vendita. Per la Banca Centrale Europea, tali valori confermano la necessità di una pausa nel ciclo dei tassi di interesse invece di pensare concretamente ad un allentamento della politica monetaria.”

Immagine di storyset su Freepik 

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