La prima metà del 2025 è terminata con il settore privato dell’eurozona che è riuscito a segnare una crescita della produzione, come segnalato dai dati previsionali dell’indagine PMI® di giugno. Il forte incremento della produzione manifatturiera ha eguagliato la stabilizzazione dell’attività economica terziaria. I nuovi ordini hanno di nuovo registrato una diminuzione ma rallentata ai minimi in più di un anno, mentre la fiducia è salita al valore più alto da inizio 2025. In linea con quanto osservato per la produzione, le aziende hanno marginalmente aumentato gli organici. Nel frattempo, il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto ha continuato a rallentare, mentre i prezzi di vendita sono aumentati più velocemente rispetto a maggio.
Produzione e domanda
Dopo le dovute destagionalizzazioni, l’Indice HCOB Flash PMI Composito della Produzione dell’eurozona, redatto da S&P Global e basato circa sull’85% delle consuete risposte finali dell’indagine, con il valore di 50.2 di giugno, invariato da maggio, si è posizionato al di sopra alla soglia di non cambiamento di 50.0 per il sesto mese consecutivo, prolungando però una tendenza di crescita solo marginale dell’attività economica che osserviamo per gran parte dell’anno in corso.
Il complessivo incremento si è di nuovo concentrato sul settore manifatturiero, dove la produzione è aumentata per il quarto mese consecutivo. Detto ciò, il tasso di espansione di giugno è stato lieve, e rallentato ai minimi in tre mesi. Allo stesso tempo, alla fine della prima metà dell’anno e dopo il primo calo in sei mesi di maggio, l’attività economica terziaria è rimasta invariata.
La Germania, dopo il calo modesto dell’attività di maggio, ha indicato una nuova espansione, segnando però una crescita solo marginale. Su un altro fronte, la Francia ha di nuovo indicato una riduzione della produzione, estendendo l’attuale sequenza di calo a dieci mesi. Il resto dell’eurozona ha continuato a registrare incrementi dell’attività, indicando però i più lenti tassi di crescita da novembre scorso.
I nuovi ordini di giugno si sono avvicinati alla stabilità. Sebbene il flusso delle nuove commesse abbia continuato a diminuire marginalmente, quest’ultima riduzione è stata la più lenta dell’attuale sequenza di calo di 13 mesi. Invariati risultano i nuovi ordini manifatturieri, che terminano un periodo di contrazione lungo più di tre anni. Le commesse ricevute dai servizi, nel frattempo, si sono marginalmente ridotte. I dati relativi agli ordini esteri (incluso il commercio intra-eurozona) sono grosso modo simili a quelli degli ordini totali, segnando un modesto calo ma al tasso più debole da aprile 2022. La Germania ha indicato il primo aumento degli ordini esteri in quasi tre anni e mezzo.
Occupazione
In linea con i dati relativi all’attività economica, gli organici dell’eurozona di giugno hanno di nuovo indicato un marginale rialzo allo stesso tasso di maggio. In questo caso, però, la crescita è stata guidata dal terziario, settore in cui i posti di lavoro sono lievemente aumentati. La forza lavoro manifatturiera ha nel frattempo registrato un forte calo e ad un tasso più rapido di maggio. L’occupazione si è ridotta in Germania e Francia, ma è aumentata nel resto dell’eurozona.
Sebbene i nuovi ordini ricevuti a giugno abbiano indicato valori quasi stabili, le aziende sono riuscite a tenere sotto controllo il lavoro inevaso, riducendone il cumulo. Le commesse in giacenza sono dunque diminuite modestamente, ma al tasso minimo in poco più di un anno.
Prezzi
Il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto di giugno è rallentato per il quarto mese consecutivo, registrando il valore più debole da novembre. Quest’ultimo aumento dei costi è inoltre stato il più debole della media di serie. La continua forte inflazione del settore terziario è stata controbilanciata dal terzo calo mensile consecutivo dei prezzi di acquisto del manifatturiero.
