HCOB PMI® Settore Manifatturiero Italiano: a maggio, continuano a peggiorare le condizioni operative, con il forte crollo della produzione e dei nuovi ordini

 HCOB PMI® Settore Manifatturiero Italiano: a maggio, continuano a peggiorare le condizioni operative, con il forte crollo della produzione e dei nuovi ordini

L’economia manifatturiera dell’Italia a maggio rimane bloccata in una fase di contrazione, con le condizioni operative ancora in peggioramento. La produzione e i nuovi ordini sono diminuiti ad un tasso più elevato, mentre l’attività di acquisto è stata ridotta drasticamente. Le aziende hanno ampiamente riportato una riduzione delle giacenze in eccesso sia da parte loro che da parte dei loro clienti. La disponibilità dei componenti ancora una volta è stata migliore, mentre rimane al ribasso la tendenza dei prezzi. Gli ennesimi segnali di stabilità dei mercati dei prodotti hanno comunque fatto si che l’ottimismo per la produzione futura si sia ancora una volta attestato ad un livello superiore alla media. Anche la crescita occupazionale è risultata sostenuta.

L’Indice HCOB PMI® (Purchasing Managers’ Index®) sul Settore Manifatturiero Italiano di maggio si è attestato al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0, estendendo l’attuale periodo di peggioramento delle condizioni operative a due mesi. Il crollo del PMI a 45.9 da 46.8 di aprile indica, inoltre, la contrazione maggiore in tre anni.

Sia la produzione che i nuovi ordini sono diminuiti ad un tasso maggiore rispetto ad aprile. Il declino della produzione è stato il più alto dallo scorso ottobre, mentre quello dei nuovi ordini è stato il peggiore da novembre 2022. Dai dati raccolti viene fuori una riluttanza da parte dei clienti causata dall’atmosfera sempre più difficile nel settore manifatturiero globale. Alcune aziende hanno riportato una svolta decisiva verso la riduzione delle giacenze tra i loro clienti che hanno cercato di tagliare le scorte in eccesso. Anche i nuovi ordini esteri sono diminuiti drasticamente e per il secondo mese consecutivo.

Le aziende manifatturiere italiane hanno ridotto a maggio la loro attività di acquisto principalmente in risposta al calo delle vendite ma anche nel tentativo di ridurre le loro giacenze. La contrazione degli acquisti è stata notevole, e la maggiore registrata finora nell’anno in corso. Le giacenze dei beni sono state tagliate al tasso maggiore da dicembre 2011. La debolezza inaspettata delle vendite, unita alle difficoltà dei clienti a ricevere le consegne, significa che le giacenze dei prodotti finiti sono aumentate per il terzo mese consecutivo.

La minore domanda per fattori produttivi e beni in generale ha continuato a ridurre la pressione presso i fornitori. Secondo gli ultimi dati, i tempi medi di consegna dei fornitori sono migliorati ad uno de tassi più alti dell’indagine a causa della migliore disponibilità riportata di materie prime e componenti. La migliore capacità di fornitura, assieme alla riduzione della domanda, ha favorito inevitabilmente una pressione al ribasso sui prezzi. Il valore di maggio ha mostrato certamente il crollo maggiore dei prezzi di acquisto in 14 anni. Le imprese hanno cercato di trasferire ai loro clienti qualche riduzione dei costi, specialmente perché in presenza di un crollo delle vendite e un aumento della competizione. Il risultato netto rappresenta il terzo crollo mensile consecutivo dei prezzi di vendita che è stato inoltre il maggiore in tre anni.

Malgrado le difficili condizioni della domanda, gli attuali segnali di stabilità dei prezzi e della fornitura hanno aiutato a rafforzare la fiducia tra le aziende per il futuro. Malgrado sia crollato al livello minimo in tre mesi, l’ottimismo rispetto ai prossimi dodici mesi è rimasto al di sopra della tendenza. Ciò si è riversato sulla decisione di aumento di personale, con le aziende che hanno assunto extra dipendenti ma ad un livello di crescita modesto e al tasso più debole finora riportato nell’anno in corso.

Alcune aziende campione hanno riportato di aver coperto delle posizioni che erano vacanti da parecchio tempo. Così come evidenziato dal notevole crollo del livello del lavoro inevaso, la maggiore capacità e il crollo delle vendite hanno ancora una volta favorito lo smaltimento degli ordini in fase di lavorazione.

Commento

Commentando i dati PMI, Tariq Kamal Chaudhry Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Così come mostrato dall’indice HCOB PMI per il settore manifatturiero in contrazione per il terzo mese consecutivo, l’industria italiana si sta dirigendo verso una recessione. Ciò segue le recenti notizie che arrivano dall’ISTAT, secondo le quali la produzione industriale si è già contratta durante il primo trimestre. Per il momento il PMI si è posizionato al valore minimo in esattamente3 anni di 45.9. Pare che la debolezza del settore manifatturiero italiano derivi dalla scadenza dei programmi di supporto governativi e dal rallentamento della economia globale. Questi fattori hanno influenzato l’ottimismo e causato un forte indebolimento del volume della produzione e degli acquisti. Tutto questo malgrado le aziende campione abbiano riportato una contrazione dei prezzi di acquisto e una situazione meno difficile per la catena di distribuzione. Anche il livello occupazionale è aumentato ad un tasso leggermente più debole. Considerato il declino dei nuovi ordini esteri, è probabile che la disoccupazione aumenti malgrado la carenza di personale specializzato nel settore. Saranno i fatti a dimostrare se la relativamente recente forza del settore dei servizi può compensare la potenziale debolezza del manifatturiero in termini di livelli occupazionali generali.”

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