HCOB PMI® Flash dell’Eurozona: ad inizio del terzo trimestre, il PMI Flash segnala un declino più forte e pressioni inflazionistiche più basse

 HCOB PMI® Flash dell’Eurozona: ad inizio del terzo trimestre, il PMI Flash segnala un declino più forte e pressioni inflazionistiche più basse

Dalla lettura degli ultimi dati raccolti dall’indagine HCOB PMI Flash prodotta da S&P Global, la produzione economica dell’eurozona di luglio è diminuita al tasso più veloce in otto mesi, segnalando un debole inizio del terzo trimestre. Il peggioramento degli indicatori che anticipano le tendenze future quali l’indice delle previsioni dell’attività futura e quello dei nuovi ordini ricevuti mostra per i prossimi mesi un possibile inasprimento della contrazione spingendo quindi le aziende a rinunciare ai loro piani di assunzione del personale. La pressione sui prezzi ha intanto segnato un calo, con i prezzi medi di vendita che hanno indicato il rialzo più lento in quasi due anni e mezzo. I prezzi di vendita delle aziende manifatturiere, a causa del crollo della domanda, sono calati ad un tasso mai osservato dal picco della crisi finanziaria del 2009, mentre l’inflazione dei prezzi di vendita delle aziende del terziario è diminuita al livello minimo in 21 mesi.

Produzione e domanda

A luglio, l’Indice HCOB PMI Flash della Produzione Composita dell’eurozona destagionalizzato, calcolato sulla base dell’85% circa delle consuete risposte dell’indagine, è sceso a 48.9 da 49.8 di giugno, registrando il valore più basso dallo scorso novembre. Dopo 5 mesi di crescita mensile consecutiva, l’ultimo valore ha segnalato la seconda contrazione mensile consecutiva della produzione. Il tasso di contrazione ha guadagnato terreno dopo il marginale declino registrato a fine del secondo trimestre.

Allo stesso tempo e generalmente parlando, peggiorano le condizioni della domanda. A luglio, l’afflusso di nuovi ordini è diminuito notevolmente, indicando il maggior crollo dallo scorso novembre. In particolare, il calo dei nuovi ordini ha superato quello della produzione ad un tasso mai osservato da febbraio 2009, suggerendo quindi che le aziende nei prossimi mesi ridurranno ancora di più la loro produzione in risposta al peggioramento della domanda. All’inasprimento del calo dei nuovi ordini del settore manifatturiero, con un valore che testimonia uno dei declini maggiori dal 2009, si è aggiunta la prima contrazione dei nuovi ordini del settore dei servizi in sette mesi.

Capacità operativa, ottimismo e occupazione

La carenza dei nuovi ordini ha determinato un maggiore tasso di riduzione del lavoro inevaso in quanto le aziende, per supportare i livelli operativi attuali, hanno spesso contato sugli ordini piazzati precedente. Escludendo i mesi iniziali di restrizione per il Covid-19, l’ultimo calo degli ordini in fase di lavorazione è stato il più elevato da febbraio 2013, e nel caso del manifatturiero, il più alto dal 2009. Per il settore dei servizi, il livello del lavoro inevaso di luglio è diminuito per la prima volta in sei mesi.

La situazione degli ordini ha intaccato l’ottimismo delle aziende, spingendo la loro previsione sui livelli dell’attività futura dell’anno prossimo ai minimi dallo scorso novembre. L’ultimo declino ha ridotto ulteriormente la fiducia dal recente valore massimo di febbraio spingendolo sempre di più su valori inferiori alla media di lungo termine dell’indagine e segnalando quindi un ottimismo piuttosto debole rispetto agli standard storici. Sia la fiducia del manifatturiero che quella del terziario è peggiorata, anche se in quest’ultimo caso ha mostrato una maggiore resilienza.

Conseguentemente al calo dell’ottimismo e al peggioramento della domanda, le aziende hanno preferito ridurre le assunzioni di luglio, registrando quindi il minore aumento mensile dell’occupazione da febbraio 2021. L’aumento generale è stato solo modesto, ed è stato causato dal secondo mese consecutivo di tagli mensili del personale manifatturiero e dal minore aumento occupazionale dei servizi in cinque mesi. In quest’ultimo caso il tasso di aumento è rallentato notevolmente dai ritmi storicamente elevati registrati nel secondo trimestre.

