Nonostante il settore terziario italiano sia rimasto ad agosto in territorio di crescita, l’attività economica è aumentata a tasso modesto, e debole rispetto alla media storica. Tale rallentamento si è registrato malgrado il flusso di nuovi ordini sia stato più forte. L’indebolimento della crescita ha diminuito il livello di assunzioni delle aziende, sceso ai minimi in quattro mesi.
I dati sui prezzi hanno mostrato che le aziende del settore hanno continuato a confrontarsi con la forte pressione dei costi. Le stesse hanno tuttavia cercato di incentivare le vendite, diminuendo le tariffe applicate ai clienti. La fiducia, anche se positiva, ha registrato uno dei valori più deboli in più di quattro anni e mezzo, in un contesto influenzato soprattutto dalle difficili condizioni economiche.
L’Indice HCOB PMI® dell’Attività Terziaria in Italia ha indicato ad agosto 51.5, in discesa da 52.3 di luglio. Quest’ultimo indice resta in linea con una crescita moderata dell’economia terziaria italiana, indicando tra l’altro il valore più debole da gennaio.
Le aziende intervistate che hanno registrato una crescita della produzione, l’hanno attribuita all’arrivo di nuovi clienti e al flusso di ordini. Dai dati raccolti si evince che l’incremento è stato comunque frenato dalle difficili condizioni economiche.
L’indice principale evidenzia il rallentamento dell’attività dell’intero settore, e si contrappone alla prestazione dei nuovi ordini totali, che invece hanno registrato la crescita più veloce in sei mesi. Il maggiore flusso di nuovi ordini rispecchia l’acquisizione di nuovi clienti, come afferma il campione monitorato. Alcune aziende hanno anche affermato che le condizioni della domanda sono migliorate rispetto al mese precedente.
È da febbraio che la solida crescita di nuovi ordini si sostiene grazie al mercato nazionale, anche perché ad agosto le vendite estere hanno di nuovo segnato un calo. Le aziende hanno infatti riportato una riduzione degli ordini provenienti dai mercati esteri chiave. Va però aggiunto che il tasso di riduzione delle vendite internazionali si sta indebolendo e ha solo indicato un valore marginale.
Nonostante il maggiore flusso di ordini, i prezzi di vendita del terziario italiano hanno registrato ad agosto l’aumento più debole in nove mesi. Solo il 7% del campione monitorato ha aumentato i prezzi, indicando un complessivo tasso di inflazione delle tariffe applicate ai clienti relativamente modesto.
Al contrario, i costi sostenuti dalle aziende hanno indicato un aumento più consistente su base mensile, con un tasso di inflazione sia rapido che storicamente elevato, sebbene indebolito rispetto ai mesi recenti. I dati qualitativi raccolti hanno evidenziato costi maggiori del carburante, dell’energia, degli affitti e di gestione.
A metà del terzo trimestre, le aziende dei servizi hanno continuato ad aumentare gli organici, seguendo una tendenza che si ripete da febbraio scorso. Il tasso di espansione dell’occupazione è stato il più basso in quattro mesi, restando però più forte della media di lungo termine.
Allo stesso tempo, i segnali di capacità in eccesso hanno continuato a manifestarsi dal momento che il livello di ordini inevasi ha indicato una diminuzione per il sesto mese consecutivo e a un tasso lievemente più rapido.
Infine, la fiducia per i prossimi 12 mesi è rimasta in territorio positivo, riducendosi però ai minimi in quattro mesi. L’indice corrispettivo è infatti diminuito di quasi dieci punti rispetto alla media storica. Come riportato dai dati raccolti in sede d’indagine, l’ottimismo è stato ostacolato da deboli condizioni economiche, anche se alcune aziende hanno mantenuto la speranza di alimentare la crescita con nuovi progetti e l‘acquisizione di nuovi clienti.
Commento
Nils Müller, Junior Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Ad agosto il settore terziario italiano ha perso vigore, con l’Indice HCOB PMI del terziario che da 52.3 di luglio è scivolato a 51.5, toccando quindi il valore minimo da gennaio. Anche se il settore è rimasto in territorio di espansione per il nono mese consecutivo, il tasso di crescita è stato modesto e debole rispetto alla media storica. Questo rallentamento si è verificato nonostante il forte rialzo di nuovi ordini, collegato dalle aziende campione ai nuovi clienti e al miglioramento della domanda nazionale. In ogni caso, resta evidente il divario tra vendite in Italia e all’estero: queste ultime hanno infatti registrato il tredicesimo calo mensile consecutivo, anche se rallentato. L’occupazione continua ad aumentare ma in modo minore, rispecchiando la crescente cautela delle imprese ad assumere. Il calo delle commesse inevase continua, segnando il sesto mese consecutivo e lasciandoci intendere che i livelli di personale attuali forse soddisfano la domanda. La pressione dei costi si è intensificata, visto che aziende hanno riportato aumenti del costo del carburante, dell’energia, dell’affitto e delle altre spese gestionali. Allo stesso tempo, i prezzi di vendita del settore sono scesi ai minimi in nove mesi, segnalando una riduzione dei margini. La fiducia è peggiorata. Nell’arco temporale che supera gli ultimi quattro anni e mezzo, le aspettative economiche delle aziende per i prossimi dodici mesi hanno infatti segnato uno tra i valori più bassi. Anche se una parte del campione è rimasta ottimista, prevedendo una crescita futura grazie a nuovi progetti e all’acquisizione di nuovi clienti, le prospettive generali mostrano un calo legato a condizioni economiche deboli. Allargando la visuale al più ampio settore privato in Italia, le prospettive appaiono più incoraggianti: l’Indice HCOB PMI Composito è salito a 51.7, grazie soprattutto alla ripresa della produzione manifatturiera che ha compensato in parte l’indebolimento della crescita del terziario. A livello composito, l’aumento dei nuovi ordini è stato il più forte in 16 mesi, lasciandoci intendere che le condizioni della domanda del settore privato italiano stanno diventando sempre più forti.”