Le contrastanti tendenze dei due settori monitorati in termini di costi si osservano anche nei prezzi di vendita. Le aziende terziarie hanno aumentato le loro tariffe in modo elevato e al tasso più rapido in tre mesi, mentre il manifatturiero le ha diminuite per il secondo mese consecutivo. Nel complesso i prezzi di vendita hanno indicato un forte rialzo e lievemente più rapido di maggio: la Francia ha di nuovo indicato un aumento, unendosi all’inflazione rilevata in Germania e nel resto dell’eurozona.
Scorte e catene di fornitura
A giugno, le aziende manifatturiere dell’eurozona hanno continuato a ridurre la loro attività di acquisto, ma il tasso di decremento è stato modesto e tra i più deboli degli ultimi tre anni. Le giacenze degli acquisti, visto il calo registrato, sono diminuite a tasso forte e accelerato. Le scorte di prodotti finiti hanno nel frattempo registrato il declino minore da settembre 2024. Alla fine della prima metà dell’anno, i tempi di consegna dei fornitori si sono allungati, concludendo una sequenza di accorciamento durata quattro mesi.
Prospettive future
A giugno, i dati registrano un miglioramento della fiducia, con l’ottimismo al valore più alto da gennaio. Tale rafforzamento è alimentato dal settore terziario, il cui livello di fiducia ha segnato un picco di rialzo in quattro mesi restando però più debole rispetto alla media di serie. Rispetto ai servizi, l’industria manifatturiera dell’eurozona ha mostrato prospettive sugli affari più positive per i prossimi 12 mesi, anche se il livello di ottimismo è sceso dal record in 39 mesi di maggio. Le aziende francesi hanno mostrato maggiore fiducia rispetto a maggio, con valori che a giugno hanno eguagliato quelli tedeschi. Il resto dell’eurozona ha continuato intanto a registrare un forte ottimismo.
Commento
Analizzando I dati PMI flash Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “L’economia dell’eurozona sta faticando a prendere vigore, infatti da sei mesi la crescita è minima, con un’attività stagnante nel settore dei servizi e un aumento della produzione manifatturiera solo moderato. In Germania ci sono segnali di un cauto miglioramento della situazione, ma la Francia continua a restare indietro. È improbabile che l’evidente slancio nel dato ufficiale di crescita dello 0,6% del primo trimestre si protragga anche nel secondo, soprattutto alla luce di fattori straordinari come l’insolito balzo di crescita in Irlanda che ne ha gonfiato la portata. Non bisogna tuttavia rassegnarsi, secondo l’indagine infatti le prospettive sono migliorate e le aziende mantengono l’occupazione più o meno costante. A giugno, i tempi di consegna si sono allungati. Considerata la debolezza dei nuovi ordini e una crescita solo moderata della produzione, lo si può collegare, tra l’altro, alle nuove crisi geopolitiche e alla politica tariffaria degli Stati Uniti in continuo cambiamento. Entrambi i fattori stanno rendendo più difficile la gestione della catena di distribuzione, ma nel complesso, l’indice dei tempi medi di consegna mostra che la maggior parte delle aziende è relativamente in grado di adattarsi all’incertezza e che finora non si sono verificate gravi interruzioni. Per la BCE, lo scenario dei prezzi dei servizi continua a mostrare lievi tensioni. Le aziende stanno ancora facendo i conti con il significativo aumento dei costi che a giugno ha di nuovo generato un lieve rialzo dei prezzi di vendita rispetto al mese scorso. La maggiore inflazione nel settore dei servizi è in parte compensata dalla deflazione del manifatturiero. In tutto ciò, i prezzi energetici assumono un ruolo importante. Fino a poco tempo fa, erano ancora in calo, ma dopo il conflitto tra Israele e Iran sono aumentati notevolmente. Queste informazioni sono state solo parzialmente evidenti nei sondaggi. Nel complesso, tuttavia, la BCE può rimanere relativamente tranquilla, poiché l’euro forte e l’effetto deflazionistico dei dazi statunitensi si oppongono a un aumento dell’inflazione a breve termine”.