Le aziende manifatturiere hanno inoltre adattato le minori esigenze della produzione riducendo i livelli delle giacenze. Le scorte dei prodotti finiti sono diminuite per il terzo mese consecutivo mentre quelle delle materie prime e dei semilavorati sono risultate in calo per il sesto mese consecutivo, quest’ultime al tasso maggiore da dicembre 2012. L’indagine di luglio ha inoltre indicato la riduzione maggiore degli acquisti di beni da maggio 2009, escludendo solo i mesi di restrizione da Covid-19 di inizio 2020. Il calo degli acquisti da parte delle aziende manifatturiere ha alleviato la pressione alla catena di fornitura, che di conseguenza ha facilitato il miglioramento dei tempi medi di consegna ad un tasso mai osservato dal 2009.

Prezzi

Allo stesso tempo, si riducono a luglio le pressioni inflazionistiche, con una maggiore deflazione nel manifatturiero associata a una più lenta inflazione nel settore dei servizi. Osservando entrambi i settori, a luglio il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto è calato ancora una volta e per il decimo mese consecutivo, sino a raggiungere il livello minimo da novembre 2020 e attestandosi ad un livello ancora più basso rispetto alla media a lungo termine dell’indagine. I prezzi di vendita di beni e servizi hanno invece indicato il più lento rialzo in 29 mesi.

Nel settore manifatturiero, il calo della domanda di beni associata alla migliore fornitura ha stimolato una maggiore scontistica nella catena di distribuzione. Nel corso dei 25 anni di storia dell’indagine, solo nei sei mesi conclusisi a maggio 2009 si sono registrati nel manifatturiero tassi di contrazione maggiori dei prezzi medi di acquisto rispetto a quelli osservati a luglio. La riduzione dei costi è stata trasferita sui prezzi di vendita manifatturieri, che sono quindi diminuiti per il terzo mese consecutivo e al tasso maggiore da settembre 2009.

Mentre nei servizi i costi di acquisto hanno continuato ad aumentare ad un ritmo nettamente superiore alla media di lungo termine grazie in particolare alle pressioni al rialzo sui salari, il tasso di incremento è rallentato per il quinto mese consecutivo scendendo a minimi da maggio 2021. Anche i prezzi medi di vendita nel settore dei servizi sono aumentati ad un tasso ridotto, indicando il più basso tasso di inflazione da ottobre 2021.

Tendenze nazionali

Analizzando i valori di crescita dei paesi dell’eurozona, la Francia ha riportato una contrazione dell’attività particolarmente elevata, in calo per secondo mese consecutivo e al tasso maggiore da novembre 2020. Escludendo il periodo pandemico, il declino è stato il maggiore da maggio 2013. I tassi di contrazione sono accelerati sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi, anche se quest’ultimo ha sofferto un declino maggiore. Anche la Germania è scesa in contrazione, con la produzione in diminuzione per la prima volta da gennaio e al tasso più alto dallo scorso novembre. Il forte calo della produzione manifatturiera della Germania, peggiorato ad un tasso mai osservato dal 2009, esclusi i mesi delle restrizioni pandemiche, si è unito al vigoroso rallentamento della crescita dell’attività terziaria. Tale frenata nei servizi a sua volta è stata causata dal forte crollo dei nuovi ordini. Nel frattempo, il resto della regione ha complessivamente riportato per il secondo mese consecutivo solo una crescita molto lieve. Si tratta della prestazione più debole da inizio anno e riflette una contrazione sempre più severa del settore manifatturiero e un indebolimento della crescita della domanda di servizi.

Commento

Commentando I dati PMI flash, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Il manifatturiero ha continuato ad essere il tallone d’Achille dell’eurozona. A luglio, i manifatturieri hanno di nuovo ridotto i loro livelli di produzione ad un tasso accelerato, mentre l’attività terziaria ha continuato ad espandersi, anche se ad un tasso molto più debole rispetto all’inizio dell’anno. Con il settore terziario che continua a perdere vigore, l’economia dell’eurozona dei prossimi mesi potrebbe sempre più addentrarsi in territorio di contrazione. A queste cupe prospettive si aggiunge il fatto che, per la prima volta da fine 2022 ed inizio 2023, gli indici compositi PMI relativi ai nuovi ordini e quelli sul lavoro inevaso sono scesi in territorio di contrazione. Questo andamento è particolarmente evidente nel settore manifatturiero: ciò insinua l’idea di un rallentamento che molto probabilmente continuerà man mano che si procede nella seconda metà dell’anno. L’HCOB PMI ha tradito le aspettative di Bloomberg che prevedevano un lieve rallentamento del calo manifatturiero e un quadro più resiliente per il terziario. Gli ultimi dati PMI non piaceranno ai responsabili della BCE visto che i prezzi del settore privato guidati esclusivamente dal rilevante settore terziario, continuano a mostrare insidie. Il presidente della BCE Christine Lagarde continuerà sicuramente a rimanere della propria idea di rialzare i tassi di interesse di 25 punti base nella prossima riunione sulla politica monetaria di fine luglio”.

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