HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: rimane elevata a novembre la contrazione della produzione industriale dell’eurozona, ma rallenta il calo produttivo, dei nuovi ordini e delle giacenze

 HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: rimane elevata a novembre la contrazione della produzione industriale dell’eurozona, ma rallenta il calo produttivo, dei nuovi ordini e delle giacenze

A novembre, il settore manifatturiero dell’eurozona è rimasto bloccato in contrazione, ma il calo della produzione, dei nuovi ordini, dell’attività di acquisto e delle giacenze è rallentato, mentre l’ottimismo delle aziende e aumentato leggermente al livello massimo in tre mesi. Detto questo, si estendono a sei mesi i tagli occupazionali delle aziende manifatturiere dell’unione monetaria europea, con il calo dei livelli del personale in accelerazione al livello più forte da agosto 2020.

Allo stesso tempo, l’ennesimo forte crollo dei costi ha permesso alle aziende manifatturiere dell’eurozona di scontare i loro prezzi di vendita per la settima volta in altrettanti mesi. Detto questo, in entrambi i casi i tassi di calo sono stati più deboli.

L’HCOB PMI del Settore Manifatturiero Eurozona, redatto da S&P Global, a novembre ha raggiunto un valore al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0 che separa la crescita dalla contrazione per il diciassettesimo mese consecutivo, segnalando un nuovo peggioramento delle condizioni del settore manifatturiero. Ciò detto, anche se l’ultimo valore di 44.2 ha mostrato l’ennesimo forte deterioramento, è risultato in salita da 43.1 di ottobre e il maggiore da maggio.

Tra le otto nazioni incluse nell’HCOB PMI del settore manifatturiero dell’eurozona, sei hanno registrato una contrazione. L’Austria è stata la nazione a riportare la prestazione peggiore, seguita subito dopo dalla Germania e dalla Francia. Tutte e tre le nazioni hanno però registrato tassi di declino più deboli, ed è stato così anche per i Paesi Bassi e la Spagna. Si è invece intensificata la contrazione del settore manifatturiero italiano. Due nazioni sono andate contro la tendenza generale di novembre: la Grecia e l’Irlanda. La prima ha osservato un miglioramento della crescita al livello massimo in tre mesi.

L’economia manifatturiera dell’Irlanda si è stabilizzata, dopo i due mesi di declino consecutivi.

La produzione manifatturiera dell’area euro ha continuato a contrarsi a novembre, e anche se il tasso del declino è stato in generale elevato, è rallentato al livello più debole da maggio. Il calo più lento della produzione ha coinciso con una più debole contrazione dei nuovi ordini generali, e con la moderazione del crollo degli ordini esteri, che includono il traffico intra eurozona, in calo continuo da marzo 2022.

I dati di novembre hanno mostrato che i manifatturieri dell’eurozona hanno avuto un approccio meno aggressivo riguardo ai loro tentativi di riduzione dei loro livelli di magazzino, con le giacenze delle materie prime/semilavorati e dei prodotti finiti che sono calate a tassi più deboli. La contrazione delle giacenze degli acquisti è stata però la seconda più veloce osservata da dicembre 2012 con un altro elevato calo mensile dell’attività di acquisto da parte delle aziende.

Estendendo l’attuale periodo di contrazione degli ordini in fase di lavorazione a un anno e mezzo, diminuisce a novembre il livello del lavoro inevaso. Il minore livello degli ordini inevasi, in aggiunta al continuato e forte peggioramento della domanda, ha indotto a metà del trimestre finale un calo occupazione che è stato il sesto consecutivo su base mensile. Il tasso dei tagli occupazionali è stato inoltre il più veloce da agosto 2020. Detto questo, malgrado a novembre i tagli del personale siano peggiorati, è stato evidente un miglioramento del livello di ottimismo, con delle aspettative di crescita al loro livello massimo in tre mesi.

I tempi medi di consegna dei fornitori registrati a novembre si sono allo stesso tempo ridotti per il decimo mese consecutivo e a un livello elevato che però è risultato considerevolmente più debole dei valori osservati nella prima metà dell’anno.

Per concludere, gli ultimi dati dell’indagine hanno segnalato un nuovo e forte calo dei costi sostenuti dalle aziende manifatturiere dell’eurozona, registrato nonostante il tasso di contrazione dei prezzi di acquisto sia diminuito al livello più debole da aprile. Così come successo da maggio, i prezzi di vendita hanno continuato a ridursi a causa dei minori costi che hanno permesso alle aziende di offrire prezzi più competitivi ai loro clienti.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di novembre

Grecia50.9massimo in 3 mesi
Irlanda50.0massimo in 3 mesi
Spagna46.3massimo in 2 mesi
Paesi Bassi44.9massimo in 3 mesi
Italia44.4minimo in 5 mesi
Francia42.9 (flash: 42.6)massimo in 2 mesi
Germania42.6 (flash: 42.3)massimo in 6 mesi
Austria42.2massimo in 8 mesi

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Il mese di novembre non è stato dei migliori, e non ci riferiamo solo al meteo ma anche alla situazione del settore manifatturiero dell’eurozona. La produzione continua a contrarsi, e le aziende hanno ridotto il loro personale per il sesto mese consecutivo. È fatto certo che quasi tutti i sottoindici sono cresciuti un po’, purtroppo molto lievemente, e manca il dinamismo necessario per poter parlare di una tendenza al rialzo. Il settore dei beni di consumo pare sia in qualche modo in una posizione migliore rispetto a quello dei beni intermedi e di investimento. Tale scenario è familiare durante la recessione, quando una parte significativa dei consumi privati tende a mantenere la propria stabilità. La natura ciclica del settore dei beni intermedi e di investimento al contrario li espone a una crisi economica. Tale scenario potrebbe però cambiare col variare di questi presupposti, con questi settori che potenzialmente potrebbero superare quello dei beni di consumo in una fase di ripresa del manifatturiero. Tuttavia, l’attuale situazione degli indici PMI suggerisce che questa svolta potrebbe essere ancora lontana. Possiamo porre qualche speranza nei nuovi ordini? L’indice corrispondente, in stagnazione attorno al valore di 39 punti per quattro mesi, si è finalmente mosso e ha raggiunto il valore massimo in sei mesi. Questa singola variazione mensile richiede tuttavia cautela, è prudente infatti aspettare un altro mese o due prima di affermare una tendenza al rialzo. Mentre la crisi è generale in tutta la regione dell’eurozona, cambiano le dinamiche tra le quattro economie principali dell’unione monetaria europea. La Germania si distingue poiché è l’unica nazione che ha riportato un rallentamento della contrazione della produzione, le altre controparti invece stanno osservando un inasprimento della crisi. In termini di nuovi ordini, Germania, Francia, Italia e Spagna, anche se in misura diversa, hanno assistito a un rallentamento del calo delle nuove commesse ricevute. Tali movimenti eterogenei mostrano che la ripresa, che secondo noi, inizierà l’anno prossimo, potrebbe incontrare qualche ostacolo. Un indicatore fondamentale dell’inizio della risalita probabilmente sarà una maggiore sincronia tra i movimenti al rialzo degli indici PMI nazionali, che provocherebbe rafforzamenti reciproci tra tutti i paesi coinvolti.”

Immagine di aleksandarlittlewolf su Freepik 

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