HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: a gennaio rallenta la contrazione del settore manifatturiero dell’eurozona

 HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: a gennaio rallenta la contrazione del settore manifatturiero dell’eurozona

A gennaio si riduce la crisi del settore manifatturiero dell’eurozona, con la produzione e i nuovi ordini in contrazione ai tassi più deboli dallo scorso aprile. Anche i tagli dell’attività di acquisto, delle giacenze degli acquisti e dei livelli occupazionali hanno riportato un calo, mentre l’ottimismo delle aziende è aumentato al livello massimo in nove mesi.

Prende vigore a gennaio la contrazione dei costi di acquisto e dei prezzi di vendita, malgrado i tempi di consegna si siano allungati per la prima volta in un anno a seguito delle interruzioni del traffico navale presso il Mar Rosso.

L’HCOB PMI del Settore Manifatturiero Eurozona, redatto da S&P Global, a gennaio è aumentato al livello massimo in dieci mesi di 46.6, in forte salita da 44.4 di dicembre. Sebbene ancora al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0, così come è avvenuto da luglio 2022, l’indice mostra l’ennesimo peggioramento delle condizioni operative del settore ma ha anche segnalato un rallentamento della contrazione per il terzo mese consecutivo.

Tutti e cinque i componenti del PMI manifatturiero hanno esteso a gennaio la tendenza positiva. L’indice dei nuovi ordini e quello della produzione (che assieme rappresentano il 55% del PMI) hanno entrambi riportato un aumento di oltre due punti a inizio anno. Malgrado indicativi dell’ennesima contrazione mensile, i tassi di declino sono stati in entrambi i casi i più deboli in nove mesi. Un tasso di deterioramento più lento è stato inoltre osservato nei nuovi ordini esteri, che includono il commercio intra eurozona, dove le vendite sono diminuite al livello più debole dallo scorso aprile.

I dati dell’indagine di gennaio hanno tuttavia mostrato una notevole capacità produttiva in eccesso presso le aziende manifatturiere, così come evidenziato dall’ennesima forte contrazione del livello del lavoro inevaso, e ciò è avvenuto nonostante il tasso di contrazione è rallentato per il terzo mese consecutivo. È stato inoltre registrato un nuovo calo del personale, che estende l’attuale sequenza di tagli occupazionali iniziati lo scorso giugno ma a un tasso che però è stato però il minore in quattro mesi.

A gennaio, le aziende manifatturiere dell’eurozona sono state meno aggressive in merito alla riduzione dell’attività di acquisto. Dopo aver registrato una delle contrazioni maggiori della storia dell’indagine durante la seconda metà del 2023, l’attività di acquisto è diminuita al tasso più debole dallo scorso marzo. I livelli di magazzino sono diminuiti ulteriormente a gennaio, anche se la più debole contrazione delle giacenze delle materie prime e dei semilavorati è stata in netto contrasto con il calo più veloce delle giacenze dei prodotti finiti.

I dati raccolti hanno mostrato come la forte, ma più lenta, contrazione delle giacenze è stata volontaria e causata principalmente dalla debole domanda, malgrado l’ennesima interruzione sulla fornitura causata dalla deviazione del traffico navale dal Canale di Suez. Secondo i dati raccolti, i tempi medi di consegna dei fornitori si sono allungati per la prima volta in un anno.

Così come successo per i prezzi, l’indagine di gennaio ha osservato un forte declino dei costi di acquisto e dei prezzi di vendita con i relativi tassi di contrazione che rispettivamente sono stati i più veloci dallo scorso luglio e lo scorso settembre.

Guardando al futuro, le aziende manifatturiere dell’eurozona sono risultate più ottimiste riguardo alla loro attività per i prossimi 12 mesi. Ciò è stato segnalato dall’Indice HCOB della Produzione Futura con un valore sempre più alto della soglia di non cambiamento di 50.0 che ha raggiunto il livello massimo dallo scorso aprile. Detto questo, l’ottimismo delle aziende manifatturiere è rimasto debole rispetto agli standard storici, con il relativo indice che ha registrato un valore al di sotto della media a lungo termine.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di gennaio

Grecia54.7massimo in 21 mesi
Irlanda49.5massimo in 2 mesi
Spagna49.2massimo in 10 mesi
Paesi Bassi48.9massimo in 12 mesi
Italia48.5massimo in 10 mesi
Germania45.5 (flash: 45.4)massimo in 11 mesi
Francia43.1 (flash: 43.2)massimo in 4 mesi
Austria43.0massimo in 10 mesi

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “La probabilità concreta che la recessione di un anno che sta affliggendo il settore manifatturiero dell’eurozona potrebbe allungarsi nel primo trimestre dell’anno è evidente. Malgrado il PMI sia maggiore di quello di fine anno, non ha ancora raggiunto la zona di espansione. La presidente della BCE Christine Lagarde sta però rimanendo cautamente ottimista. Durante la conferenza stampa del 25 gennaio ha infatti dichiarato: «In particolare, se osserviamo l’indice PMI (…) sono evidenti segnali positivi».

Per coloro che osservano il futuro positivamente, gli indicatori del PMI manifatturiero forniscono una dose di ottimismo. Prima di tutto, il PMI principale ha segnato il terzo mese consecutivo di miglioramento, tendenza questa che si rispecchia nell’indicatore anticipatore delle tendenze dei nuovi ordini. In secondo luogo, sono evidenti delle tendenze generali al rialzo per tutti i sottoindici, che includono le giacenze degli acquisti, il livello del lavoro inevaso e la produzione. In aggiunta, un numero superiore di aziende rispetto agli ultimi nove mesi, prevede una maggiore produzione entro l’anno. Malgrado questi segnali incoraggianti è appropriato essere cauti, poiché entrambi l’indice principale e la maggior parte dei sottoindici continuano a orbitare in zona contrazione.

Parecchie economie del Sud potrebbero forse aver già iniziato la strada della ripresa, agendo quindi da potenziali catalizzatori nel sollevare le economie più grandi da questo stato recessivo. Tra le quattro maggiori economie della zona euro, la Spagna e l’Italia si distinguono tra quelle più incoraggianti, con i relativi PMI in salita di circa 3 punti che si avvicinano sempre più alla soglia neutra di non cambiamento di 50.0. Malgrado la Germania abbia assistito a un notevole miglioramento del PMI, continua a soffermarsi in territorio di contrazione, e la situazione economica della Francia è rimasta così disastrosa quanto quella di fine anno.

Dal punto di vista settoriale, stiamo osservando qualche primo segnale di miglioramento. In Italia, la produzione dei beni intermedi è cresciuta per la prima volta in dieci mesi. In Spagna, il PMI dei beni di consumo è rimasto nettamente in zona espansione e il settore dei beni di investimento ha rasentato la crescita. Allo stesso tempo, in Germania, la situazione degli ordini per il sottosettore dei beni di investimento e per quello dei beni intermedi è in salita, anche se probabilmente ci vorrà ancora qualche mese per osservare una crescita.”

Immagine di gpointstudio su Freepik 

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