HCOB PMI® Settore Manifatturiero Italiano: crollo della produzione e degli ordini ad aprile ma la stabilità della fornitura contribuisce al ribasso dei prezzi

 HCOB PMI® Settore Manifatturiero Italiano: crollo della produzione e degli ordini ad aprile ma la stabilità della fornitura contribuisce al ribasso dei prezzi

L’economia manifatturiera dell’Italia ha subito un aprile impegnativo, con le condizioni operative in peggioramento per la prima volta durante il 2023, e al tasso maggiore dallo scorso ottobre. Sia la produzione che i nuovi ordini sono diminuiti da marzo, mentre l’attività di acquisto è stata ridimensionata notevolmente in quanto le aziende si sono concentrate sulla politica di riduzione dei magazzini. Detto questo, la crescita del livello occupazionale è stata sostenuta, e le prospettive per il futuro sono rimaste positive. I prezzi di acquisto sono crollati notevolmente e i tempi medi di consegna hanno riportato il miglioramento più significativo dall’apice della crisi finanziaria del 2009.

Dopo le dovute destagionalizzazioni, l’Indice HCOB PMI® (Purchasing Managers’ Index®) Settore Manifatturiero Italiano ad aprile è ritornato a contrarsi. Attestandosi a 46.8, in discesa dal 51.1 di marzo, l’indice ha segnalato non solo il primo deterioramento della prestazione del settore registrato finora nel 2023, ma anche il calo maggiore dallo scorso ottobre.

Il risultato deludente del PMI riflette principalmente l’inversione di marcia dei nuovi ordini. Le aziende campione hanno riportato una minore attività di mercato, caratterizzata dalla titubanza sia da parte dei clienti nazionali che di quelli esteri. In generale sia gli ordini generali che quelli esteri sono diminuiti al tasso maggiore registrato sinora nel 2023.

Gli effetti negativi delle vendite si sono inevitabilmente riversati sui requisiti della produzione delle fabbriche manifatturiere. In generale, la produzione è diminuita al livello massimo dallo scorso novembre, ma ad un tasso modesto, soprattutto in un contesto di forte riduzione delle vendite. La conseguente produzione in eccesso ha spinto le aziende a ridurre notevolmente nel corso del mese il livello del lavoro inevaso, calato infatti al livello più alto da giugno 2009.

Malgrado gli sforzi per limitare l’accumulo delle giacenze, le aziende hanno inoltre segnalato il secondo incremento mensile consecutivo, anche se modesto, delle giacenze dei prodotti finiti. Per alcune è stata evidente l’elevata quantità di giacenza presso i loro magazzini, specialmente quella dei fattori produttivi. Ciò ha costretto le aziende a ridimensionare considerevolmente le giacenze e diminuire l’attività di acquisto. Tale approccio non si è limitato alle sole aziende manifatturiere: dai dati raccolti si evince infatti che i clienti hanno ridotto i loro ordini come parte di un simile processo di gestione delle giacenze.

La combinazione tra la forte riduzione dell’attività di acquisto e il migliore accesso alle giacenze è stata tuttavia favorevole per le aziende, con i tempi medi di consegna dei fornitori che sono risultati ad aprile notevolmente più brevi. Secondo gli ultimi dati, i tempi medi di consegna dei fornitori sono migliorati al tasso maggiore da maggio 2009. La combinazione della migliore disponibilità dei prodotti e la minore domanda ha inoltro aiutato a comprendere la più marcata riduzione dei prezzi di acquisto. La riduzione dei costi energetici ha inoltre favorito i manifatturieri. Il risultato netto è stato il declino maggiore dei prezzi di acquisto in poco meno di tre anni. Anche i prezzi medi di vendita sono risultati più bassi, largamente in risposta alla pressione dei costi che è stata significativamente più bassa. Detto questo, il declino dei prezzi di vendita è rimasto relativamente modesto ed è stato attribuito da qualche azienda al bisogno di rafforzare i margini.

Per concludere, rimangono positive le aspettative future. Le aziende hanno segnalato previsioni di allungamento della ripresa economica, sotto forma di maggiori vendite e domanda. Sono state inoltre riportate aspettative di stabilità dei prezzi e il ritorno alla normalità della catena di distribuzione. Previsioni positive sono state inoltre registrate per la domanda della manodopera. Aumenta per il trentaduesimo mese consecutivo ad aprile il livello occupazionale del settore manifatturiero italiano, con la crescita riportata che ancora una volta è stata elevata.

Commento

Commentando i dati PMI, Tariq Kamal Chaudhry Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato:

“Dopo un incoraggiante primo trimestre dell’anno, ad inizio del secondo trimestre il settore manifatturiero italiano delude un po’. Il valore dell’HCOB PMI di aprile è crollato di oltre 4 punti sino a raggiungere 46.8, ovvero il livello minimo da ottobre 2022.

La situazione è particolarmente difficile per la produzione e i nuovi ordini, con i rispettivi indici in discesa di 5 punti rispetto al mese precedente. Il settore ha inoltre sofferto a causa del rallentamento dello slancio della crescita economica globale, dato questo sottolineato dagli nuovi ordini esteri, anch’essi in contrazione. Gli ultimi dati ufficiali relativi alle esportazioni hanno mostrato da febbraio scorso una crescita annua del 10.8%. I produttori di macchinari, prodotti tessili e farmaceutici sono quelli che hanno guadagnato di più. Il valore dell’HCOB PMI indica che la tendenza positiva mostrata dai dati ufficiali è improbabile che duri ancora.

Arrivano però buone notizie sul fronte dei prezzi. Gli indici HCOB PMI dei prezzi di acquisto e quelli di vendita hanno continuato a ridursi raggiungendo ora livelli mai osservati dal 2020. Ciò conferma la recente tendenza pubblicata a febbraio dai dati ufficiali, che mostra un calo mensile dell’1.7% a causa degli sviluppi sui prezzi nel settore energetico.

Un altro motivo di ottimismo arriva dall’indice PMI del livello occupazionale, che pur risultando più basso segnala ancora un’espansione, mentre aumentano leggermente le previsioni positive delle aziende campione in merito alla produzione dei prossimi dodici mesi.”

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