HCOB PMI®: per la prima volta in quasi tre anni l’occupazione si riduce a causa del calo continuo dell’attività economica dell’eurozona

 HCOB PMI®: per la prima volta in quasi tre anni l’occupazione si riduce a causa del calo continuo dell’attività economica dell’eurozona

A metà del quarto trimestre, la contrazione dell’economia dell’eurozona si estende a sei mesi, con forti riduzioni dei nuovi ordini e delle commesse in giacenza. Con l’indebolimento della domanda, il mercato del lavoro ha in ultimo ceduto alla spinta al ribasso, registrando il primo calo dei posti di lavoro da gennaio 2021. La fiducia, anche se in lieve rialzo, è rimasta debole rispetto alla media storica, e le pressioni inflazionistiche si sono intensificate.

Posizionandosi a novembre su un valore inferiore a 50.0 per il sesto mese consecutivo, l’Indice HCOB PMI della Produzione Composita dell’Eurozona destagionalizzato, che consiste in una media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, ha segnalato un’altra riduzione mensile dei livelli di produzione del settore privato dell’eurozona. Se quest’ultimo valore di 47.6 ha indicato un rialzo rispetto ai minimi in 35 mesi di ottobre di 46.5 e un picco di aumento da luglio, continua tuttavia a segnalare un forte deterioramento delle condizioni economiche.

Le quattro maggiori economie dell’eurozona hanno tutte riportato a novembre una contrazione dell’attività. La Francia continua a indicare la prestazione peggiore, con un calo della produzione a un tasso solo poco più lieve del record in quasi tre anni di settembre. Germania e Italia hanno registrato cali minori di ottobre, mentre l’attività del settore privato in Spagna è scesa in zona contrazione per la prima volta da agosto. Tra i paesi monitorati dell’eurozona, l’unico a indicare un’espansione della produzione è l’Irlanda.

La domanda di beni e servizi dell’eurozona ha costituito il freno maggiore per l’attività economica di novembre, con i nuovi ordini diminuiti per il sesto mese consecutivo, anche se al tasso più debole da luglio. Le commesse ricevute dal manifatturiero hanno continuato a ridursi a ritmo maggiore di quelle acquisite dal terziario.

A metà del quarto trimestre, la domanda estera, incluso il traffico intra-eurozona, ha continuato a vacillare segnando un forte calo, il ventunesimo mensile consecutivo. Così come per il volume degli ordini totali, la prestazione delle commesse estere manifatturiere è stata molto peggiore di quella relativa ai servizi.

Il calo dei nuovi ordini di novembre ha spinto il settore privato dell’eurozona a smaltire maggiormente l’accumulo del lavoro inevaso, il cui volume si è fortemente ridotto e per l’ottavo mese consecutivo. Le deboli condizioni della domanda e la contrazione delle commesse in attesa di essere completate hanno quindi pesato sui piani di assunzione delle aziende, causando il primo calo dell’occupazione in quasi tre anni. C’è da dire che la riduzione dei posti di lavoro riflette soltanto i tagli occupazionali del manifatturiero visto che le aziende dei servizi hanno indicato una nuova espansione degli organici.

Nel frattempo, i dati dell’indagine di novembre hanno indicato nell’eurozona una leggera intensificazione della pressione dei prezzi. Quelli di acquisto hanno segnato un forte rialzo al tasso più rapido da maggio (lo stesso riscontrato a settembre). È stato di nuovo il settore terziario a dare la spinta maggiore all’inflazione dei costi, mentre le spese sostenute dal manifatturiero hanno continuato a diminuire. In egual misura, gli sconti minori del settore industriale e una politica più aggressiva sui prezzi del terziario hanno portato a un aumento del tasso complessivo di inflazione dei prezzi di vendita nel mese di novembre.

In ultimo, nonostante le aspettative di crescita di novembre siano lievemente migliorate, il livello generale di ottimismo è stato debole rispetto alla media storica.

