HCOB PMI®: maggior crollo in 22 mesi dell’attività edile italiana

 HCOB PMI®: maggior crollo in 22 mesi dell’attività edile italiana

La debole domanda ha pesato sulle prestazioni del settore edile italiano di giugno. Gli ordini sono di nuovo diminuiti e al massimo in 17 mesi. L’attività totale di fine del trimestre è scesa ad un tasso forte e accelerato, con due dei tre sottosettori monitorati in contrazione, causandone una riduzione degli acquisti da parte delle aziende.

Fortunatamente però le pressioni inflazionistiche si sono indebolite e i livelli occupazionali sono di nuovo cresciuti.

L’Indice HCOB PMI® Settore Edile Italiano (Purchasing Managers’ IndexTM), che misura le variazioni su base mensile dell’attività totale del settore, è rimasto al di sotto della soglia di non cambiamento di 50.0, mostrando una nuova contrazione delle attività ed estendendo così la tendenza osservata durante gli altri mesi del secondo trimestre. L’indice è sceso dal 49.0 di maggio a 46.0, segnalando la contrazione più rapida in 22 mesi, anche se generalmente moderata.

Secondo i dati raccolti, il calo dell’attività è scaturito da una riduzione della domanda di lavori edili, con alcuni partecipanti che hanno risentito l’impatto della fine del programma di superbonus.

I dati di giugno hanno rivelato un forte calo dell’attività edilizia residenziale, il più rapido in un anno e mezzo. La contrazione più rapida della produzione è stata registrato dall’ingegneria civile, che a giugno è scesa a un ritmo considerevole.

Nonostante l’aumento solo parziale di giugno, l’attività commerciale è stata l’unico sottosettore a registrare una crescita.

A spingere la flessione dell’attività complessiva è stato il calo sostenuto del volume degli ordini. I partecipanti all’indagine hanno attribuito il rallentamento alla debolezza della domanda e alla riduzione degli incentivi fiscali. Nel complesso, la contrazione è stata solida e la più rapida registrata in quasi un anno e mezzo.

Poiché i costruttori italiani avevano meno bisogno di beni edili, le quantità acquistate sono diminuite. A giugno gli acquisti sono calati per il quarto mese consecutivo e al ritmo più rapido dallo scorso agosto. Nel frattempo, i tempi di consegna dei materiali si sono allungati in misura maggiore, poiché alcune aziende hanno riscontrato problemi nella catena di approvvigionamento.

A seguito di una riduzione della domanda di fattori produttivi, la pressione sui costi dei costruttori italiani si è attenuata alla fine del trimestre. I prezzi dei beni sono aumentati a un ritmo moderato, il più lento da poco più di un anno a questa parte, riflettendo l’aumento dei costi delle materie prime.

Dopo la riduzione dei posti di lavoro per un mese a maggio, a giugno le imprese di costruzione in tutta Italia hanno nuovamente incrementato il proprio organico. Sebbene si tratti di un aumento marginale, è stato il più forte registrato nel trimestre. Alcune aziende hanno dichiarato che l’apertura di nuovi cantieri le ha spinte ad aumentare il personale. Altre hanno notato una preferenza per i lavoratori a tempo pieno, una tendenza supportata da un nuovo calo dell’utilizzo dei subappaltatori.

Per quanto riguarda le prospettive future, i dati dell’indagine di giugno indicano un minor grado di ottimismo da parte delle aziende edili italiane rispetto futuri livelli di attività, in quanto alcuni continuano a temere che le condizioni della domanda non si risollevino. Tuttavia, gli ottimisti (27%) hanno superato i pessimisti (16%). La fiducia è tipicamente legata alle previsioni di acquisizione di nuovi clienti e alle aspettative sui nuovi appalti in arrivo.

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr Tariq Kamal Chaudhry Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Una ripresa del settore edile italiano è decisamente fuori questione. L’Indice HCOB PMI dell’Attività Edili Totale di giugno si è attestato a 46.0, il valore più debole da agosto 2022. La tendenza al ribasso si è sparsa tra tutti e tre i sottosettori e, mentre l’attività dell’edilizia non residenziale è riuscita appena a restare in territorio d’espansione, evitando quindi una contrazione, quelle dell’edilizia residenziale e dell’ingegneria civile possono solo descriversi come desolanti. Non c’è molto da festeggiare per l’edilizia italiana. Le aziende del settore continuano ad affrontare incrementi dei costi anche se, secondo una tendenza emersa quest’anno, le pressioni inflazionistiche sono rallentate. Un altro aspetto positivo è stato il nuovo aumento dei livelli occupazionali ma ciò potrebbe essere una conseguenza della carenza di personale specializzato e di cambiamenti demografici piuttosto che un segno promettente per il futuro. Le aziende del settore stanno sentendo l’impatto della fine dello schema del superbonus. È stato osservato un calo significativo dei nuovi ordini che, prevedibilmente, ha portato a una netta riduzione dei volumi d’acquisto. Dai dati raccolti si evince una incertezza tra i clienti, soprattutto a causa della riduzione degli incentivi fiscali del programma del superbonus. Dopo l’alto livello di fiducia dei cinque mesi precedenti, a giugno il grado d’ottimismo rispetto al futuro è crollato notevolmente e si è attestato al di sotto della media storica. Visto l’urgente bisogno di tagli ai tassi d’interesse, nessun settore osserverà più intensamente gli sviluppi a Francoforte e alla BCE di quello edile.”

Immagine di rawpixel.com su Freepik

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