A novembre, il settore manifatturiero dell’area euro si è indebolito a causa di segnali di una nuova debolezza della domanda. Di conseguenza si sono intensificati i tagli occupazionali, con le giacenze in calo ad un tasso più rapido. Seppur più lento, è stato riportato un aumento della produzione e dell’ottimismo delle aziende sul futuro. Sebbene la crescita della produzione sia stata inferiore alla media dell’indagine, le aspettative sono salite oltre la tendenza a lungo termine.
Per quanto riguarda i prezzi di acquisto, dopo non aver generalmente osservato nessuna variazione media da inizio anno, a novembre si è registrato il più forte aumento da marzo. I prezzi di vendita si sono tuttavia ridotti leggermente, indicando un limitato potere decisionale nel fissare i prezzi tra le aziende manifatturiere dell’area euro.
L’HCOB PMI® del Settore Manifatturiero Eurozona, che misura lo stato di salute delle aziende manifatturiere dell’eurozona ed è redatto da S&P Global, a novembre è diminuito nuovamente al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0 dopo la crescita del mese precedente. Diminuito a 49.6 da 50.0 di ottobre, l’indice principale ha segnalato l’ennesimo peggioramento delle condizioni operative delle aziende manifatturiere in tutti i paesi dell’unione monetaria. Sebbene il calo sia stato il maggiore da giugno, nell’insieme è stato solo marginale.
I dati nazionali PMI hanno mostrato un forte contrasto nelle prestazioni tra Germania e Francia, le due maggiori economie dell’area euro e il resto dell’unione monetaria. L’indagine di novembre ha osservato una maggiore crescita a livello nazionale, con Austria e Italia che hanno registrato nuovi miglioramenti nelle condizioni del settore manifatturiero. Espansioni sostenute ma più lente sono state osservate in Spagna e Grecia, mentre la ripresa nei Paesi Bassi è stata pari a quella di ottobre.
L’Irlanda è stata la nazione a riportare le prestazioni migliori, registrando un tasso di crescita moderato e il migliore degli ultimi quattro mesi. Per quanto riguarda Germania e Francia, entrambe i valori PMI sono scesi ai minimi degli ultimi nove mesi, sprofondando sempre più al di sotto della soglia critica di non cambiamento di 50.0.
L’indice dei nuovi ordini, che rappresenta la componente più importante del PMI, ha dato la maggiore influenza direzionale negativa durante novembre. Dopo la stabilizzazione di ottobre, il volume di nuovi lavori ricevuti dalle aziende manifatturiere dell’area euro è calato, rappresentando un nuovo ostacolo alla domanda, con la diminuzione che è però stata solo marginale. Gli ultimi dati hanno mostrato che le vendite estere hanno continuato a rappresentare un problema per le aziende manifatturiere dell’area euro, con i nuovi ordini esteri, che includono il traffico intra eurozona, in calo per il quinto mese consecutivo.
La crescita della produzione manifatturiera è stata tuttavia sostenuta, con quella di novembre che ha esteso a nove mesi consecutivi il periodo di espansione. Il tasso di crescita è però rallentato, sino a raggiungere un ritmo solo marginale e il più debole durante l’attuale ripresa. Il più alto volume di produzione è stato in parte supportato dalla riduzione degli ordini in fase di lavorazione, calato a novembre ancora una volta e ad un tasso più rapido.
Durante l’ultima indagine sono stati evidenti segnali di una politica riduzione di costi più aggressiva, con occupazione, acquisti e scorte che sono tutti diminuiti a livelli maggiori rispetto a ottobre. I tagli del livello occupazionale sono stati i più elevati da aprile, mentre le scorte di prodotti finiti sono calate con il margine più alto in quasi quattro anni e mezzo.
In particolare, nonostante gli ultimi dati dell’indagine suggeriscano un allentamento della pressione relativa alla domanda, a novembre i tempi di consegna dei fornitori si sono allungati al livello più elevato da ottobre 2022. Le aziende intervistate hanno riportato carenze di materiale presso i fornitori e difficoltà nell’acquisire articoli di provenienza internazionali.
In un contesto di intensificazione della pressione nella catena di approvvigionamento, i dati di novembre hanno segnalato un netto aumento dei costi di acquisto delle aziende manifatturiere dell’eurozona. Il tasso di inflazione è stato il più alto da marzo e segue un periodo di relativa stabilità media nel 2025 dei prezzi medi di acquisto. Detto ciò, l’ultimo aumento è stato ben al di sotto della tendenza da quando i dati del sondaggio sono stati disponibili nel 1997. Nel frattempo, i prezzi applicati per i beni dell’area euro sono diminuiti per la sesta volta negli ultimi sette mesi.
Guardando al futuro, le aziende manifatturiere dell’eurozona hanno riportato maggiore ottimismo per i prossimi 12 mesi, con un livello complessivo di ottimismo salito sopra la media storica (dal 2012) fino al livello più alto da giugno.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di novembre
Irlanda 52.8 massimo in 4 mesi
Grecia 52.7 minimo in 2 mesi
Paesi Bassi 51.8 valore invariato
Spagna 51.5 minimo in 2 mesi
Italia 50.6 massimo in 32 mesi
Austria 50.4 massimo in 40 mesi
Germania 48.2 (flash: 48.4) minimo in 9 mesi
Francia 47.8 (flash: 47.8) minimo in 9 mesi
Commento
Commentando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Considerando il numero di paesi in cui l’industria sta nuovamente crescendo, le prospettive per l’eurozona sembrano piuttosto ottimistiche. Tra gli otto paesi monitorati dai PMI manifatturieri, una chiara maggioranza di sei mostra un quadro economico positivo. Osservando tuttavia le dimensioni di queste economie, la situazione appare completamente diversa, poiché a novembre sono le due economie maggiori quelle con i settori manifatturieri scivolati ancora più profondamente in recessione. In Francia ciò è probabilmente dovuto alla persistente incertezza politica, che sta portando molte aziende a limitare gli investimenti. In Germania una grande parte dell’economia sembra delusa dalla linea d’azione attuata finora del governo federale, e potrebbe manifestarsi un pericoloso senso di rassegnazione riguardo alla capacità del paese di rimettersi in gioco. Crediamo però che investimenti visibili nelle infrastrutture possano presto rilanciare l’atmosfera. Il quadro attuale dell’eurozona è preoccupante, poiché il settore manifatturiero non riesce a uscire dalla stagnazione e tende persino verso una contrazione. Osservando i dati con un occhio di speranza, ci sono alcuni sviluppi positivi. Il manifatturiero spagnolo, al contrario delle principali economie dell’area euro, è rimasto in territorio di crescita per il settimo mese consecutivo. Sebbene le aziende manifatturiere italiane non stiano mostrando un certo vigore, stanno almeno crescendo dopo una contrazione a settembre e una stagnazione a ottobre. È incoraggiante vedere che in questi due paesi dell’Europa meridionale i nuovi ordini siano aumentati, suggerendo un’espansione della produzione nei prossimi mesi. La maggior parte delle aziende nell’area euro è fiduciosa di poter espandere la propria produzione nei prossimi dodici mesi. A questo proposito, in Germania l’ottimismo è in parte migliorato, e in Francia c’è stato persino un passaggio dal pessimismo all’ottimismo. Si sente spesso dire che le aspettative di solito influenzano l’economia, e questa maggiore fiducia è un segnale che le cose miglioreranno nel prossimo anno.”