Classifica nazionale dell’Indice PMI della Produzione Composita: novembre

Irlanda52.3massimo in 3 mesi
Spagna49.8minimo in 3 mesi
Italia48.1massimo in 2 mesi
Germania47.8 (flash 47.1)massimo in 4 mesi
Francia44.6 (flash: 44.5)Invariato

HCOB PMI® del Terziario dell’Eurozona

Posizionandosi su 48.7, l’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona di novembre è rimasto inferiore alla soglia di non cambiamento di 50.0, che separa la crescita dalla contrazione. Tale valore ha indicato un rialzo rispetto a 47.8 di ottobre, segnalando però una contrazione dell’attività che il settore terziario continua a registrare da agosto scorso.

Per il quinto mese consecutivo e a metà dell’ultimo trimestre dell’anno, l’acquisizione dei nuovi ordini diminuisce. Sebbene sia stato il calo più lento degli ultimi tre mesi, ha registrato un valore generale elevato superando quello dell’attività.

Il freno sull’attività imposto dal calo degli ordini acquisiti è stato di nuovo in parte alleviato dal lavoro inevaso, che a novembre si è ridotto ulteriormente. Il tasso di flessione è stato moderato e generalmente in linea con un andamento che si prolunga da luglio.

A novembre, nell’economia del settore terziario dell’eurozona l’inflazione ha continuato a far sentire il suo peso, con aumenti su base mensile sia dei prezzi di acquisto che di vendita.

Concludendo, la fiducia ha di nuovo mostrato il suo andamento al ribasso, una tendenza registrata per la maggior parte del 2023. Le aspettative di crescita delle aziende per l’anno a venire sono state deboli rispetto alla media storica.

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “A novembre, il settore terziario continua a contrarsi. Il modesto miglioramento dell’indice dell’attività non fornisce molto ottimismo su una rapida e immediata ripresa. Le cupe prospettive vengono inoltre alimentate dal quinto mese consecutivo di declino dei nuovi ordini, anche se a novembre il tasso è stato leggermente più debole. Le aspettative economiche appaiono dunque deboli, restando nettamente inferiori alla media di lungo termine e registrando un leggero peggioramento. Dalle nostre previsioni a brevissimo termine sul PIL, basate sugli ultimi indicatori PMI, la possibilità che vediamo per questo quarto trimestre è un calo del PIL. Se due trimestri consecutivi di crescita negativa indicano una recessione, al momento ci troviamo sul ciglio. Gli indici relativi al terziario delle quattro economie principali sono risultati diversi l’uno dall’altro. In Spagna, il settore dei servizi ha mantenuto un tasso di crescita moderato, la Francia ha registrato una rapida contrazione, mentre la Germania e l’Italia si trovano in territorio di stagnazione. Le dinamiche contrastanti mostrano la Francia, seconda maggiore economia, come principale responsabile della prestazione complessivamente negativa del terziario dell’eurozona. Le aziende del terziario stanno vivendo un vero dilemma dei prezzi: se l’avvilente livello della domanda sollecita un taglio dei prezzi di vendita per incoraggiarne l’incremento, una quantomai scomoda inflazione dei costi spinge ad aumentarli per evitare le perdite. Al momento, il settore sta scegliendo quest’ultima opzione, tale strategia può essere però rischiosa. La fuga dei consumatori di fronte a prezzi in aumento può aggravarsi, scoraggiando ancora di più la propensione all’acquisto dei clienti del terziario. Secondo la visione della Banca Centrale Europea (BCE), il fatto che il potere sui prezzi delle aziende terziarie continua caparbiamente a essere forte è preoccupante: significa che la stretta sulle condizioni monetarie potrebbe non riuscire a essere un mezzo sufficientemente efficace contro l’inflazione. La BCE si trova di fronte a una decisione cruciale: continuare a innalzare i tassi di interesse o aver fiducia che questi rialzi influiscano sui prezzi. Al momento, i segnali suggeriscono una forte inclinazione per quest’ultima opzione.

Image by Freepik 

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